Eugenia Belvedere, il Messaggero 11/12/2013, 11 dicembre 2013
IMPRENDITORE NON VERSA L’IVA, ASSOLTO «ENTI E COMUNI GLI DEVONO TROPPI SOLDI»
IL CASO
ROMA Sentenza storica a Velletri, in provincia di Roma. Il tribunale castellano ha assolto un imprenditore locale dall’accusa di non aver pagato l’Iva. La società Testani srl, che si occupa di smaltimento rifiuti e bonifiche ambientali per pubbliche amministrazioni, con sede legale a Valmontone, doveva all’erario 400 mila euro d’Iva. Nonostante i molti mancati pagamenti da parte di amministrazioni ed enti per cui lavora normalmente, la ditta riesce a versare solo 300mila euro. Per i restanti 100mila l’erario, quindi, trascina in tribunale l’amministratore legale della società, Lorenzo, 30 anni, che gestisce la Testani con il padre Tommaso, 63 anni.
LA DENUNCIA
L’imprenditore sapeva di dover pagare, aveva infatti già versato trecentomila euro, ma aveva inoltre avvertito che con oltre due milioni di crediti da riscuotere da enti vari non sarebbe stato in grado di versare la restante somma di centomila euro, ma questo non ha certo fermato la scure dell’Agenzia delle entrate, che voleva rientrare in possesso della somma dovuta. È scattata così la segnalazione in tribunale, com’è prassi quando si tratta di evasioni superiori a 50mila euro, e si è arrivati al penale con il rischio per l’imprenditore di vedersi condannare ad una pena fino a due anni di reclusione.
In aula, invece, il giudice Emiliano Picca del tribunale veliterno accoglie la tesi portata avanti dall’avvocato della difesa, Alessandro Priori: «L’imputato non ha versato all’erario l’imposta dovuta a causa della difficile situazione economica dell’impresa stessa». In buona sostanza, non pagando, le amministrazioni hanno creato un danno alla ditta, che impiega oltre cinquanta dipendenti, che si è trovata così senza liquidità. Mancando di fatto la volontà di compiere il reato, l’imprenditore è stato quindi assolto.
Del resto una condanna penale avrebbe significato la chiusura dell’azienda visto che con precedenti a carico le ditte non possono presentare il durc (documento unico di regolarità contributiva) senza il quale è impossibile accedere ai bandi pubblici e, oltre al danno la beffa, riscuotere i crediti pregressi.
LE REGOLE
«Esiste una normativa comunitaria - sottolinea ancora l’avvocato Priori in aula - che impone alle amministrazioni di pagare i fornitori entro trenta giorni dal servizio reso. Normativa recepita in Italia con molto, troppo, ritardo». Arrivata a sorpresa, la sentenza di assoluzione, è stata accolta con soddisfazione da Lorenzo Testani: «Un bel regalo di Natale per mio padre» il suo commento uscendo dall’aula, ieri mattina.
Nel frattempo, però, il debito rimane. Non resta che sperare, all’imprenditore, che le varie amministrazioni inadempienti paghino il dovuto, così la ditta di Valmontone riuscirà a rientrare e a versare al più presto la somma dovuta. La Testani del resto è un’azienda molto ben radicata sul territorio, dove opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti da oltre venticinque anni e, come ha tenuto a ribadire l’avvocato difensore in aula, non ha mai smesso di pagare i suoi dipendenti. Un particolare importante in un periodo di crisi nera per l’occupazione.
La sentenza, destinata a fare giurisprudenza, ha affermato il principio che non si può punire chi è impossibilitato a pagare le imposte laddove si accerti che non c’è volontà di evadere. Maggiori chiarimenti arriveranno comunque dalla lettura delle motivazioni della sentenza che il giudice ha 90 giorni di tempo per depositare.
Eugenia Belvedere