Salvatore Cannavò, Il Fatto Quotidiano 12/12/2013, 12 dicembre 2013
PICCOLI ALL’ATTACCO IN UN MARE DI SIGLE
IL MONDO DELL’AUTOTRASPORTO circa 150 mila aziende, è molto frammentato. All’Albo nazionale, organo chiave di controllo, figurano 13 associazioni. Da una parte le più grandi, Fai, Confartigianato, Anita, che hanno siglato l’accordo con il governo sul rimborso delle accise e la diminuzione del costo del lavoro. Dall’altra le sigle dei “piccoli” che stanno animando la protesta: Aitras, Assiotrat, Assotrasport, Azione nel Trasporto, Movimento Autonomo Autotrasportatori e Trasporto unito l’unico presente nell’Albo. Queste chiedono tempi di pagamento obbligatori per gli autotrasportatori, la remunerazione dei tempi di attesa di carico e scarico, una restrizione della subvezione, cioè il subappalto nei trasporti, il controllo sulla concorrenza di ditte europee situate nell’Europa dell’Est (3600 aziende) e quindi con costo del lavoro più basso. Lo scontro, quindi, è tra aziende medio-grandi e “padroncini ” e verte sui circa 400 milioni l’anno (ora ridotti a 330) di fondi statali ma anche sul ruolo dell’Albo.
La Fai, Federazione Autotrasportatori italiani è l’associazione imprenditoriale più grande. Nasce nel 1963 e conta più di 20 mila aziende con 70 mila veicoli. Il suo presidente è un personaggio navigato nel settore, Paolo Uggé, già sottosegretario ai Trasporti nel governo Berlusconi. Anita, invece, aderente a Confindustria, è la più antica associazione e con sole 3000 aziende associa un parco di oltre 50 mila veicoli. La Cna Fita, invece, associa circa 35 mila aziende medie e piccole. L’Agci, Associazione Generale Cooperative Italiane organizza le cooperative di facchinaggio e movimentazione merci. Confartigianato Trasporti rappresenta imprese singole e consortili. Trasporto Uniti, è l’associazione autonoma al centro della protesta di questi giorni. Aitras si definisce la più rappresentativa associazione di autotrasportatori siciliani.