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 2013  dicembre 14 Sabato calendario

FORCONI MISTICI E PUTINIANI


Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo”, cantava Gino Paoli. Ripensandoci pare di vedere questi leader dei forconi, con la differenza che i toni romantici della canzone non c’entrano proprio nulla con chi si esibisce in battute antisemite e sfila nei cortei assieme a teste rasate propense al braccio teso del saluto romano. Oltre ad accettare la presenza nel movimento, al sud, di uomini delle cosche mafiose, come ha denunciato anche il capo dei servizi segreti Arturo Esposito. Rimane il fatto che in piazza non sono mancati disoccupati, precari e persone disperate, rimaste senza rappresentanza e strozzate dalla crisi.
Quindi, alla fine della prima settimana di proteste, blocchi stradali, negozi costretti alla serrata e presidi vari, è utile scorrere le figurine di chi si è posto alla guida di questo variegato ed eterogeneo movimento, pronto, rievocando brutti ricordi, a una marcia su Roma già ridimensionata a presidio.
IL CONTADINO IN JAGUAR
Danilo Calvani, il numero uno, 51 anni, contadino di Pontinia, provincia di Latina. Arringa le piazze da giorni, girando con la Jaguar di un amico camionista, risultata peraltro pignorata. Lo stesso Calvani, come rivelato dall’Espresso, nella sua attività di piccolo agricoltore è pieno di debiti e inseguito dai creditori. A Latina, in passato, si è anche candidato a sindaco, senza successo. Alle urne ha votato un po’ di tutto: Dc, Psi, Forza Italia, Verdi. Adesso ha soltanto un obiettivo: “Manifesteremo a Roma per fare andare tutti a casa. Faremo andare il panettone di traverso ai politici”.
IL FONDATORE SICILIANO
Mariano Ferro, 53 anni, imprenditore agricolo di Avola, provincia di Siracusa, su Facebook dice di aver “subito in prima persona la crisi del settore agricolo”. Già candidato in passato a sindaco di Avola e alla Camera. Sempre trombato, è fondatore del “Popolo dei forconi”. È stato molto vicino a Forza Italia e poi al Mpa di Raffaele Lombardo. Sul torinese Zunino e le frasi antisemite dice: “Non possiamo stare dietro ai malati di mente e agli esaltati”.
L’INDIPENDENTISTA
Lucio Chiavegato, 48 anni, falegname, è chiamato “il Comandante” dagli amici della Life (Liberi imprenditori federalisti europei), di cui è presidente. Ha un idolo e modello politico su tutti, si chiama Vladimir Putin: “Il presidente della Russia decide e non si inchina di fronte a nessuno, ma difende il proprio Paese”. Sul suo sito si presenta così: “Mi sto battendo da anni per la libertà del nostro Popolo Veneto. Prima con il Life poi con esperienze politiche prima federaliste, poi autonomiste ed ora Indipendentiste”. Infatti, a differenza degli altri leader della protesta non ama molto il tricolore ma preferisce la bandiera con il leone di San Marco della Serenissima. Ha vergato di suo pugno un vademecum per spiegare come si affronta la Guardia di finanza in caso di controlli.
IL SUFISTA RINNEGATO
Si definisce “portavoce mistico del movimento” Andrea Zunino, 60 anni, agricoltore, vive tra Biella e Vercelli ed è stato uno dei capi della piazza più calda negli scorsi giorni, Torino. Sulla politica ha le idee chiare: “Con Grillo m’incontrerei, i grillini sono persone perbene. Con Berlusconi mai, anche se le porcate peggiori da noi le ha fatte la sinistra”. Si è addirittura convertito all’islam, come ha spiegato in un’intervista a Repubblica, “per poter praticare il sufismo e diventare un maestro del respiro consapevole”. Il fondo lo ha già toccato, con questa affermazione: “L’Italia è schiava dei banchieri ebrei”. Calvani, Chiavegato e soci, adesso, dicono di non riconoscerlo come parte del movimento.
IL SUPEREROE DI MILANO
A Milano, invece, le proteste di piazzale Loreto sono guidate da un tecnico informatico Giuseppe, detto Chewbe, De Leo. Tra le sue foto di Facebook lo si può ammirare anche in costume da supereroe. Questo il suo pensiero: “Credo in un Paese che ha scritto la storia. Credo che sia venuto il momento di rialzare la testa ed imparare di nuovo ad essere orgogliosi di essere italiani”.