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 2013  dicembre 13 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - ABOLITI I RIMBORSI AI PARTITI


ROMA - Il governo ha approvato oggi, con un decreto, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Lo aveva preannunciato via Twitter il presidente del consiglio Enrico Letta:
"L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è realtà - ha detto poi in conferenza stampa Letta -. Il nuovo sistema di finanziamento, con il due per mille, dà tutto il potere ai cittadini", ma, spiega il premier, è un sistema "che non frega i cittadini perché l’inoptato resta allo Stato". Il testo votato oggi, ha precisato che il testo è quello del ddl approvato dalla Camera. Ma c’è di più: nel decreto c’e’ anche "l’obbligo della certificazione esterna dei bilanci dei partiti". Una decisione per superare "l’opacita’" di questi anni e che "rendera’ impossibile che in Italia si torni agli scandali degli anni scorsi". In pratica la riforma, che nel 2014 prevede una riduzione del finanziamento pubblico del 25%, nel 2015 del 50% e nel 2016 del 75% andrà a regime dal 2017 quando il sistema attuale sarà abolito in toto e sostituito dalle donazioni volontarie del 2 per mile dei cittadini. E questo offre il destro a Beppe Grillo, che vede a rischio un suo cavallo di battaglia, per dire: "Sono solo chiacchiere, basta prese in giro".

’’E una è andata: abolito il finanziamento pubblico ai partiti! Ora avanti con riduzione del numero dei parlamentari. Ecco i fatti’’. Così il ministro
Gaetano Quagliariello, sempre su Twitter, ha commentato la decisione del governo.

"Il decreto che abolisce il finanziamento pubblico dei partiti ’’riproporrà il testo della Camera dei deputati - ha detto il ministro delle Riforme - verrà mandato al Senato e se ci sarà necessità di fare qualche correzione sarà fatta dal Parlamento e non dal governo’’.

Twitter è anche il canale scelto dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per commentare la notizia: "In Cdm abbiamo appena abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Per decreto. Impegno mantenuto!", scrive sul social network.

Una scelta molto chiara, quella del decreto, dice Alfano: "e molto forte e immediatamente conseguente alla fiducia ottenuta dal Parlamento".

Il decreto, con ogni probabilità, recepità il disegno di legge già approvato dal Cdm, ma fermo in Parlamento. Questo ora dovrà esprimersi in sessanta giorni. E, nel frattempo, le nuove norme saranno già in vigore.

Le reazioni. La decisione del Cdm è condivisa dal segretario del Pd, Matteo Renzi, che, per dimostrare il suo apprezzamento, ha ritwittato il post di Letta. E la decisione del governo è vista come il primo risultato dell’’effetto Renzi’ sull’esecutivo: "L’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti va nella direzione da noi auspicata. Era una nostra priorità e possiamo giustamente parlare di un positivo effetto renzi sull’esecutivo", sottolinea Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria del Pd. "Possiamo dire - aggiunge - di aver raggiunto un primo importante risultato. Dopo tanto parlare, tanti tatticismi, grazie alla nostra posizione si è dato un segnale concreto al Paese. Il lavoro è appena iniziato e il Pd fa sul serio. Piuttosto è sorprendente come Grillo continui a muoversi guardando indietro: c è chi le cose le fa, lui si limita, in ritardo, a parlarne".

La decisione del Cdm non trova però l’approvazione di tutti. "Inebriato dalle imminenti festività, nella inedita veste di Babbo Natale, Letta annuncia l’inattesa furbata: un decreto-legge scippa al Parlamento la legge sulla cosiddetta abolizione del finanziamento pubblico che era già in dirittura d’arrivo e obbliga le Camere a ricominciare d’accapo tutto l’iter per la conversione", afferma in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.

Immediata la reazione alla notizia del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che sempre usando i pochi caratteri di Twitter, attacca Letta, giudicando la decisione del Cdm una presa in giro:

Prima Grillo aveva invitato il Pd a restituire il denaro ricevuto: "Basta con le chiacchere Enrico Letta. Restituisci ora 45 mln di euro di rimborsi elettorali del Pd a iniziare da quelli di luglio", si legge nel tweet che rilancia l’hashtag ’#bastaunafirma’.

Prima di parlare, preferisce vedere il testo il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: "Finanziamento ai partiti abolito per decreto? Prima di cantare vittoria aspettiamo di vedere il testo. Di fregature ne abbiamo prese troppe finora", ha scritto su Twitter.


Le ultime modifiche. L’ultimo emendamento al testo del governo approvato dalla maggioranza prevede l’abbassamento delle aliquote: chi donerà soldi ai partiti godrà di detrazioni al 37% tra i 30 euro e i 20 mila euro, al 26% tra i 20 mila e i 70 mila euro.

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A novembre il procuratore del Lazio della Corte dei Conti, Raffaele De Dominicis, aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale di tutte le leggi, a partire dal 1997, che hanno reintrodotto il finanziamento pubblico dei partiti: secondo il suo parere l’operazione è stata fatta in difformità con quanto proclamato dai cittadini con il referendum dell’aprile 1993.

SCHEDA SULLA LEGGE
ROMA - Il testo sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, approvato oggi dal Consiglio dei ministri, è identico a quello votato dalla Camera lo scorso 16 ottobre, senza la delega, ossia la parte che non può stare in un decreto legge.

Ecco allora quali sono i contenuti del testo approvato tre mesi fa dall’Aula di Montecitorio. I 288 sì giunsero da Pd, Pdl e Scelta civica. Sel si astenne, mentre il M5s votò contro dicendo che la norma avrebbe messo i partiti nelle mani "delle lobby dei gruppi industriali".

I tetti alle erogazioni di privati e società. Il limite sarà a scalare in maniera graduale per i prossimi 3 anni: la percentuale in base alla capacità di raccolta dei bilanci dei partiti sarà nel 2014 del 15%, nel 2015 del 10%, nel 2016 del 5 per cento. Dal 2017 il limite alle donazioni diventa a regime e sarà di 300 mila euro per le persone fisiche e di 200 mila per le persone giuridiche (associazioni, società, fondazioni). I tetti saranno applicati anche alle fideiussioni o altre tipologie di garanzie reali o personali concesse in favore di partiti politici. Per le donazioni private ai partiti fatte tramite testamento dopo la dipartita del ’benefattore’ (ossia i lasciti mortis causa), il tetto dei 300 mila euro non vale.

Detrazioni fiscali. Per quanto riguarda le detrazioni fiscali, il ddl approvato dall’aula della Camera prevede che saranno del 37 per cento per importi compresi tra 30 euro e 20 mila euro annui e del 26 per cento per importi compresi tra tra 20.001 E 70.000 Euro annui. Detrazioni fiscali del 75%, per importi annui fino a 750 euro, anche per la partecipazione a scuole o corsi di formazione politica promossi e organizzati dai partiti.

Una delle novità sarà la possibilità di fare donazioni via sms, esenti da Iva: con un emendamento approvato in aula si sancisce "la raccolta di fondi per campagne che promuovano la partecipazione alla vita politica sia attraverso sms o altre applicazioni da telefoni mobili, sia dalle utenze di telefonia fissa attraverso una chiamata in fonia".

Multe salate per lo sforamento dei tetti. Previste anche multe salate e lo stop al finanziamento in caso di sforamento dei tetti. Le forze politiche che ricevono donazioni, da privati o società, superiori ai tetti di 300 mila e 200 mila euro, riceveranno una sanzione amministrativa pari al doppio delle erogazioni corrisposte o ricevute in eccedenza rispetto al valore del limite previsto. Il partito che non pagherà la multa sarà escluso dai finanziamenti tramite il due per mille per un periodo di tre anni dalla data di irrogazione della sanzione.

Chi può beneficiare dei contributi. Nel ddl viene anche precisato quali forze politiche possono beneficiare dei contributi dei privati o da persone giuridiche (associazioni, società, fondazioni). A decorrere dal 2014 le forze politiche iscritte nel registro dei partiti istituito con la nuova legge sono ammesse al finanziamento privato in regime fiscale agevolato qualora abbiano conseguito nell’ultima consultazione elettorale almeno un candidato eletto sotto il proprio simbolo, anche ove integrato con il nome di un candidato, alle elezioni per Camera, Senato, Parlamento europeo, Regionali, o abbiano presentato nella medesima consultazione elettorale candidati in almeno tre circoscrizioni per le elezioni per il rinnovo della camera dei deputati o in almeno tre regioni per il rinnovo del Senato della Repubblica, o in un consiglio regionale o delle province autonome, o in almeno una circoscrizione per l’elezione dei membri del parlamento europeo spettanti all’Italia.

Alla ripartizione annuale del 2 per mille potranno accedere i partiti che abbiano conseguito nell’ultima consultazione elettorale almeno un candidato eletto sotto il proprio simbolo alle elezioni per il rinnovo del Senato, della Camera o dell’Europarlamento.

La norma pro-colombe. Entra nel testo anche la norma ribattezzata ’pro-colombe’ del Pdl, o per la scissione dei falchi di Forza Italia che poi si è di fatto verificata, che consentirà anche ai nuovi gruppi parlamentari che si formeranno in corso di legislatura di fruire dei finanziamenti.

Parità di accesso. Nel ddl sono contenute anche disposizioni sulla parità di accesso alle cariche elettive: per i partiti che non candideranno almeno il 40 per cento delle donne in lista previste decurtazioni ai finanziamenti ottenuti attraverso il 2 per mille.

GRILLO IL 3 DICEMBRE: SOSPENDIAMO IL PAGAMENTO AI DIPENDENTI
ROMA - Sequestrare i beni dei partiti, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità dei rimborsi elettorali. E’ la provocazione lanciata da Beppe Grillo, che torna a scagliarsi contro il finanziamento pubblico dei partiti: "Hanno truffato gli italiani e gli hanno estorto 2.3 miliardi di euro di finanziamenti nonostante il voto contrario di un referendum" ha scritto sul suo blog.

La questione di legittimità costituzionale dei rimborsi è stata sollevata "dopo anni di silenzio omertoso delle istituzioni", accusa Grillo, che se la prende anche con la velocità del responso da parte della Suprema Corte: "Ha la velocità di un gasteropodo quando si tratta dei privilegi dei partiti - attacca, ricordando i tempi lunghi per il Lodo Alfano e il Porcellum -. Si dovrebbe avviare un’azione di sequestro preventivo dei patrimoni immobiliari dei partiti e una sospensione degli stipendi ai loro dipendenti".

Il leader 5 Stelle ha attaccato anche la Corte Costituzionale: "La decisione non potrà che essere la restituzione del maltolto allo stato. Ne dubitate? anche un bambino capirebbe che aggirare un referendum è incostituzionale. La domanda è però se la corte costituzionale è costituzionale"

La presa di posizione di Grillo contro i partiti è ancora più netta con il Pd: "Il pdmenoelle è il partito del ’chiagni e fotti’, ha come alfieri ’Renzie’, che è contro il finanziamento pubblico ma i soldi dei ’rimborsi’ li ha sempre utilizzati, e Capitan Findus Letta, il ballista d’acciaio, che voleva abolire il finanziamento e poi ha incassato una rata di 91 milioni di euro insieme agli altri partiti a luglio. Spende per sedi e stipendi dei suoi impiegati venti milioni all’anno. Il pdmenoelle (quota ex Ds, ex Pds, ex Pci) dispone di 2.399 immobili che hanno un valore di circa mezzo miliardo di euro affidati a 57 fondazioni a cui, beffa nella beffa, si può versare il 5 per mille in quanto enti di volontariato".

In merito al blocco delle retribuzioni, il Pd risponde a Grillo con le parole di Antonio Misiani, tesoriere e deputato democratico: "Prendersela con i lavoratori è una miserabile vigliaccata". Sulle accuse rivolte dal leader del M5S sugli immobili, Misiani ha replicato: "Vorremmo ricordare a Grillo che il Pd non ha alcun patrimonio immobiliare. Basta leggere i nostri bilanci, che noi, a differenza del M5S, facciamo certificare e mettiamo on line".

IL RICORSO DELLA CORTE DEI CONTI
ROMA - ll procuratore del Lazio della Corte dei Conti, Raffaele De Dominicis, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale di tutte le leggi, a partire dal 1997, che hanno reintrodotto il finanziamento pubblico dei partiti, per averlo fatto in difformità con quanto proclamato dai cittadini con il referendum dell’aprile 1993.

La decisione - ha reso noto lo stesso procuratore nel corso di un incontro con i giornalisti a margine dell’udienza di parificazione del rendiconto della Regione Lazio - è stata presa nell’ambito dell’indagine istruttoria aperta nei confronti dell’ex amministratore-tesoriere del partito "La Margherita", Luigi Lusi, sotto processo anche penalmente per illecite sottrazioni di denaro pubblico.

Rammentando che il corpo elettorale, in occasione del referendum "fornì una risposta decisamente negativa in relazione alla persistenza delle erogazioni di contributi statali a beneficio dei partiti politici e dei movimenti e/o gruppi ad essi collegati", si solleva questione di legittimità giacché le disposizioni posteriori "sono da ritenersi apertamente elusive e manipolative del risultato referendario, e quindi materialmente ripristinatorie di norme abrogate".

Per la Corte dei Conti, quindi, "tutte le disposizioni impugnate, a partire dal 1997 e, via via riprodotte nel 1999, nel 2002, nel 2006 e per ultimo nel 2012, hanno ripristinato i privilegi abrogati col referendum del 1993, facendo ricorso ad artifici semantici, come il rimborso al posto del contributo; gli sgravi fiscali al posto di autentici donativi; così alimentando la sfiducia del cittadino e l’ondata disgregante dell’antipolitica".

Dalla normativa contestata, poi, deriva per il procuratore De Dominicis "la violazione del principio di parità e di eguaglianza tra i partiti e dei cittadini che, per mezzo dei partiti stessi, intendono partecipare alla vita democratica della Nazione. Infatti, i rimborsi deducibili dal meccanismo elettorale risultano estesi, dopo il 2006, a tutti e cinque gli anni del mandato parlamentare, in violazione del carattere giuridico delle erogazioni pubbliche, siccome i trasferimenti erariali, a partire dal secondo anno, non solo si palesano come vera e propria spesa indebita, ma assunti in violazione del referendum dell’aprile 1993". La differenziazione degli importi dei rimborsi dopo il primo anno dalle elezioni "si configura arbitraria e discriminatoria perché consolida la posizione di vantaggio solo di quei partiti che hanno raggiunto la maggioranza politico-parlamentare".

Beppe Grillo ✔ @beppe_grillo
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Il decreto legge di Letta è l’ennesima presa per il culo. L’ennesimo tweet: http://www.beppegrillo.it/2013/12/letta_fatti_non_pugnette_fattinonpugnette.html … Basta balle d’acciaio #fattinonpugnette

Antonio Di Pietro ✔ @Idvstaff
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#finanziamentopartiti abolito per decreto? Prima di cantare vittoria, aspettiamo di vedere testo.Di fregature ne abbiamo prese troppe finora

la truffa c’è ma non si vede, o almeno sperano che non si veda.
Ma quale stop al finanziamento pubblico? Se io verso le tasse e da queste posso devolvere il 2 x mille ai partiti e poi dedurre tale versamento dalle imposte, ho dato ai partiti soldi miei o soldi che dovevano andare nelle casse dello stato?

ALTRE COSE CONTENUTE NEL DECRETO (ANSA)
Letta, approvati Destinazione Italia e consumo suolo - Il Cdm di oggi ha approvato il ddl sul consumo del suolo, nonché il decreto e ddl che hanno al loro interno i contenuti principali del piano Destinazione Italia. Lo ha annunciato il premier Enrico Letta in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Con il decreto Destinazione Italia "c’è una forte riduzione del costo delle bollette energetiche che è uno dei danni peggiori alla competitività delle nostre imprese", ha spiegato Letta.

Il decreto Destinazione Italia ’’serve per ridare fiducia alle piccole e medie imprese con un intervento importante sul credito di imposta per la ricerca delle le imprese, che serve ad incentivare a chi vuole investire’’. Così il premier Enrico Letta illustrando il decreto approvato in Consiglio dei ministri.

Zanonato, con decreto taglio bollette 850 milioni - Con il decreto approvato oggi dal Cdm il taglio delle bollette "sarà pari a 850 milioni di euro". Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato. I 600 milioni annunciati giorni fa da Letta crescono dunque grazie all’introduzione della "possibilità di spalmare nel tempo gli incentivi anche per il fotovoltaico".

Da Cipe ok finanziamento metro Napoli - "Abbiamo fatto anche una riunione del Cipe che ha approvato il progetto definitivo e assegnato il finanziamento della linea 1 della metro di Napoli Centro direzionale-Capodichino". Così il premier Enrico Letta illustrando le decisioni del governo.

’Interveniamo per calo costi e frodi Rc Auto’ - "Interveniamo con un articolo del decreto che avrà come effetto il calo dei costi dell’Rc Auto per i consumatori e un calo delle frodi". Lo ha annunciato il premier Enrico Letta, aggiungendo che "sappiamo benissimo che sono collegati: saranno misure a favore dei consumatori importanti e significative. E’ una delle materie su cui da troppo tempo si aspettavano interventi".

Matteoli, grave errore abolire finanziamento - "Il governo Letta la presenta come una conquista, io penso invece che l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sia un grave errore che inciderà profondamente ed in negativo sulla qualità della nostra democrazia". Lo dichiara il senatore Fi-Pdl Altero Matteoli. "Con nonchalance e una forte dose di demagogia Letta, Alfano, Quagliariello e gli altri ministri - aggiunge Matteoli - annunciano questa conquista. Per essere efficace ed al servizio dei cittadini, la politica deve essere organizzata e i partiti sono indispensabili fermo restando un serio controllo sulle loro spese. Con questo provvedimento sbagliat, si obbligano i partiti a cercare i finanziatori che poi li condizioneranno nelle scelte. Siamo di fronte ad un errore drammatico. Auspico che il Parlamento - conclude - rifletta prima di dare il via libera a questo decreto".