Stefano Semeraro, La Stampa 14/12/2013, 14 dicembre 2013
L’ESTINZIONE DEL DOPPIO
«Perché si continui a giocare il doppio, per me, è un mistero». Parole e veleno di mister John McEnroe, l’eterno moccioso del tennis che a 54 anni rifiuta il pensionamento e continua a produrre serve-and-volley anche con le idee. «La coppia di doppio più forte di sempre?», chiesero una volta al suo storico compagno, Peter Fleming. «John McEnroe e un altro», rispose l’umile spalla bionda del Number One, che però nel ranking di singolare fu anche n. 8. Oggi va diversamente.
Al Tennis Club la domenica il doppio è la specialità più gettonata, ma fra i pro è diventato un ghetto per specialisti. «Il doppio è diventato il rifugio degli scarsi, dei lenti - attacca Johnny - meglio abolirlo e dare i soldi dei montepremi ai singolaristi fra il n. 400 e il 1000 Atp, ai giovani che avrebbero una chance». Provocazione? Mica tanto, considerando che a dominare la specialità da anni sono i gemelli Bob e Mike Bryan, da Camarillo, California, 15 Slam e oltre 340 settimane da n. 1. Simpaticissimi, energetici, ma privi di una classifica in singolare. «Quando mi dicono che sono la coppia più forte della storia rispondo “scusa?”. Ai Bryan voglio bene, ma non scherziamo. Nadal e Federer sarebbero i migliori se giocassero insieme».
Qui sta il punto. A uccidere il doppio è stato il successo economico del singolare: oggi i prize-money del tabellone principale sono troppo ghiotti per rischiare caviglie e fatica in coppia. Una lenta eutanasia iniziata a metà Anni 70, quando il re di allora - Jimbo Connors - per primo iniziò a snobbare un impegno onoratissimo dai suoi predecessori. Nell’anno del debutto Open di Wimbledon (1968) il primo turno fu Newcombe-Roche contro Lutz-Smith; quest’anno la finale del Masters se la sono giocata Verdasco-Marrero e Granollers-Lopez: capite il problema? «Piange il cuore dirlo, ma McEnroe ha ragione - ammette Paolo Bertolucci, doppista sommo a fianco di Panatta -. I big il doppio non lo giocano, in tv non lo trasmettono, al botteghino non fa vendere un biglietto. Certo, quando Nadal o Federer si iscrivono, magari per allenarsi, lo stadio si riempie anche al primo turno. Alzare il montepremi? Mah, temo che sarebbe buttare soldi. Forse si potrebbe provare con una classifica mista singolare-doppio, 80 per cento di punti da attribuire con il singolare e 20 con il doppio, per ingolosire i più forti. Ma la verità è che è una specialità in estinzione».
Vittorio Selmi, storico Tour Manager Atp, suggerisce altre soluzioni («far giocare il doppio solo a chi è in tabellone anche in singolo»), e l’Atp ha provato anche a usare il defibrillatore introducendo, nel 2008, il punteggio senza vantaggi e il super-tiebreak al posto del terzo set. Ma il paziente non ha neanche sobbalzato. Caro vecchio doppio, che tristezza vederti così.