Vittorio Sabadin, La Stampa 17/12/2013, 17 dicembre 2013
SUL WEB IL REGALO DI NATALE DELLA BRITISH LIBRARY
La British Library, la seconda biblioteca più importante del mondo dopo la Library of Congress statunitense, ha messo a disposizione di tutti online oltre un milione di immagini e fotografie, raccolte in 65 mila volumi pubblicati fino al XIX secolo. Sono esenti da copyright, e chiunque potrà farne ciò che vuole. Ma, soprattutto, ognuno potrà contribuire a decifrarle e a spiegarle meglio, nella più grande operazione mai concepita di partecipazione collettiva alla creazione di cultura dopo l’invenzione di Wikipedia.
Da venerdì scorso, quando le immagini sono apparse per la prima volta su Flickr, il primo sito di condivisione di fotografie, il successo è stato strabiliante: già un milione e mezzo di persone hanno sfogliato i disegni e aperto blog per commentarli, segnalando quelli più curiosi o misteriosi. Nora McGregor, curatrice del digital research team della British Library, è raggiante: «Come bibliotecaria sono i giorni più belli della mia vita. Non ci può essere di meglio, per chi desidera che la conoscenza esca da queste mura».
La British Library è ospitata in un moderno edificio di mattoni rossi al 96 di Euston Road, a pochi passi dalla stazione di St Pacras. Custodisce 13,6 milioni di libri e oltre 150 milioni di oggetti, stampe, mappe, disegni, francobolli e manoscritti. La collezione si arricchisce di 3 milioni di libri ogni anno, cosa che richiede sugli scaffali 9,6 km quadrati di spazio in più. Un patrimonio immenso, non solo dal punto di vista culturale. Nella Sir John Ritblat Gallery sono esposte prime edizioni di Rudyard Kipling, Virginia Woolf e Charles Dickens. In luoghi meglio custoditi vi sono il Diamond Sutra dell’868, considerato il più antico libro stampato, un paio di Bibbie di Gutenberg e il manoscritto autografo di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, donato da un gruppo di bibliofili americani per ringraziare la Gran Bretagna del coraggio dimostrato nella guerra a Hitler.
Alla biblioteca può accedere gratuitamente «chiunque abbia necessità di farlo», un tipico eufemismo britannico per invitare con cortesia i perditempo a restarne fuori. Si è discusso a lungo, ad esempio, se gli studenti potessero entrare a cercare informazioni che avrebbero potuto trovare nella libreria della loro università. La British Library aveva dato a volte l’impressione di privilegiare vecchi e barbuti professori, e la decisione di invitare chiunque a contribuire online alla creazione della conoscenza è apparsa una vera svolta.
Il progetto di scannerizzare le pagine dei 65.000 volumi che raccontano tre secoli di storia e di vita quotidiana è cominciato cinque anni fa, grazie alla collaborazione di Microsoft, che si è accollata la scannerizzazione di ogni pagina. Dal prossimo anno verrà attivato un sistema di crowdsourcing che renderà più facile interagire con le immagini e postare commenti. Ci si aspetta che molti dei disegni e delle foto che non hanno una dicitura trovino finalmente una spiegazione, grazie al contributo volontario della gente comune. Nel milione di immagini scaricate su Flickr c’è davvero di tutto: vignette umoristiche, ritratti di principi e regine, selvaggi africani, animali e pesci esotici, battaglie, scene di vita quotidiana, avventure ed esplorazioni. Come quella della nave Resolute, protagonista di molti disegni, che venne abbandonata nel 1854 nell’Artico per essere recuperata due anni dopo da un baleniere statunitense, il quale la restituì alla regina Vittoria. In cambio, Vittoria fece costruire con il suo legno una scrivania per il presidente degli Stati Uniti, la stessa «Resolution desk» che ancora usa Barack Obama.
Sono davvero interessanti le immagini che provengono dai luoghi più sperduti dell’impero britannico, l’Africa, l’India, la Cina, le colonie americane. Ma anche dai viaggi in Italia e nel Medio Oriente, tra le rovine meravigliose delle più antiche civiltà. Ogni cosa è descritta con la cultura disponibile nelle rispettive epoche, quindi con molte improvvisazioni e grandi pregiudizi. Come per la foto del «tipico studente americano» a torso nudo, scattata di fronte e di profilo nel 1894, del quale si sottolineano la testa reclinata, il torace piatto e le membra deperite: il prezzo che deve pagare chi passa troppo tempo sui libri.