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 2013  dicembre 14 Sabato calendario

A VIENNA UN MINISTRO DEGLI ESTERI DI 27 ANNI


IL PERSONAGGIO
Non si è ancora laureato, ma la dura gavetta politica e il bell’aspetto gli sono valsi il primato di più giovane ministro degli Esteri europeo. A soli 27 anni Sebastian Kurz, esponente di spicco del partito popolare Övp (Oesterreich Volks Partei), è il nuovo capo della diplomazia austriaca nel governo di larghe intese guidato dal socialdemocratico Werner Faymann. Già sottosegretario all’Immigrazione - delega che dovrebbe mantenere – il viennese Kurz, forte di uno sguardo da attore hollywoodiano e l’eleganza borghese, ha iniziato la sua inarrestabile ascesa nel 2009 come capo della sezione giovanile del partito prima di farsi eleggere, già un anno dopo, in consiglio comunale.
FUORI DAGLI SCHEMI
All’epoca il suo linguaggio fuori dagli schemi e un modo di fare sbrigativo, “cool”, convinsero gli elettori e i media molto più dell’Hummer con cui andava in giro per comizi e riunioni. Sul gigantesco suv campeggiava infatti la vistosa scritta “Geilomobil”: fico-mobile. Decisamente un autogol, per cui la satira nazionale lo perseguita ancora oggi. Nel 2011 entrò comunque al governo e, salvo qualche iniziativa criticabile e criticata (come la proposta di introdurre l’obbligo del tedesco nelle moschee per contrastare il terrorismo), Kurz è riuscito a lasciare il segno grazie a buone capacità di dialogo con molte componenti della società civile.
L’IMMIGRAZIONE
Fra l’altro, è merito suo se gli immigrati già padroni della lingua tedesca e più attivi nel sociale oggi possono ricevere la cittadinanza austriaca in soli sei anni. Alle ultime elezioni, il neo-ministro è stato, non a caso, il parlamentare col numero maggiore di preferenze. Tutto questo potrebbe non bastargli per affrontare degnamente gli impegni che lo aspettano ai vertici della diplomazia. Il primo appuntamento internazionale sarà il vertice dei ministri europei, già lunedì a Bruxelles: lì finora facevano la parte dei “pischelli” colleghi come il bulgaro Kristian Vigenin (38 anni) o l’estone Urmas Paet (39), che rispetto all’austriaco appartengono a un’altra generazione, per non dire era geologica. Ma in Europa si respira un’aria nuova, se è vero che già in agosto la Serbia – ufficialmente candidata all’adesione Ue – ha nominato un ministro delle Finanze di 29 anni, il poliglotta Lazar Krstic, con tanto di laurea a Yale e carriera avviata in McKinsey. Mentre i leader mondiali under 40 governano soprattutto in Paesi non democratici come la Corea del Nord, il cui attuale dittatore Kim Jong-un (46esimo nella lista dei giovani più potenti al mondo secondo Forbes) ha 30 anni o il Bhutan, dove il monarca Jigme Khesar Namgyel Wangchuck è salito al trono nel 2006 all’età di 26.
GLI UNDER 40
Prima della nomina di Kurz in Austria, si era parlato moltissimo della prima donna ministro degli Esteri in Pakistan, Hina Rabbani Khar: prese l’incarico nel 2011 a 34 anni, e fu incoronata dalla stampa internazionale come “il capo della diplomazia più giovane del pianeta”. Quanto all’Italia, gli enfant prodige sono stati Giulio Andreotti – diventato ministro degli Interni a 35 anni durante il primo breve governo Fanfani – e l’attuale premier Enrico Letta che, nel novembre del 1998, strappò al Divo il primato di più giovane ministro della storia repubblicana quando gli furono assegnate le Politiche Comunitarie ad appena 32 anni. Letta è stato successivamente anche il secondo più giovane presidente del Consiglio, distanziando di un paio d’anni il record di Giovanni Goria (45). Il più “piccolo” a guidare la Farnesina è stato invece Franco Frattini, al suo primo mandato da capo della diplomazia nel 2002: aveva 45 anni, quella che potrebbe essere grossomodo l’età del padre di Kurz.