Maurizio Stefanini, Libero 11/12/2013, 11 dicembre 2013
L’UOMO CHE VALEVA COME LA COCA COLA
Era Nelson Mandela lo statista più ricco del mondo? A sorpresa, i 53 miliardi di euro in occasione del funerale ora attribuiti al «brand Mandela» da alcuni analisti inglesi, circa 73 miliardi di dollari, corrisponde a una più del doppio dei 30 miliardi attribuiti al re di Thailandia Bhumibol Adulyadej, che secondo le puntigliose tabelle stimate da Forbes era considerato il più facoltoso tra i capi di Stato e di governo in carica. Il cileno Sebastián Piñera, il più ricco dei presidenti, stava solo a 2,4 miliardi, mentre il primo ministro britannico David Cameron si fermava a 47,9 milioni. Ma la cifra superava anche la forchetta tra i 40 e i 70 miliardi cui sarebbe arrivato all’ex-presidente egiziano Hosni Mubarak, numero uno tra gli ex capi di Stato o di governo. Berlusconi con i suoi 6,2 miliardi sarebbe il decimo dopo, nell’ordine, Mubarak, Bhumibol, i 15-25 dell’ex-presidente indonesiano Suharto, i 13-35 del defunto presidente filippino Ferdinand Marcos, i 20 del sultano del Brunei Hassanal Bolkiah, i 18 del re dell’Arabia Saudita Abdullah bin AbdulAziz Al Saud, i 15 dell’Emiro di Abu Dhabi e presidente degli Emirati Arabi Uniti Khalifa bin Zayed Al Nahyan, i 12 dell’ex-presidente nigeriano Ibrahim Babangida e i 7,8 dell’ex-presi - dente tunisino Zine el-Abidine Ben Ali.
Bisogna però evidentemente distinguere. Alcuni di questi nomi corrispondono infatti a sovrani il cui patrimonio coincide in gran parte con quello dello Stato: meno in Occidente, dove comunque il principe del Liechtenstein Hans-Adam II arriva a 4 miliardi, quello di Monaco Alberto I a un miliardo e la Regina Elisabetta II a 450 milioni. Altri nomi corrispondono a miliardari che si sono dati alla politica essendo già ricchi: con Berlusconi e Piñera c’è ad esempio l’ex-primo ministro libanese Saad Hariri, che vale 2 miliardi. Terzo gruppi, i cleptocrati appunto alla Mubarak, Suharto o Marcos che infatti stanno in testa alle classifiche. Qualcuno insinua che in questo gruppo c’era anche Arafat, con i suoi 1,8 miliardi di fortuna. Ma Nelson Mandela appartiene a una quarta categoria: quella di un leader che al di là della sua ricchezza si trasforma in un brand efficacissimo per promuovere affari. In realtà, in senso stretto il patrimonio di Mandela non oltrepasserebbe la ventina di milioni di dollari, divisi tra27trust e 110 società. Molto per il Sudafrica, ma non tantissimo. Ma gli analisti assicurano che la sola forza del suo nome varrebbe almeno 3000 volte di più: magliette, poster, vino, reality, perfino quelle stampe delle sue mani che secondo il Daily Telegraph le figlie starebbero vendendo a 14.000 euro l’una, perfino i diritti tv dei funerali di cui si sarebbe arricchito un nipote. A quel punto il brand Mandela supererebbe anche il valore dei marchi commerciali più noti: la Coca Cola sta infatti a 69 miliardi, Microsoft a 57, McDonald’s e Google a 32 e la Disney a 28. Esistono al mondo altri personaggi con un brand comparabile? Probabilmente, l’unico è il Che, in particolare con la famosa foto di Korda, che la vedova del fotografo Diana Díaz però quando chiese i danni al Reporter senza frontiere per averla usata in una campagna contro la repressione a Cuba stimò in appena 1,15 milioni.