Umberto De Giovannangeli, L’Unità 13/12/2013, 13 dicembre 2013
NON SOLO F-35, I TREDICI PROGETTI DEL RIARMO
Informare, non demonizzare. Con una duplice avvertenza. dietro i numeri, in eccesso, vi sono persone, storie, percorsi di vita che meritano rispetto. Seconda avvertenza: ridurre le spese militari non significa smantellare uno dei pilastri della politica di un Paese, la Difesa, ma orientare, selezionare, gli investimenti in funzione del ruolo che s’intende avere sullo scenario internazionale. Un ripensamento da collocare in una chiave europea, sviluppando, ad esempio, una politica di Difesa integrata euromediterranea, modello Unifil , la missione Onu in Sud Libano che si regge essenzialmente sul contributo di Italia, Spagna e Francia. Ed è in questa chiave, che va esercitata una Spending review delle spese militari. Nella chiarezza. Caccia, blindati, elicotteri, fregate: le spese militari aumentano in modo clamoroso. Grazie a un trucco: i costi non ricadono solo sulla Difesa, ma anche sullo Sviluppo economico. F35, ma non solo. Quello dei cacciabombardieri F-35, o meglio degli Joint Strike Fighter, è il dossier più conosciuto, quello che ha sollevato più polemiche e mobilitato l’arcipelago pacifista. Ma questo progetto non è il più oneroso. A darne conto è Il Rapporto 2013 dell’Archivio Disarmo, realizzato da Fulvio Nibali con la direzione scientifica di Luigi Barbato, raccoglie una sorta di Top 13 dei programmi militari più costosi del 2013.
VELIVOLI EUROFIGHTER 2000 (22 miliardi e 194,6 milioni di euro)
Si tratta del caccia multiruolo europeo alla fine ribattezzato Typhoon, realizzato in cooperazione con Germania, Regno Unito e Spagna, ed entrato in servizio nel 2003, per l’Italia l’anno successivo a Grosseto. Il programma si concluderà nel 2021 per un costo totale di 21 miliardi e 100 milioni di euro. Per il 2013 sono di 51,6 milioni le poste finanziarie, cioè i soldi messi sul piatto dalla Difesa, e un miliardo 143 milioni quelli che fanno capo al ministero dello Sviluppo economico.
FREGATE EUROPEE MULTIMISSIONE (FREMM) (655,3 milioni di euro)
Si tratta di un programma, in cooperazione con la Francia, per l’acquisto di dieci fregate europee multi missione, le cosiddette Fremm. Andranno a sostituire le fregate delle Classi Lupo e Maestrale. Costo totale dell’operazione: 5 miliardi 680 milioni di euro per un completamento previsto nel 2019. La prima tricolore è stata consegnata alla Marina Militare lo scorso anno. In questo caso i fondi vengono per il 2013 dal ministero dello Sviluppo economico: 655,3 milioni di euro.
VELIVOLI JOINT STRIKE FIGHTER (500,3 milioni di euro)
Si tratta appunto degli F-35, realizzati in cooperazione con Usa, Regno Unito, Canada, Danimarca, Norvegia, Olanda, Australia, Turchia, Singapore e Israele per le fasi di sviluppo, industrializzazione e supporto. I mezzi costano ognuno fra i 99 e i 106,7 milioni di euro. Per il 2013 i fondi del ministero della Difesa ammontano a 500,3 milioni. L’anno prossimo saranno 535,4 e nel 2015 657,2. Sostituiranno Tornado, Am-x e Av-8B. Completamento previsto per il 2047.
PROGRAMMI A VALENZA INTERFORZE (297,6 milioni di euro)
Sono programmi militari che riguardano l’ammodernamento e il rinnovamento tecnologico dei mezzi e dei sistemi operativi in inventario, oltre che dei supporti operativi e delle apparecchiature in dotazione a enti, centri e comandi interforze. Tutto quello che serve, insomma, per supportare mezzi e sistemi messi in comune fra Aeronautica,Marina ed Esercito. C’è dentro di tutto: dall’aggiornamento agli standard internazionali ai sistemi di difesa personale fino a telecomunicazioni, ricerca sanitaria, centri tecnici, poligoni, manutenzione straordinaria, ripristino dei mezzi dopo l’azione. Costo totale per il 2013: 297,6 milioni di euro della Difesa.
SOMMERGIBILI DI NUOVA GENERAZIONE U-212 - 1^E2^S (191,8 milioni di euro)
Anche questo è un programma in cooperazione, stavolta con la sola Germania, e prevede l’acquisto di quattro sommergibili classe U-212, logistica inclusa. I Classe Todaro - ne abbiamo già due in flotta fin dal 2006/2007 - sostituiranno i più vecchi Classe Sauro ancora in servizio. Costo totale: un miliardo 885 milioni di euro, di cui 970 per la prima serie da completare entro l’anno prossimo e 915 per la seconda, da chiudere entro il 2016. Per quest’anno il ministero della Difesa pagherà 191,8 milioni di euro.
VELIVOLO JAMMS/CAEW-BM&C (132 milioni di euro)
É un programma che prevede l’acquisto di un velivolo multi-sensore/multi- missione Jamms, Joint airborne multisensor multimission system. Si tratta di un aereo-radar per supportare le operazioni delle forze nazionali e alleate impegnate in operazioni militari nel controllo e nella sorveglianza dello spazio d’azione. Non si tratta del solo aereo ma anche di un sistema più ampio che comprende piattaforma aerea, sistema di comunicazione e raccolta informazioni Signal Intelligence-Electronic Support Measures, radar di osservazione ad alta quota per l’individuazione di oggetti in movimento e dal segmento di terra per analizzare i dati. Costo totale entro il 2016: 580 milioni di euro. Per il 2013 sono 132 dalla Difesa.
VEICOLI BLINDATI MEDI 8X8 FRECCIA (130,1 milioni di euro)
Supporto tattico, protezione e sicurezza delle unità dell’esercito nel corso delle operazioni sul campo. A questo serviranno i 249 veicoli blindati medi detti Freccia, derivati dai Centauro, che hanno esordito nel 2010 in Afghanistan. Sono 8x8 in grado di trasportare 11 uomini completamente equipaggiati. L’operazione costa un miliardo e mezzo di euro entro il 2016. Quest’anno arriveranno 30,4 milioni di euro dalla Difesa e 99,7 dal ministero dello Sviluppo economico.
ELICOTTERI DA TRASPORTO MEDIO DELL’ESERCITO ITALIANO (125 milioni di euro)
All’ottava piazza dei programmi militari più costosi del 2013 c’è quello per l’acquisto del nuovo elicottero Boeing CH47F da trasporto medio, cioè il mitico Chinook nella versione rilasciata nel 2001. Quindi neanche l’ultima disponibile. I nuovi apparecchi sostituiranno i CH-47C, roba di fine anni Sessanta, giunti a fine vita tecnica. Sono i mezzi che usiamo nelle operazioni di peacekeeping. Il programma costa 974 milioni di euro entro il 2018. Per il 2013 125milioni di euro dal bilancio della Difesa.
VELIVOLI DA PATTUGLIAMENTO MARITTIMO (122,8 milioni di euro)
Il programma costa 122,8 milioni di euro per il 2013, in carico alla Difesa, e punta a sostituire i velivoli Atlantic, cioè i Breguet Br-1150 con i nuovi ATR72MP, un paio già sostituiti l’anno scorso. Costo complessivo: 360 milioni di euro entro il 2019.
PROGRAMMI A SOSTEGNO DELLO STRUMENTO TERRESTRE (122,1 milioni di euro)
Anche in questo caso, un po’ come per i programmi a valenza interforze, si tratta di ammodernamento e rinnovamento dei mezzi terrestri, degli aeromobili, dei supporti operativi e di molti altri capitoli legati al settore degli ammodernamenti minori, dei supporti operativi e della logistica dei mezzi di terra. Sono compresi anche la verifica ambientale e la bonifica di alcune servitù militari e l’addestramento. La cifra si decide anno per anno, nel 2013 è stata di 122,1 milioni di euro.
AMMODERNAMENTO VELIVOLI DA COMBATTIMENTO TORNADO MRCA (108,3 milioni di euro)
Va bene che intendiamo pensionarli, ma intanto bisogna ammodernarli, i vecchi Tornado sviluppati dagli anni Settanta. Ecco 108,3 milioni di euro (100 dallo Sviluppo economico e 8,3 dalla Difesa) nel 2013, per il programma dei velivoli costruiti insieme a Germania e Regno unito, per fare in modo che possano decollare fino al 2020-2025. Costo totale: un miliardo 200 milioni di euro entro il 2015.
PROGRAMMI A SOSTEGNO DELLO STRUMENTO AEREO (97,8 milioni di euro)
Ancora un programma di ammodernamento minore, di adeguamento tecnologico e supporto logistico della flotta aerea tricolore, oltre che dei mezzi e sistemi d’arma collegati. In questa voce rientra anche l’acquisizione di mezzi speciali, forze speciali e Centro sperimentale di volo. Si decide quanto serve anno per anno, per il 2013 97,8 milioni di euro dalla Difesa.
SISTEMA MISSILISTICO SUPERFICIE-ARIATERRESTRE E NAVALE FSAF (95,8 milioni di euro)
Chiude la Top 13 dei programmi militari più ingenti dell’anno quello in cooperazione con la Francia. Obiettivo: realizzare una famiglia di sistemi per la difesa antimissile e antiaerea a corta e media portata da usare a terra e su nave. Un programma che costerà nel complesso 1,7 miliardi di euro entro il 2020. Per quest’anno 95,8 sul bilancio del ministero della Difesa. Questo il quadro. Il dibattito è aperto. Quali di questi programmi è davvero necessario per un nuovo, più contenuto ma non per questo meno funzionale, modello di Difesa?