Paul Krugman, Il Sole 24 Ore 12/12/2013, 12 dicembre 2013
IMPARIAMO L’ECONOMESE DEGLI ECONOMISTI
È un problema di comunicazione. Dietro a tante discussioni di politica economica ci sono divergenze reali sul mondo. Ad esse, va aggiunto uno strato di confusione determinato dal modo in cui gli economisti usano le parole.
Secular stagnation, stagnazione secolare: in inglese secular significa anche "che dura da moltissimo tempo", ma essendo più comune l’accezione di "laico", molte persone sono spiazzate. Sfortunatamente è il termine che usano gli economisti per esprimere il concetto fin dagli anni 30 e 40, quando Alvin Hansen lo introdusse, e cambiarlo è difficile.
Un altro esempio è l’uso di "strutturale", come in "disoccupazione strutturale". Una delle sfumature di "strutturale" è "difficile da cambiare". Parecchi sono convinti di avermi colto in fallo: io contesto che gli Usa abbiano un problema di disoccupazione strutturale, ma dico che il Paese forse ha un problema di stagnazione economica prolungata. Contraddizione! E invece no. Disoccupazione strutturale ha un significato più specifico, è una disoccupazione che non può essere eliminata solo attraverso un incremento della domanda aggregata. È un concetto legato a quello della curva di Phillips, scambio tra disoccupazione e inflazione, che sul lungo periodo diventa una verticale. È quasi la stessa cosa, ma non la stessa del Nairu, acronimo inglese che sta per tasso di disoccupazione non acceleratore dell’inflazione: non è la stessa cosa perché mi sono convinto che la curva di Phillips nel lungo termine si appiattisce quando l’inflazione è bassa, ed è più come il tasso di disoccupazione minimo coerente con un’inflazione (abbastanza) bassa e stabile. L’economese è simile alla lingua corrente, ma ci sono differenze: non contano le parole, ma il modello.
(Traduzione di Fabio Galimberti)