Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  dicembre 16 Lunedì calendario

NIENTE FONDI, I SUPPLENTI DA PAGARE ESTRATTI A SORTE


In ritardo i trasferimenti di denaro dal ministero, pochi soldi nelle casse delle scuole, non abbastanza per pagare lo stipendio a tutti i supplenti. E allora torna il sorteggio per stabilire a quali insegnanti e amministrativi precari versare il mensile. Dopo il caso di primavera a Grosseto, la lotteria della paga si è ripetuta a Prato: 5 su 18 “fortunati”, quattro docenti e un amministrativo, i cui nomi sono usciti dal sorteggio deciso dalla preside dell’Istituto comprensivo Iva Pacetti, hanno ricevuto lo stipendio di novembre.
Gli altri, insieme a migliaia di loro colleghi in tutta Italia, faranno “Natale magro” — come dice il sindacato Anief — e dovranno aspettare gennaio per riscuotere. «Il Miur — fa infatti sapere il ministero — ha coperto completamente le prestazioni per le supplenze brevi fino al 31 ottobre e in buona parte, ma non completamente per mancanza di disponibilità sul capitolo supplenze, fino al 30 novembre».
A fronte di un esborso di 35 milioni, sono slittati versamenti per 30 milioni. Ai precari brevi saranno pagati a gennaio metà dei compensi di novembre, tutti quelli di dicembre e le quote di tredicesima.
Il caso scoppia dopo quanto è successo nei giorni scorsi a Prato, all’Istituto comprensivo Pacetti che comprende due scuole dell’infanzia e una elementare. Pagati professori di ruolo e supplenti annuali — che dappertutto riscuotono direttamente dal Miur in base ad una programmazione annuale — il problema si è aperto per i supplenti chiamati a sostituzioni di pochi giorni e il cui impiego è comunicato dalle scuole al ministero che di volta in volta eroga i fondi. In cassa la dirigente scolastica pratese aveva solo 5.000 euro, che sarebbero dovuti servire per compensare 18 precari per le loro prestazioni di novembre. In teoria, 277 euro a testa. La direttrice ha scelto un’altra strada: il sorteggio, che ha “premiato” 4 insegnanti e un amministrativo. Gli altri aspetteranno.
Sempre a Prato all’Istituto comprensivo Malaparte, di soldi in cassa ce n’erano 3.000 per cinque supplenti da retribuire. Si è deciso di privilegiare i tre completamente a carico della scuola, lasciando all’asciutto gli altri che svolgono supplenze anche in altri istituti. «Alcune scuole hanno dato piccoli acconti, con la prospettiva di saldare tutto a gennaio o febbraio» completa il quadro pratese Alessandro Rizzello, segretario della Uil Scuola. Il sorteggio, invece, c’era già stato a marzo al liceo linguistico Rosmini di Grosseto. «Speravamo che fosse la prima e l’ultima volta, mi turba sapere che è successo di nuovo» dice Stella Targetti, assessore regionale all’istruzione. «Occorre che il sistema pubblico ponga fine a trasferimenti di denaro farraginosi, destinati alla scuola così come alle imprese, che in tutta Italia finiscono per colpire le persone».
Che quello dei supplenti di Prato non sia una caso isolato lo ammette lo stesso Miur. «La parte mancante per completare i pagamenti di novembre e fare quelli di dicembre — assicura il Miur — sarà pagata a gennaio come già anticipato in forma scritta alle scuole, ma la scelta di estrarre a sorte i supplenti da pagare non è corretta: i compensi vanno erogati in ordine cronologico, in base, cioè, alla data di inizio della supplenza».
Protesta il sindacato. «A saltare sono gli emolumenti, quote di tredicesime comprese, da assegnare ai dipendenti più deboli — attacca Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief — Si tratta di una situazione intollerabile perché si va a infierire sulle già pessime condizioni economiche e lavorative che devono affrontare i docenti della scuola italiana, quelli che ricevono stipendi tra i più bassi dell’area europea: in media tra i 1.200 ed i 1.300 euro».