Silvia Barocci, Il Messaggero 14/12/2013, 14 dicembre 2013
BRACCIALETTO OBBLIGATORIO PER GLI ARRESTI DOMICILIARI
LE NOVITÀ
ROMA Meno carcere, grazie all’introduzione di una “liberazione anticipata speciale” che nel giro di un paio d’anni dovrebbe portare ad alleggerire le sovraffollate carceri italiane di circa 3mila detenuti. Più braccialetti elettronici, con la previsione dell’obbligo (e non più la facoltà) per il giudice di disporli per i detenuti ai domiciliari anche in sostituzione della custodia cautelare in carcere. Eccolo il decreto legge che il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri porterà in Consiglio dei ministri, forse prima di Natale, assieme alle misure sul civile ieri slittate a Palazzo Chigi. Otto articoli in tutto, che puntano a “riabilitare” l’Italia agli occhi di Strasburgo dopo le condanne della Corte europea dei diritti dell’uomo per il degrado del sovraffollamento carcerario.
LA SPERIMENTAZIONE
All’obbligo di introduzione dei braccialetti elettronici è dedicato il primo degli articoli del provvedimento. Una misura, questa, già in passato molto contestata. La sperimentazione fu avviata nel 2001, dall’allora ministro dell’Interno Enzo Bianco, ed ha avuto costi pesantissimi per lo Stato: 81,3 milioni di euro, fino al 2011, per poche decine di dispositivi attivati su 400 forniti. La convenzione con Telecom è stata rinnovata a fine 2011, nell’ambito di un’intesa più ampia che riguardava il sistema delle comunicazioni del ministero dell’Interno. Fino a un anno fa poco utilizzati perché malfunzionanti o non tutti dotati di Gps, i braccialetti ora in funzione sarebbero una quarantina. La bozza di decreto della Cancellieri prevede che il giudice, «salvo che non le ritenga non necessarie», attivi procedure di controllo tramite mezzi elettronici «quando ne abbia accertato la disponibilità da parte della polizia giudiziaria». Resta da vedere se il braccialetto, con l’obbligo per legge, sarà più utilizzato di quanto non lo sia stato in oltre dieci anni.
LIBERAZIONE ANTICIPATA
Ma le misure introdotte dal decreto sono molte altre e anche di maggiore impatto strutturale. La più importante è l’innalzamento da 45 a 75 giorni di liberazione anticipata ogni sei mesi per buona condotta. Sarà in ogni caso una disposizione a tempo, che varrà retroattivamente a partire dal primo gennaio 2010 ai due anni successivi alla data di entrata in vigore della legge. Inoltre, non sarà una misura automatica ma sottoposta alla valutazione, caso per caso, del magistrato di sorveglianza. A chi ipotizza che un simile beneficio possa valere anche per condannati ”eccellenti” quali Berlusconi, al ministero della Giustizia fanno notare che un comma specifico del decreto prevede che la misura sia applicata solo a chi è in carcere e non ai condannati ammessi all’affidamento in prova ai servizi sociali o alla detenzione domiciliare (presto il Cavaliere potrebbe essere tra i primi). E ancora: il decreto innalza da tre a quattro anni il limite di pena per l’affidamento in prova, sempre dietro valutazione del giudice.
DROGA ED EXTRACOMUNITARI
Correttivi anche alla legge Fini-Giovanardi sulla droga: viene introdotta una fattispecie “ad hoc”, quella dello spaccio di “lieve entità” punita con la reclusione da uno a 5 anni e con una multa da 3mila a 26mila euro. In questo modo è prevedibile che in futuro diminuiranno, e di molto, i detenuti per droga che attualmente sono circa 8.500 su 24mila imputati e 15mila su 40mila definitivi. Per agevolare l’espulsione dei detenuti extracomunitari, inoltre, sono previste misure più celeri per la loro identificazione in carcere. Infine l’istituzione del Garante nazionale dei detenuti, figura incardinata presso il ministero della Giustizia.