varie, 17 dicembre 2013
Marijuana per Sette – L’Uruguay è il primo al mondo a permettere l’uso della marijuana a fini ricreativi
Marijuana per Sette – L’Uruguay è il primo al mondo a permettere l’uso della marijuana a fini ricreativi. Si potrà coltivare o comprare in farmacia, lo Stato seguirà tutta la catena, dalla scelta dei semi fino alla quantità permessa al consumatore finale. Vendita permessa solo agli uruguaiani. Secondo il presidente José “Pepe” Mujica, la nuova legge combatterà il narcotraffico. In Uruguay il consumo era già depenalizzato da anni. La marijuana in Uruguay sarà venduta a circa un dollaro al grammo, il 30-40% del prezzo sul mercato illegale. Marijuana, ovvero le infiorescenze delle piante di Cannabis, cioè la canapa. Tre specie: Cannabis sativa (quella ad uso tessile, la canapa), indica (quella ad uso stupefacente) e ruderalis. La cannabis cresce senza bisogno di fertilizzanti e antiparassitari. “Kannabis”, in greco, deriva dal persiano e da più antichi idiomi semitici settentrionali. Marihuana era il nome usato in Messico per indicare la varietà di canapa detta indiana quando era usata come sostanza stupefacente. La grafia “marijuana” si diffuse dagli Stati Uniti a partire dagli anni Trenta. La marijuana, anche detta canna, erba, porro, maria, maria giovanna, spinello, carciofo, tuono, cannone, basilico, trombone, pongo. Thc: delta-9-tetraidrocannabinolo, principio psicoattivo contenuto nella marijuana. Quella in circolazione oggi in America ha un contenuto in Thc pari a 8-10% contro un contenuto in Thc di 0,5-2% della marijuana in circolazione negli anni Settanta. Coltivata in Cina già nel 4000 a.C. Alcuni scienziati americani sostengono che molti dei miracoli compiuti da Gesù Cristo sarebbero dovuti all’azione di un olio estratto dalla cannabis, che al tempo si usava per curare malattie di pelle e occhi e qualche problema neurologico, come ad esempio l’epilessia. La Bibbia di Gutenberg, primo testo stampato della storia, fu realizzata nel 1455 con carta derivata da canapa. Secondo i rasta la marijuana è «l’erba della saggezza» perché cresciuta sulla tomba di re Salomone. La regina Vittoria d’Inghilterra la usava per combattere l’emicrania e i dolori mestruali. Nel 2011 in Italia sono state sequestrate 563.198 piante di canapa, pari a un quinto di quelle che, secondo la Dea, vengono coltivate davvero. I consumatori di cannabinoidi sono 5 milioni in Italia (78 milioni in Europa). Nel 2015 saranno il 5% in più: 5,8 milioni, circa il 15% della popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni. In Uruguay sarà consentita la coltivazione domestica della marijuana fino ad un massimo di sei piantine e 480 grammi di produzione annuale per persona. Sarà possibile costituire dei club di consumo, minimo 15 massimo 45 soci, che avranno il permesso di coltivare fino a 99 piantine. Ma lo Stato rilascerà anche licenze per coltivare l’erba, per uso ricreativo e medicinale, in proporzioni maggiori che verrà poi venduta nelle farmacie. Per comprarla, fino ad un massimo di 40 grammi al mese, bisognerà iscriversi in una lista. «Gli Sciti prendono i semi di canapa, si infilano sotto la tenda fatta di coperte e li gettano sulle pietre roventi; i semi gettati bruciano producendo un fumo che nessun bagno a vapore greco potrebbe superare. Gli Sciti urlano di gioia per il fumo che sostituisce per loro il bagno» (Erodoto). In Sudamerica la marijuana viene prodotta quasi solo in Paraguay. Da lì partono ogni giorno decine di piccoli velivoli commerciali che atterrano in tenute agricole nelle provincie del Nord dell’Argentina, del sud del Brasile o in Uruguay. Famoso il caso di Juan Domingo Papacho Cartes, zio dell’attuale presidente del Paraguay Horacio Cartes, fermato a bordo di un velivolo con 450 kg di marijuana finito in una fattoria nella zona di Artigas, a 600 km da Montevideo. Il mercato del consumo legale di marijuana crescerà dagli attuali 35-45 miliardi di dollari a 150 miliardi entro dieci anni, il doppio di quello del tabacco e poco sotto i 188 miliardi di dollari del business dell’alcool. Stima del ventinovenne Justin Hortfield, creatore del primo fondo di investimento in aziende che fanno affari con la marijuana. Il fondo si chiama Emerald ocean capital e ha già raccolto 10 milioni di dollari. Dice Hortfield: «Fumo erba tutti i giorni, da tempo, e credo nella marijuana». A Lazarat, 230 chilometri da Tirana, 9 famiglie su 10 campano col mercato della marijuana (ci sono 350mila piante coltivate in 320 ettari). Ogni famiglia produce in media una tonnellata all’anno e ogni chilo viene venduto a 300-320 euro. Le donne e i ragazzini si occupano della coltivazione, della raccolta, della tritatura. Gli uomini del trasporto. La marijuana viaggia nei bagagliai delle auto o in sella a cavalli e asini che percorrono i sentieri dove la polizia non va. L’Italia è il mercato principale. La Guardia di finanza italiana calcola che ogni anno da Lazarat escono 900 tonnellate di prodotto per un valore di mercato pari a 4,5 miliardi di euro. Il fumo di marijuana contiene dal 50% al 70% in più di sostanze cancerogene del fumo di tabacco. Uno studio condotto su 129 studenti universitari ha rivelato che, su coloro che avevano fumato la marijuana anche solo un mese prima dell’indagine, erano seriamente diminuite abilità cruciali legate all’attenzione, alla memoria ed all’apprendimento. Una ricerca fatta sui lavoratori postali ha rivelato che gli impiegati risultati positivi ai test sull’uso di marijuana avevano avuto il 55% in più di incidenti, l’85% in più di lesioni e il 75% in più di assenza dal lavoro. In Arabia Saudita pena di morte per chi viene trovato in possesso di qualsiasi droga, marijuana compresa. Nel 1996 la California divenne il primo stato americano a legalizzare la marijuana per scopi terapeutici (da allora è stata seguita da altri 19). Lo scorso novembre Washington e Colorado sono stati i primi a rendere completamente legale il consumo di marijuana. Altri stati, tra cui New York, sembrano intenzionati a percorrere la stessa strada nei prossimi mesi. Valore annuo del mercato legale della marijuana in America: 110 miliardi di dollari. Secondo un sondaggio del Pew Reasearch Center effettuato nel 2013, per la prima volta in 40 anni, il 52% degli americani si è dichiarato favorevole alla legalizzazione completa della marijuana: il consenso è cresciuto dell’11% in due anni. In Italia è depenalizzato l’uso personale di marijuana (per un massimo di 5 grammi) ed è consentito l’uso terapeutico. Il 14% degli italiani, di età compresa tra i 15 e i 64 anni, ha fatto uso di cannabis, cioè 2 milioni e 700mila. Un grammo di marijuana si aggira attorno ai 10 euro. Nella ipotesi migliore, cioè che i consumatori si siano concessi solo un grammo, si arriva alla cifra di 27 milioni di euro. Lo Stato italiano spende per la lotta alla droga circa 2 miliardi di euro: il 58,3% per carcere (aumentano gli ingressi per droga, dal 28% del 2006 al 33,15% del 2011), 18,4% per tribunali e prefetture, 21,8% per attività di polizia e il restante per altre spese. Un appello firmato da economisti americani dice che con la legalizzazione della marijuana negli Stati Uniti si risparmierebbero 7,7 miliardi di dollari l’anno e si avrebbe un introito di 2,4 miliardi di dollari dalla tassazione. Se la marijuana fosse tassata come l’alcool, produrrebbe un introito di 6,2 miliardi di dollari l’anno. È la droga più diffusa con oltre l’8% della popolazione adulta che ne fa un uso regolare in Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti e Canada (secondo il World Drug Report 2012). Secondo alcune indagini, 71,5 milioni di cittadini europei consumano regolarmente marijuana e derivati della cannabis, e i consumatori sono in continua crescita. Prezzi aggiornati della marijuana sul sito priceofweed.com: per un’oncia (poco più di 28 grammi) di buona qualità circa 300 euro. Presso alcune tribù Africane chi commetteva un reato era costretto a fumare o consumare grandi quantità di “dagga” (cannabis) senza sosta, per ore, in una piccola capanna chiusa, finché non cadeva stremato a terra. Sembra che le persone così punite difficilmente ripetessero il reato. Robert Mitchum aveva una grande passione per la marijuana, che all’epoca si coltivava un po’ dappertutto ed era considerata il whisky dei poveri: lui ne coltivò sempre in casa, e di una delle sue piante portava la foto nel portafogli. D’estate Mick e Bianca Jagger andavano in vacanza in un villaggio di pescatori che si chiama Montauk. Lì avevano una casa dove invitavano i loro amici Clapton, Bowie, John Lennon e Yoko Ono, John Phillips dei Mamas and the Papas, Jack Nicholson e Warren Beatty. Il loro vicino, Dick Cavett, si accorgeva che erano in casa per la nube di marijuana che avvolgeva l’estremità dell’isola: «A volte sembrava l’odore di un incendio nei boschi». «L’invenzione è in una nota erba» (William Shakespeare). «Non lascerò mai la marijuana. Nella Bibbia, Mosè vede un cespuglio che brucia e non si consuma: un riferimento ai benefici spirituali dell’erba» (Morgan Freeman). «La marijuana non dovrebbe essere solo legale, dovrebbe essere un lavoro a domicilio. Sarebbe meraviglioso per lo Stato del Maine. Ci sono piante che crescerebbero benissimo in casa» (Stephen King). «La marijuana è un’autopunizione. Ti rende particolarmente sensibile, e in questo mondo quale punizione potrebbe essere peggiore?» (P. J. O’Rourke, giornalista, umorista americano, commentatore politico).