Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  dicembre 17 Martedì calendario

«SO’ QUATTRO GATTI». PENNACCHI E FORCONI

Che ci dici del tuo conterraneo Danilo Calvani?
Che te posso di’, non si può scrivere quello che penso.

Parlo dell’ultimo leader dei Forconi, rimasto solo dopo la spaccatura del “triumvirato” che ha guidato finora il movimento, che è di Latina, come te.
L’ho capito, ma non lo puoi scrivere quello che ti dico io.

Allora prova a censurarti un po’.
Che te devo fa, la censura? Se dico quello che penso me querelano. Comunque, a parte la piattaforma che è di Berlusconi, non c’è niente altro, no?

Dicevo: Calvani è di Latina come te…
Senti, ma che vuol dì che viene da Latina? Latina è il crogiolo d’Italia. Ce sta tutto. Poi lui non ha un cognome veneto, è latino…

Parliamo con lo scrittore Antonio Pennacchi, e lo stuzzichiamo in una giornata particolare. Tra poco presenta a Roma, con Pietrangelo Buttafuoco e Lorenzo Pavolini, il suo ultimo libro, “Storia di Karel” (Bompiani). L’autore de “Il fasciocomunista” e di “Canale Mussolini” si cimenta con la fantascienza, con un romanzo ambientato in un lembo di terra ai confini della galassia. Noi lo riportiamo sul nostro pianeta, e non ne sembra contento.

Diversi commentatori di sinistra consigliano di guardare con attenzione al fenomeno e di non “regalarlo” alla destra.
Sentite ragazzi, non è che bisogna prestare attenzione ai fenomeni. A quale fenomeno poi: che fanno casino? Bisogna guardare con attenzione al disagio. Quello sì. Ma guardarlo nel modo giusto. E qual è? È trovare le soluzioni. Io, di lotta di massa, di lotta classe, l’ho fatta a dismisura. In fabbrica, e pure prima. Mi so’ pure scontrato con la polizia. Quindi, primo: quando ti scontri con le forze dell’ordine, quando ti danno le botte te le tieni e non te metti a piagne e a lamenta’. Io, quando ho pigliato le botte, me le so’ tenute. Secondo: non facciamo – dicono – lo sciopero contro il padrone, perché siamo noi il padrone, ma per ottenere alcune cose. Quando ero in fabbrica e l’azienda, la Fulgorcavi, andò in crisi, facemmo sciopero e lottammo sfidando le istituzioni perché ci trovassero un padrone. Capito? Una controparte la devi ave’. Non è che puoi protestare e sfasciare tutto, se poi non ci sta chi può trovare le soluzioni, e questi, la piattaforma loro, qual è? Dimissioni subito del governo ed elezioni anticipate. E sfascio tutto. Poi chi gliele trova le soluzioni? Tutto questo in un momento in cui per la prima volta, rispetto al disagio – che ce n’è e ce n’è tanto –, per la prima volta dopo anni si riesce a vedere un briciolo di soluzione. Che è l’innovazione garantita da Letta e da Matteo Renzi.

Ma che, sei diventato filogovernativo?
Che stai a dì, io so sempre stato riformista. Ma l’hai mai lette le mie cose? Sono sempre stato un riformista, io, un riformista che vuole le cose serie però. Io ho avuto sempre un’enorme stima per Letta. Un po’ meno per Renzi, perché sono per D’Alema. Ma adesso c’è Renzi e va bene. Mo’ bisogna cambiare il paese, bisogna farlo a cominciare dalla riforma elettorale e altre cose. E questi stanno a rompe li coioni. Soprattutto questo qua di Latina. Qual è la sua piattaforma? Famo casino e basta. Non è la stessa di Berlusconi?

Parlano di infiltrazioni di destra nel movimento.
Che ne so io, so cazzate. Il fenomeno l’avete pompato voi giornalisti. L’avete inventato voi. Guarda le riprese televisive. So’ quattro gatti. Non sono le manifestazioni di massa, quelle con gli Inti Illimani. So’ quattro gatti. Trenta, quaranta, cinquanta, cento persone. Dai, su. La celere dei miei tempi l’avrebbe messi fuori gioco in cinque minuti. So’ quattro gatti, so’ due trattori di numero a piazza del Popolo. Lo state a monta’ voi il fenomeno. E poi ci so’ i fasci a qua a Roma, i no-tav, i casinisti di professione. Vabbé ma senti, so’ molti di più gli ultrà della curva sud che questi qua.