Andrea Morigi, Libero 11/12/2013, 11 dicembre 2013
LA SVOLTA MODERATA DI MARINE
[Tutti li chiamano «populisti». «Libero» inizia oggi un viaggio a puntate sui movimenti bollati come «antieuro »: in Francia, Inghilterra, Portogallo, perfino Germania, si ingrossa il fronte di chi - con toni e modi diversi - pone il problema della sostenibilità dell’attuale assetto comunitario. A maggio l’Europarlamento ci farà i conti. «Libero» inizia a spiegare chi sono, e cosa vogliono.]
Ormai la rabbia francese ha portato il Front National al 30% dei consensi negli ultimi sondaggi (contro il 24% di ottobre, dopo la conquista del Comune di Brignoles), con un percorso uguale e contrario alla parabola discendente della popolarità del presidente francese François Hollande e dei socialisti. Da qui a maggio, se il ritmo di crescita dovesse mantenersi così come ora alla velocità costante del 3%, si potrebbe avvicinare a uno storico ed eclatante 50 per cento. Con un risultato del genere, niente sarebbe più come prima, né a Parigi né nelle altre capitali europee.
Provocatorio, ma non più un’avanguardia distante dall’elettorato, il partito di Marine Le Pen dovrà cercare piuttosto di non farsi superare dall’indignazione popolare contro l’euro. Il tema ha ormai ampiamente travalicato gli angusti spazi che lo avevano contraddistinto fino all’esplosione della crisi economica. Da qualche tempo, nelle librerie d’Oltral - pe, va a ruba La fine del sogno europeo, di François Heisbourg, nel quale si prospetta a breve il caos sociale generalizzato in tutto il Continente se non si abbandonerà presto la moneta unica. Quel che era considerato una speranza nel futuro, è diventato motivo di disperazione nel presente.
A pochi mesi dalle urne, la macchina della propaganda eurocritica per le prossime elezioni per il rinnovo delle assemblee di Strasburgo e Bruxelles sta già dirigendosi verso la rotta di collisione con l’Eurss, neologismo coniato proprio dalla Le Pen per attaccare i palazzi comunitari. Nella strategia politica non c’è più spazio per cedimenti alla tentazione del politicamente scorretto. «La vague bleue Marine», l’onda blu, non si muove controvento. Così la Le Pen si unisce al cordoglio compatto dei leader mondiali per la scomparsa di Nelson Mandela e gli rende omaggio, relegando nell’angolo le critiche del suo compagno di partito Bruno Gollnisch. Senza abbandonare completamente lo slogan «La Francia ai francesi» e nemmeno le rivendicazioni dei pied noirs, in vista dell’appuntamento con il voto si tenta insomma di guardare anche al centro, se non proprio a sinistra, all’elettorato moderato Ump e perfino agli immigrati di colore naturalizzati. In fondo, la politica del rigore colpisce in prevalenza gli strati sociali meno privilegiati. Chi riesce a portarli alle urne contro la casta europea, ha già vinto.
Così si spiega perché, nelle oltre 100 pagine di programma dell’Fn, il punto: «Combattere il comunitarismo e il fondamentalismo islamico» si colloca significativamente all’ulti - mo posto, nel capitolo su laicità e uguaglianza. Un tempo, quando fioccavano le accuse di xenofobia, sarebbe stato il primo. Ora, il problema identitario rimane, ma subordinato al piano di riduzione del debito della Francia, analizzato in un allegato di quindici pagine corredate di tabelle e grafici che indicano come liberarsi dai criteri di bilancio e dal patto di stabilità, riacquistando sovranità monetaria e politica. Perciò, trenta pagine sono dedicate all’economia, e il resto va in ordine alfabetico, sotto la voce «Avvenire della Nazione».
Conformemente alla visione piuttosto liberal di Marine Le Pen, non si parla affatto di abolizione della legge Taubira, che ha introdotto il matrimonio fra persone omosessuali. Da maggio, quando è entrata in vigore, a oggi, non c’è stato nemmeno il tempo di aggiornare il paragrafo del programma nel quale si ribadisce che l’unione familiare deve fondarsi esclusivamente sull’unione di un uomo e di una donna e si tenta un simbolico sbarramento contro le adozioni di minori da parte di coppie omosessuali. Quel movimento popolare organizzato dalla Manif pour Tous e i cortei di protesta che hanno radunato milioni di persone, rimangono piuttosto estranei al Front National. Per ora, si guarda alla decina di città, fra cui Marsiglia, che si potrebbero conquistare, a marzo, quando si rinnoveranno i loro consigli comunali. Sarà quello il test per la campagna europea.
1. continua