Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera 17/12/2013, 17 dicembre 2013
«LA MIA AUTO SORRIDE COME NEMO» IL TRENTENNE CHE HA CONQUISTATO LA CINA
Una matita, un disegno, un bozzetto. E da quel bozzetto ha preso forma la Chery QQ che sta spopolando sulle strade della Cina con il suo muso da Nemo, semplice, simpatico e, soprattutto, italiano. Italiano nel senso che l’idea è venuta a un giovane bellunese, un designer con un chiodo fisso nella testa: progettare carrozzerie per cambiare il volto delle quattroruote. Contro ogni crisi e contro ogni casta, il caparbio trentaquattrenne Giorgio Pirolo sta dunque stappando lo champagne insieme alla Torino Design, la società che ha firmato il progetto e per la quale lavorava fino allo scorso anno. La cosa non gli frutterà molto in termini economici ma gli sta procurando un’improvvisa popolarità «orientale».
Pirolo si è infatti ritrovato da un giorno all’altro a firmare autografi: «È successo a Torino, quando sono andato a seguire il progetto di un’automobile. In quella sala c’era un gruppo di cinesi che ha un certo punto hanno preso a farmi foto e chiedermi autografi come se fossi una star». Foto, applausi, strette di mano. «Non avrei mai immaginato che quello schizzo finisse un giorno per circolare per le strade della Cina. Una bella soddisfazione anche perché nel mondo del design è molto difficile che ti riconoscano i meriti, soprattutto in Italia dove le tue idee vengono spesso nascoste».
Com’è nata, dunque, la sua macchina? «Semplice, il direttore della Torino Design, Giuliano Biasio, aveva chiesto di creare una vettura positiva, che portasse gioia sulle strade grigie di Pechino. Abbiamo pensato a Nemo (il pesciolino del film di d’animazione di Andrew Stanton, ndr ). Ho disegnato allora due grandi fanali come gli occhi del pesce e un cofano sorridente che ha dato alla macchina un’espressione allegra». Il progetto è piaciuto al committente e ora la macchina viene venduta a un prezzo che va dai tre ai sei mila euro sul mercato di Pechino.
Una storia, quella della cinese QQ, che parte dalle Dolomiti. «È lì, vicino alle cime, che mi ispiro». E che cresce e si sviluppa a Torino, dove il giovane designer ha trovato la sua seconda casa. «Dopo il liceo artistico, a 19 anni ho lasciato le montagne per l’istituto d’arte applicata. Torino per me era un sogno, era la mia capitale, la città dell’automobile, la Fiat. Lì ho studiato, lì ho trovato la mia prima assunzione, lì c’è anche Susanna, la mia fidanzata».
Da qualche tempo è in Costa Azzurra a progettare design legato alla Formula 1:«Sono boutique per appassionati di motori. Abbiamo già uno store a Montecarlo e uno a Panama. Nel frattempo sto disegnando una vettura supersportiva, un camion e uno scooter».
Le linee sono sempre semplici, leggere, minimaliste, come quelle di Nemo: «Odio il barocco, l’enfasi, la ridondanza. A casa mia ogni cosa ha la sua importanza, ha il suo ruolo. Lascio liberi gli oggetti dagli altri oggetti per un mondo più pulito».
Lui sogna, crea e immagina. Mentre Susanna, più pratica, gli tiene la contabilità e serve ora più che mai. Ora che i numeri sono cinesi.
Andrea Pasqualetto