Maria Pia Fusco, la Repubblica 17/12/2013, 17 dicembre 2013
JOAN FONTAINE, L’ANGELO FORTE CHE FECE INNAMORARE HITCHCOCK
«Spero di morire a 105 anni, in teatro, mentre recito Peter Pan», disse Joan Fontaine a Berlino nel 1983, era presidente della giuria del festival. Non è andata così. L’attrice, prima musa di Alfred Hitchcock, è morta lunedì per cause naturali nella sua casa di Carmel, in California, e di anni ne aveva 96. Era nata a Tokyo il 22 ottobre 1917, vero nome Jean de Beauvoir de Havilland, sorella di Olivia, nata nel 1916 da genitori britannici. In cerca di un clima migliore per Olivia e Jean, bambine di salute cagionevole, i genitori si trasferirono in California ma il padre poco dopo decise di tornare in Giappone e il matrimonio entrò in crisi fino al divorzio. Fu la madre, che aveva dovuto rinunciare al sogno di fare l’attrice, a spingere le figlie verso la recitazione.
Joan Fontaine, nome d’arte scelto a metà degli anni Trenta per distinguersi dalla sorella, già famosa soprattutto come partner di Errol Flynn nel cinema cappa e spada, lavorava in teatro ma i suoi primi ruoli sullo schermo —Basta donne di Griffith nel ‘35, Donne di Cukor del ‘39 — destavano scarso interesse. Nel 1940 arrivò Hitchcock per il suo primo film negli Stati Uniti, Rebecca, la prima moglie e la scelse, colpito dalla sua bellezza angelica, rassicurante, leggermente algida. Per l’attrice fu la candidatura all’Oscar, un lancio anche nella Hollywood pettegola, si parlava dei problemi sul set, con Laurence Olivier che aveva cercato invano di imporre nel film la moglie Vivien Leigh e perciò trattava malissimo la partner. Si speculava su un Hitchcock fortemente invaghito dell’attrice, ipotesi avvalorata l’anno dopo quando la volle accanto a Cary Grant in Il sospetto, seconda candidatura all’Oscar, l’unica statuetta vinta da un interprete del maestro del brivido. Un trionfo anche privato per la Fontaine, nella cinquina delle candidate c’era Olivia de Havilland per La porta d’oro.
Joan Fontaine ha interpretato una cinquantina di film, soprattutto commedie sentimentali e melodrammi, titoli come Il valzer dell’imperatore di Billy Wilder, era Jane Eyre in La porta proibita con Orson Welles, poi Accadde in settembre, Perdonami se ho peccato, La seduttrice, Il fiore che non colsi, Tenera è la notte, fino all’horror Creatura del diavolo del 1966 quando diede l’addio al cinema, continuando un’intensa attività per la tv fino agli anni ‘90. Dal lavoro prendeva lunghe pause per dedicarsi ai suoi hobby, il golf, la pesca, la cucina, aveva il brevetto da pilota.
Movimentata anche la vita privata. I suoi matrimoni, quattro, duravano in media 5, 6 anni prima di finire in tempestosi divorzi. La figlia Debbie è nata dal secondo matrimonio. Malgrado la dolcezza del sorriso, a Hollywood era nota per il carattere forte, determinato. Non a caso la rivalità con la sorella, a parte rari incontri pacifici imposti magari dagli Studios e il Natale 1962 trascorso a famiglie riunite (le foto andarono a ruba) non si è mai del tutto placata. «Mi sono sposata prima di lei e prima di lei ho vinto l’Oscar. Se muoio prima di lei sarà sicuramente furibonda, l’avrò battuta ancora una volta», dichiarò in una delle ultime interviste parlando di Olivia de Havilland. Che da anni ha lasciato il cinema e l’America e ha scelto di ritirarsi a Parigi.