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 2013  dicembre 12 Giovedì calendario

L’«X FACTOR» DI CATTELAN


X Factor: l’atto finale. C’è grande attesa per la serata conclusiva dell’edizione numero sette (la terza targata Sky) che si terrà stasera al Forum di Assago (in onda su SkyUno e Cielo). Questa è la stagione «dei grandi numeri»: 1 milione e 300 mila spettatori medi a puntata, SkyUno la rete più vista per ben due volte. Le cifre devono aver convinto sul serio, visto che prima ancora che cali il sipario si inizia a pensare alla prossima stagione. Andrea Scrosati (Executive Vice President Programming Sky Italia) ha assicurato che «l’ottava edizione ci sarà e da gennaio 2014 inizieremo a lavorarci». Quello che si percepisce sbirciando nel dietro le quinte è che i segreti del format siano in sostanza due: lo staff che instancabilmente per mesi si ciba di pane e lavoro (più lavoro che pane, per la verità) e il talento di concorrenti e giudici. Gli Ape Scape, Michele, Violetta e Aba scalpitano emozionati, Simona, Morgan, Mika e Elio stanno mettendo a punto le ultime cose. Anche i grandi ospiti sono pronti a calcare la scena di un Forum sold out. Elisa, Giorgia, Marco Mengoni e Mario Biondi apriranno la serata con una esibizione corale, poi a deliziare gli «xfactorini» anche One Direction e Woodkid. Chi si aggira con assoluta tranquillità nel delirio che sta per compiersi è il conduttore Alessandro Cattelan. A lui, abbiamo chiesto di raccontarci l’atmosfera della finale
Alessandro, il Forum mette un po’di tensione?
«No. Un evento di questa portata credo meriti un posto del genere. Quando ero a Mtv facevo eventi giganteschi con 100-120 mila persone, sarà per questo che non ho paura».
Qual è il valore aggiunto di questa edizione?
«Che siamo riusciti a mantenere uno standard molto alto. Secondo me, non è scontato ed è una cosa rara in televisione».
Ma cosa ha convinto la gente a seguirvi?
«Il passaparola. Gli amici che dicono agli amici “guarda che c’è un programma pazzesco come X Factor” ha generato aggregazione e quindi spettatori».
È per questo che non scende dal carro?
«Io mi diverto e mi trovo molto bene».
Quindi, la ritroveremo anche nella prossima edizione?
«Mmm... sì, penso di sì».
Non ha paura di essere catalogato solo come il «presentatore di X Factor»?
«No, vivo ancora nella fase di follia adolescenziale, per cui sono convinto di poter fare tutto. Davvero, non è un problema che mi pongo, lo farò finché ne avrò voglia, poi tutto può succedere».
Pensa mai a Sanremo?
«Nì, cioè non è il mio obiettivo, poi se mi chiedessero di farlo, lo farei».
Qual è allora il suo obiettivo?
«Fare uno show tutto mio».
Nel «genere Fiorello»?
«Per raggiungere i livelli di Fiorello penso di dover fare ancora tanta strada, però sì in quel genere ».
C’è qualcosa di concreto?
«C’è nell’aria, perché io ogni Natale ci penso e lo scrivo nella letterina (ride, ndr)».
E se dovesse arrivare una proposta da qualche altra rete?
«L’importante è il prodotto, non la rete».
Cosa guarda in tv?
«Peppa Pig e i Teletubbies, avendo un marmocchio che gira per casa, impossibile vedere altro. Sono però appassionato di serie tv».
È vero che non ha un gobbo?
«Verissimo. Né io, né i cantanti. Perché se ce l’hai poi ti viene da leggere. Rappresenta un po’ la finzione televisiva, io ho un altro tipo di approccio».
Non si è mai trovato in difficoltà?
«No, scusi se lo dico, ma basta usare il cervello. Non può succedere nulla che non si possa controllare, il massimo che può accadere è che qualcuno canti. Basta avere una mente un po’ flessibile e ce la si fa».
Ha un rito scaramantico prima di salire sul palco?
«No, bevo delle birre (ride, ndr)».