Giampiero Calapà, Il Fatto Quotidiano 12/12/2013, 12 dicembre 2013
“IO TESORIERE? CHIEDERÒ A SPOSETTI...”
La rogna della tesoreria del Pd toccherà a Francesco Bonifazi: “Onorato – rivela il deputato – Sono avvocato tributarista, quindi qualche competenza posso dire di averla per ricoprire questo ruolo. Ma sicuramente chiederò consigli al mio predecessore Antonio Misiani”. E allo storico “cassiere” dei Ds Ugo Sposetti? “Certamente, perché no?”. Infatti, magari poter metter mano al tesoro dei Ds custodito da Sposetti: sarà impossibile. Classe 1976, fiorentino, Bonifazi è il prescelto per il delicato ruolo di tesoriere del partito nel nuovo conio renziano. Non è ancora ufficiale, ma Renzi proporrà il suo nome ai democratici. Folta chioma nera e barba incolta, è una delle ombre del sindaco, sempre in prima fila al fianco del capo nei momenti che contano, lo scorso anno a soffrire per la sconfitta contro Bersani e pochi giorni fa ad esultare accanto ai “compagni”. A Firenze, addirittura, le malelingue lo chiamano “Bonitaxi”, perché non si risparmia e scorrazza in macchina o in camper il suo leader.
E PENSARE che Bonifazi proviene dalla stessa storia politica post comunista di Sposetti e non da quella democristiana di Renzi. Anche se nel 2009, data fatidica dell’elezione di Renzi a sindaco, tutto cambia. E lui, fino a quel momento uno dei più strenui difensori dell’apparato di quell’ex Pci che a Firenze dominava da anni, scende dal carro dei perdenti e abbandona al loro destino i compagni di una vita, come l’ex assessore sceriffo Graziano Cioni. Eletto in Consiglio comunale Bonifazi viene scelto dal sindaco Renzi, sarà proprio lui il nuovo capogruppo del Pd, proprio lui che alle primarie per il sindaco sostenne, però, il dalemiano Michele Ventura. Ha 37 anni Bonifazi e, a Firenze, è impegnato in politica fin dagli anni ’90. La sua inarrestabile carriera parte dai quartieri di Gavinana e Galluzzo, consigliere circoscrizionale e poi capo locale dei Ds. Nel 2008 viene eletto segretario dello storico circolo di Vie Nuove, la vecchia casa dell’apparato post comunista appunto, quartier generale per molto tempo di uno degli uomini più potenti della Toscana in quegli anni, l’ex assessore regionale alle infrastrutture Riccardo Conti.
Quindi l’approdo a Palazzo Vecchio, come detto, dopo aver partecipato alla campagna di Ventura nelle primarie contro Renzi. Folgorato dal sindaco sulla via del Consiglio comunale diventa il suo capogruppo e anche qualcosa di più, un amico, un fedelissimo, un confidente e un consigliere politico di primo piano. Renzi si fida del suo fiuto anche nello scegliere le nuove leve da far crescere all’ombra del neosegretario. Ad esempio Maria Elena Boschi, 32 anni, che prima di accedere alla corte di Renzi – ed esser scelta come membro del cda della fiorentina Publiacqua per poi esser catapultata anche in Parlamento – è stata praticante nell’ufficio legale di Bonifazi. È sempre lui a portare nella squadra del sindaco anche un’altra avvocato, Alessia Morani, 37 anni – famosa per il vistoso tatuaggio sul piede sfoggiato nel giorno dell’insediamento alla Camera – in precedenza tanto bersaniana da essere addirittura la coinquilina di Alessandra Moretti, la portavoce del comitato di Bersani alle primarie del 2012.