Aldo Grasso, Corriere della Sera 11/12/2013, 11 dicembre 2013
LE SMORFIE VINCENTI DELL’OSPITE CACCIARI
Nel grigiore dei talk show politici, c’è un lampo di espressività. Succede quando viene invitato Massimo Cacciari, e succede non poche volte visto che l’ex sindaco di Venezia ha preso a frequentare i salotti televisivi, anche i meno bazzicabili, con una certa regolarità.
Da un filosofo, sui cui libri abbiamo consumato ore matte e disperatissime, si attendono aforismi brucianti, ragionamenti di una logicità ineccepibile, la ricerca di un filo di razionalità nel magma brutale del politichese.
Succede anche questo, gli interventi di Cacciari non sono mai banali e un giorno il Pd dovrà pur spiegare perché si è tenuto D’Alema e ha fatto fuori lui.
Ma sono le facce che contano, le facce di Cacciari, con quella barba un po’ così. L’altra sera, per esempio, era ospite di Lilli Gruber su La7: in studio c’era Alessia Morani, responsabile della giustizia della neosquadra di Matteo Renzi, e, in collegamento da Venezia, ovviamente la faccia più connotativa del video.
Cacciari ha saputo trasformare una posizione svantaggiosa (chi è in collegamento non riesce mai a entrare nel vivo del dibattito) in un momento critico privilegiato. Ormai i registi lo hanno sgamato e come qualcuno inizia a parlare, subito inquadrano il volto del filosofo. Che sbuffa, storce la bocca, si gratta la barba, si spazientisce, bofonchia, mostra insofferenza, strabuzza gli occhi, mugugna. La povera Morani sembrava una studentessa agli esami di maturità, intimidita dallo sguardo se- vero del professore e del «commediante» nietzschiano, da una faccia che era tutto un commento.
P.S. Mi piacerebbe chiedere a Matteo Renzi in cosa consiste il cambiamento epocale («l’Italia cambia verso»), la svolta, persino la «rottamazione» se, alla prima occasione, Maria Elena Boschi si presenta nel salotto di Bruno Vespa e già sembra avvinta da quella spirale vischiosa di ziolettismo.