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 2013  dicembre 16 Lunedì calendario

VOLI DI STATO, CAMPAGNE D’ODIO E MORALISMO TROPPO FACILE


Gentile direttore,
accendere una polemica o, peggio, elevare l’episodio della «gita» in Sudafrica della presidente della Camera Boldrini a questione ideologico-sessuale, mi pare un’idea goffa che stride con la realtà. Capitò anche a me, da ministro della Giustizia, di essere sottoposto ad una campagna di aggressione mediatico-moralistica per essermi fatto accompagnare da mio figlio — solo da lui e, peraltro, regolarmente autorizzato — in un volo per Milano e poi Monza. Le denunce non furono solo giornalistiche. Ce ne fu una reale da parte di un’associazione di consumatori. Finii davanti al Tribunale del ministri e alla Corte dei Conti con l’accusa di utilizzo indebito di un volo di Stato. In entrambi i casi sono stato prosciolto. La realtà, quella vera, è semplice: invece di utilizzare il volo di Stato per andare a Brescia il lunedì (cosa che mi sarebbe toccata in ragione del mio stato e per motivi di sicurezza) anticipai il volo alla domenica, usufruendo del passaggio da Napoli per Milano dell’allora ministro Francesco Rutelli (che si recava a Monza per premiare il terzetto dei primi arrivati al Gran Premio automobilistico). A Brescia sono andato il giorno dopo, da Milano, per dirimere una vertenza che vedeva bloccata l’attività giudiziaria del Tribunale a seguito di contrasti sindacali. Quindi non solo non ci fu alcun aggravio per lo Stato ma, invece, ci fu un risparmio, visto che dei due voli previsti ce ne fu uno solo. Tornando alla presenza del compagno della presidente Boldrini e dei suoi collaboratori alle esequie di Mandela, è stato chiarito che non c’è stato alcun costo aggiuntivo. Esattamente come era stato assicurato per mio figlio. Allora, però, zelanti catoniani giornalisti non ne tennero assolutamente conto. Se questa, oggi, è una scusante, avrebbe dovuto esserla anche per me. Ci fu persino chi chiese le mie dimissioni da ministro… «Non solum, sed etiam»! Leggo che chi allora mi attaccò oggi si profonde in perdoni ideologici per la presidente della Camera. Un atteggiamento da doppiopesismo eticamente ripugnante. Ritengo che Laura Boldrini faccia bene a difendere il suo compagno. Così io, a distanza di tempo, so di essere nel giusto nel ribadire la difesa della mia dignità. E, nel contempo, non posso non essere ancora più arrabbiato per il modo con cui io, e soprattutto mio figlio, fummo trattati. In tutta onestà, mi sento di dire che il viaggio in Sudafrica è stato molto diverso dal mio viaggio a Milano-Monza.
Clemente Mastella
Ps. C’era davvero bisogno che la presidente della Camera e i suoi cari andassero in Sudafrica? Non bastava il presidente del Consiglio Enrico Letta a rappresentare l’Italia ed a rendere omaggio alla figura di un eroe della storia mondiale?