Edoardo Narduzzi, ItaliaOggi 12/12/2013, 12 dicembre 2013
I RUSSI CON I SOLDI NASCOSTI A CIPRO ORA VANNO IN GALERA
Senza eccessivi clamori mediatici da alcune settimane a Mosca è iniziata una singolare Mani Pulite russa. Lo zar Vladimir Putin aveva annunciato che il suo terzo mandato presidenziale al Cremlino avrebbe coinciso con una guerra senza quartiere alla corruzione. Le tangenti sono il vero cancro dell’economia russa, perché appestano quasi ogni ganglio della vita moscovita. Guerra alla corruzione forse più facile da dire che non da fare.
Ma viviamo in un’epoca originale nella quale o tutto quasi è stato reso trasparente da internet. E la Mani Pulite moscovita lo certifica: tutto inizia a Cipro, qualche mese fa, con il default della banche dell’isola-stato membro dell’Eurozona. Le banche cipriote da anni erano utilizzate come istituti offshore dalle imprese e dai cittadini russi che vi avevano accumulato fortune personali più o meno pulite. Ma qualche mese fa le stesse banche cipriote non sono più state in grado di stare sul mercato e Cipro ha chiesto aiuto all’Ue. Il salvataggio si rivela un passaggio tutt’altro che facile. La Cancelliera Angela Merkel pretende che gli aiuti europei siano condizionati al fatto che a pagare parte del costo del salvataggio siano anche i correntisti delle banche cipriote con depositi superiori ai 100 mila euro e alla fine passa la linea di Berlino. Una percentuale dei depositi viene trasformata addirittura in azioni di nuova emissione della principale banca di Nicosia, la Bank of Cyprus, che in Russia ha ancora ben 199 sportelli operativi.
Ma le banche cipriote sono soggette alle regole di vigilanza dell’Eurozona e per di più a volte sono anche quotate in borsa, come la stessa Bank of Cyprus, quindi devono rendere trasparenti le informazioni sui loro azionisti effettivi. La cura imposta dalla Merkel produce effetti impensabili sui destini dei correntisti fino a quel momento anonimi e di nazionalità russa: in pratica tangenti o somme di denaro in nero che non erano state denunciate al fisco russo diventano trasparenti per la ricerca dei blogger e dei giornalisti investigativi russi. E qui entra in campo il web. Basta un click per capire quanto detiene un cittadino russo, con tanto di fotocopia del passaporto in chiaro, in azioni di una banca cipriota e quanto ha convertito del suo vecchio deposito offshore e per mettere in rete, in cirillico, le news. Così i russi hanno scoperto che molti funzionari di società statali con stipendi di 3 mila dollari al mese avevano accumulato 15 o 20 milioni di euro a Cipro e che quelle somme non erano mai state denunciate al fisco. Tutte tangenti? Difficile dire, ma nel dubbio la magistratura russa ha iniziato ad arrestare e a fare pulizia. E arrestano molto, forse perché lo stesso Putin non vuole sprecare il calcio di rigore che l’intransigenza della Merkel gli ha regalato su un piatto d’argento.