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 2013  dicembre 16 Lunedì calendario

BERGOGLIO E LA TV: «NO A UNA FICTION SU DI ME»


Papa Francesco potrebbe incontrare presto attori, registi, sceneggiatori di tutto il mondo in Vaticano. L’idea è nata venerdì 13 dicembre durante il lungo incontro che il Pontefice ha avuto con Ettore Bernabei, presidente onorario della Lux Vide (la presidenza operativa è ora di sua figlia Matilde Bernabei) e con suo figlio Luca, amministratore delegato della società di produzione televisiva.
Il Papa li ha accolti con grande cordialità, senza alcuna formalità: Luca Bernabei racconta di essere stato molto colpito dal primo gesto, cioè di far sedere suo padre Ettore su una sedia accanto a lui e non di fronte alla scrivania. Bergoglio si è interessato alla storia della Lux Vide raccontata dall’ex direttore generale della Rai. Ettore Bernabei ha ricostruito il progetto nato vent’anni fa quando un gruppo di imprenditori italiani (Falck, Pesenti, Merloni, Arvedi, Bazoli, Capaldo e altri) decise di sostenere l’idea di una casa di produzione italiana che si sarebbe impegnata in contenuti diversi dalla solita fiction. Una scelta editoriale legata a un forte impegno etico, ha sottolineato Bernabei, che ha trovato in Vaticano sempre appoggio e approvazione.
Papa Francesco ha raccontato di essere profondamente preoccupato dalla questione dei contenuti televisivi, senza entrare in dettagli o in esempi: ma la comunicazione audiovisiva è un tema che Bergoglio ha detto di seguire con attenzione e inquietudine. Poi Luca Bernabei ha trovato il coraggio di mostrare al Papa i dvd dei tanti film prodotti dalla Lux Vide. In particolare Bergoglio si è soffermato su quella dedicata a san Filippo Neri, il santo della gioia e dell’aiuto ai ragazzi in difficoltà. E ha detto che «è importantissimo per i cristiani essere portatori di gioia e non di tristezza. Perché la tristezza significa lontananza dallo Spirito Santo e impossibilità di rendere attraente il messaggio di Cristo per altri uomini. I cristiani tristi non credono allo Spirito Santo». Poi il discorso è passato su altre fiction, per esempio su quella dedicata alla figura di Maria, e poi «Guerra e pace» e la recente «Anna Karenina». Il Papa ha detto ai Bernabei che bisogna «perseverare in un lavoro che mostri all’uomo la bellezza che è specchio di Dio. Nella bellezza e nel creato gli uomini incontrano Dio e sollevano lo sguardo al cielo».
Per il Pontefice è molto importante «una comunicazione per l’uomo pensata e non improvvisata». Ha mostrato i suoi timori anche per il mondo di Internet, per quella comunicazione che ha definito, usando volutamente un termine di Internet, «viralizzata», riferendosi a quei virus che contagiano non solo i computer ma anche l’uomo.
Ettore Bernabei gli ha poi descritto il loro rapporto di produttori con attori come Terence Hill, Elena Sofia Ricci ed Alessandro Preziosi. Bernabei gli ha detto che «sono stati fortemente toccati dai personaggi testimoni di fede che hanno portato sullo schermo». Bergoglio si è incuriosito e a sua volta ha raccontato che quando viveva a Buenos Aires accanto alla sede arcivescovile c’erano anche gli uffici della televisione della curia e che lì ha avuto modo di incontrare tanti artisti. In un primo momento, ha raccontato il Papa, erano diffidenti, ma quando capivano che lui non aveva mire proselitiste, cioè non intendeva convertirli «ma c’era solo amore e interesse verso la persona, si lasciavano andare a rapporti veri e a confidenze». E proprio da lì è nata l’idea di un incontro collettivo tra gli artisti di tutto il mondo e il Papa, per proseguire questo dialogo. I Bernabei gli hanno raccontato che da più parti arrivano richieste alla Lux Vide di realizzare una fiction sulla sua giovinezza e sull’Argentina di Perón. Bergoglio ha detto di sapere che in vari Paesi si sta progettando qualcosa di simile ma ha fatto chiaramente capire che certe iniziative non gli sono gradite. Invece si è detto contento del progetto su Sant’Ignazio di Loyola, il film della Lux Vide ora in lavorazione: per Bergoglio sarebbe giusto «rimuovere quella patina di uomo inquisitore mentre invece sant’Ignazio fu un credente di grande spirito, pietà e di enorme modernità che fu capace di costruire un esercito di sacerdoti colti e formati che nei secoli è sempre stato al fianco della chiesa».
Poi è arrivato monsignor Georg Gänswein per ricordare al Papa l’incontro successivo. Quindi i saluti, la benedizione. Con un Ettore Bernabei particolarmente emozionato, e salutato con affetto da chiunque lo incontrasse lasciando il Vaticano. Racconta suo figlio Luca: «Mio padre ha incontrato tutti i politici che hanno avuto un ruolo di rilievo in questo Paese negli ultimi 60 anni, da De Gasperi fino a Renzi, come ha conosciuto presidenti degli Stati Uniti o segretari di Stato, ma solo quando ha incontrato i pontefici l’ho visto emozionato. E venerdì era scosso come raramente lo avevo visto».
Paolo Conti