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 2013  dicembre 17 Martedì calendario

FEDERICA PELLEGRINI: «SONO TORNATA BAMBINA»

Fede incrollabile. Oltre il tempo: per alimentare un decennio sensazionale in acqua e pensare a un triennio fondamentale che verrà. La Pellegrini più invecchia, più vince. Come fa a reggere, a crescere, a rimanere mattatrice in ogni evento, ad avere lo stesso entusiasmo di quando, da ragazzina, si mise in testa di oscurare il mito della bella tedesca Franziska Van Almsick? Ora è lei Divina. Un’altra missione compiuta agli Europei di vasca corta nel segno del 12 (le sue medaglie, quelle azzurre e dei record italiani). Un oro col miglior crono mai nuotato nei 200 sl col costume tessile (1’52”80, record mondiale a parte, che è pure suo), un bronzo nei 400 sl (non preparati, in 3’58”90) dopo l’argento mondiale a Barcellona nella gara che domina a menadito. Fede coglie l’attimo: prende, raccoglie, s’emoziona, coinvolge, fa discutere, si schiera. Strega. Di faticoso c’è soltanto il rientro a casa, a Verona, via Roma, da Herning, per ripensare a mente fredda all’impresa d’oro.
Federica, in questi giorni ha parlato tanto con Lucas e Giunta. Ma da gennaio, l’asticella quanto si alzerà?
«Sono determinata, con i doppi allenamenti spero di raggiungere tutti gli obiettivi, ma con calma, a cominciare dagli Europei: come Herning da 25 metri, anche Berlino da 50 metri sarà un test. Ho cominciato una progressione verso i Giochi di Rio, dove avrò 28 anni. Non voglio arrivarci spompata».
Dal look ai crono, sembra tornata baby Pellegrini.
«Non mi sento una vecchietta anche se ho battuto una ragazza del ‘95 (Bonnet, ndr) e una del ‘91 (Popova, ndr). A riguardare le foto su Twitter sembro una bambina, mi rivedo com’ero tanti anni fa: saranno i capelli lunghi, ma sto meglio adesso...».
E caratterialmente?
«Sono sempre la stessa, sempre diretta».
L’oro nei 200 è qualcosa per cui vale la pena sacrificare tutto?
«Dopo i quinti posti olimpici di Londra volevo stare tranquilla e ci sono riuscita. A settembre ho ripreso a nuotare 8 km al giorno, faccio palestra. Sì, vado nella giusta direzione».
S’è presa tutto in questo 2013 interlocutorio...
«E ora è arrivato il momento di dedicarmi alla famiglia, tengo molto al Natale: è un fine anno felice, anche se ho perso l’amore. No, non è vero che riempio tutto col nuoto. Ci sono cambiamenti positivi e negativi in tutti noi, anche io provo a viverli così: quelli tecnici hanno funzionato, mi sento ben protetta da Philippe e Matteo. In questo momento ho bisogno dei miei, ho voglia di casa, di ritrovarmi tra gli affetti più cari. Non vedo l’ora».
Herning che ricordo sarà?
«La grande conferma che cercavo».
Cosa teme da gennaio?
«Solo i dolori alla schiena: dovrò fare la risonanza magnetica per capire come reagirà con i doppi allenamenti in acqua».
Voleva una compagna di allenamenti, ma è arrivato solo Alex Di Giorgio.
«Sta diventando fondamentale nel gruppo. No, nessun fidanzato: ormai sono tutti i miei fidanzati».
Pellegrini che va veloce anche in vasca corta è un messaggio alle avversarie.
«M’interessa la resistenza alla velocità, perciò per ora non abbandono i 400, fino a quando non mi peseranno e saranno funzionali ai 200. Sta cambiando idea anche Lucas, che stavolta ha avuto ragione facendomi togliere ogni dubbio sui 400, ma si è reso conto che i 200 sono la mia gara, è l’unica che sento mia».
Che cosa ha imparato qui?
«A volte è un problema di approccio, ormai mi conosco bene: parlare tanto con Philippe mi ha aiutato a Herning. Ma la cosa più bella è che mi sentivo bene in acqua, mi piace come sto nuotando, le sensazioni che provo: la vasca corta non è il mio forte perché con troppe virate devo spezzare il ritmo. Ma Lucas e Giunta stanno facendo un lavoro che mi trasmette serenità. Le giornate di lavoro a Verona sono tranquille per ciò che mi trasmette Matteo».
A molti pare strano che Lucas la segua così poco direttamente.
«Se mi lascia a Verona e non mi costringe a stare a Narbonne, vuol dire che si fida di me e di Matteo: il problema è che gli allenamenti di Philippe sono molto duri, perciò dobbiamo sempre valutare».
Ambiziosa e mai appagata: dove trova la forza per essere?
«Quando mi metto in testa un obiettivo faccio di tutto pur di raggiungerlo, sin da ragazzina quando facevo le scommesse con papà: e anche ora».
Anche la sua Juve vola in campionato.
«Sono doppiamente contenta».
Si è rivista la gara?
«Sì, mi è piaciuto vedere quanto è tornata efficace e potente la mia bracciata, con le giuste frequenze: prendo l’acqua con più forza, come negli anni migliori: mi impressiona, rivedendomi da fuori, la facilità di gestione. Ancora adesso non mi rendo conto di quello che ho fatto agli Europei».
E come fa con un solo allenamento al giorno?
«Per i 200 non servivano molti chilometri in più, anche perché è stato fondamentale il recupero della forza in acqua».
Ha fatto bagordi domenica?
«Macché, solo un saluto ai compagni e poi a letto presto».
Fede non sgarra mai? Professionista sempre?
«Ho basato tutta la carriera sulla professionalità, sulla serietà nel lavoro, curando tutti gli aspetti. Adesso ho trovato la quadra del cerchio e tutti i tasselli sembrano a posto. Anche a me, a volte, pare strano che vada sempre bene. Però è importantissimo che succeda e sono tanto contenta di aver trovato le persone giuste, che lavorano bene insieme. Tutto questo è meno lavoro e fatica per me...».
Il «cavallo di razza», per dirla come Malagò, è definitivamente rilanciato?
«Giovanni è sempre buono, il 21 in piscina lo vedrò per gli auguri di Natale».
E la telefonata a casa dopo la gara com’è stata?
«I miei genitori erano emozionatissimi, mio padre lavorava e per la prima volta non ha visto la gara insieme con mamma, così si sono chiamati tra loro, piangevano felici. Hanno sfidato la sorte a stare divisi...».