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 2013  dicembre 14 Sabato calendario

IL C. T. MODERNO GIOCA CONTRO LA SUA

NAZIONALE –

Quando le statistiche possiedono un’anima, raccontano l’evoluzione della storia del calcio. Nessun Mondiale, nemmeno la pionieristica prima edizione del 1930, ha registrato l’en plein di squadre guidate da un commissario tecnico della stessa nazionalità. All’epoca erano le rappresentative sudamericane di seconda fascia a chiedere aiuto in Europa, mentre in seguito è stata l’Africa, inizialmente esclusa dal torneo, a ricorrere massicciamente ad allenatori stranieri nel tentativo di dare uno sviluppo tattico alla superiore fisicità dei suoi atleti.
Nel 1978 – ultima edizione a 16 squadre – venne toccato il numero minimo di c.t. di un altro Paese, soltanto uno, e grazie a una figura molto speciale: Ernst Happel, il mitico allenatore austriaco vincitore di due coppe dei Campioni con Feyenoord e Amburgo e campionati di quattro nazioni diverse (impresa replicata solo molti anni dopo da Trapattoni e Mourinho), guidò l’Olanda sino alla finale persa ai supplementari dall’Argentina padrona di casa. La finale del ‘78 è il massimo risultato ottenuto da un tecnico straniero: tutti i titoli mondiali sono stati vinti da nazionali condotte da un commissario tecnico dello stesso Paese. Nemo propheta ex patria.
Quello che ci interessa annotare è come gli allargamenti delle partecipanti alla fase finale del Mondiale (24 dal 1982, 32 dal 1998) abbiano progressivamente alzato, nel numero e anche nella percentuale, la presenza degli allenatori stranieri. È come se fosse crollato un tabù: nei tornei 1982, 1986 e 1990 furono quattro, nel 1994 sei, nel 1998 dieci, nel 2002 otto, nel 2006 quattordici – è l’attuale primato – nel 2010 dodici.
Il contributo di un blogger del sito Espn, il brasiliano Francisco De Laurentiis (parente?), segnala che se da qui a giugno non ci saranno avvicendamenti sulle panchine mondiali, il record del 2006 verrà ritoccato a quota 15, e siamo quasi alla metà delle 32 iscritte. Nel dettaglio: Giappone (Zaccheroni, italiano), Russia (Capello, italiano). Costa d’Avorio (Lamouchi, francese). Svizzera (Hitzfeld, tedesco), Colombia (Pekerman, argentino), Usa (Klinsmann, tedesco), Costa Rica (Pinto, colombiano), Cile (Sampaoli, argentino), Iran (Queiroz, portoghese), Ecuador (Rueda, colombiano), Honduras (Suarez, colombiano), Camerun (Finke, tedesco), Algeria (Halilhodzic, bosniaco), Australia (Postecoglou, greco) e Grecia (Santos, portoghese). Stiamo parlando di scelte molto qualificate: ci sono vincitori di Champions League come Capello e Hitzfeld, di Mondiali under 20 come Queiroz, di serie A come Zaccheroni.
In Brasile aspettatevi molte di queste domande: mister, che cosa prova ad affrontare il suo Paese?