Maurizio Molinari, La Stampa 12/12/2013, 12 dicembre 2013
“FRANCESCO, UNA STAR PER LA CHIESA”
«Time» magazine sceglie Papa Francesco come Persona dell’Anno 2013 riconoscendogli il merito di aver cambiato in tempo record la percezione globale della Chiesa. «Papa Francesco, il Papa del popolo» si intitola il ritratto del Pontefice, definito nella motivazione «una nuova voce della coscienza con il focus sulla compassione».
Che ne fa «una star settantenne in procinto di trasformare un luogo dove i cambiamenti si misurano in secoli».
L’essere il primo non europeo a guidare la Chiesa cattolica in 1200 anni gli assegna un ruolo storico che, per «Time», «interpreta con modestia ed umiltà» attraverso gesti e scelte che «lo hanno messo al centro delle conversazioni del nostro tempo su ricchezza e povertà, giustizia, trasparenza, modernità, globalizzazione, ruolo delle donne, natura del matrimonio e tentazione del potere».
Il Papa che si pronuncia contro l’«idolatria del danaro e lo scandalo globale di un miliardo di affamati - scrive il direttore Nancy Gibbs - affascina le masse con un misto di semplicità e senso dell’humor» con il risultato di «aver cambiato la percezione di una delle più grandi istituzioni».
Sono argomenti che, nel pubblico americano, evocano quelli che hanno distinto le innovazioni portate dalla campagna elettorale di Barack Obama nel 2008 come anche dai contenuti del discorso del suo secondo giuramento, pronunciato nel gennaio scorso, accomunati dalla volontà di estendere il rispetto dei diritti a vantaggio delle fasce più deboli della società per cambiare il focus dell’agenda dell’America. Non è un caso che proprio Obama ha citato Papa Francesco la scorsa settimana in un discorso di denuncia sulle diseguaglianze che minacciano l’«American Dream».
L’interesse di Obama per il Pontefice argentino è confermato dalle insistenti indiscrezioni sulla possibilità di una visita a Roma, forse il prossimo giugno, per incontrarlo. È la terza volta che «Time» sceglie un Papa come Persona dell’Anno, dopo Giovanni Paolo II nel 1994 e Giovanni XXIII nel 1962, e in questa occasione lo sconfitto è Edward Snowden, la gola profonda della National Security Agency che ha rivelato i segreti sull’intelligence elettronica che minaccia la privacy dei cittadini americani e non. Assieme a Snowden, secondo classificato, gli altri finalisti erano l’attivista gay Edith Windsor, il presidente siriano Bashar Assad e il senatore stelle dei Tea Party Ted Cruz. Snowden per «Time» è il «Profeta Oscuro dell’età dell’informazione» il cui merito è aver firmato la più spettacolare rivelazione dell’anno ma nel profilo, firmato da Michael Scherer, emerge una fondamentale debolezza nel duello a distanza con Papa Francesco: ha scelto di operare nell’ombra.