Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  dicembre 11 Mercoledì calendario

TUNISIA QUELLA SEDE DELLA CGIL


Caro Romano, due facce della stessa medaglia. A Tunisi la Cgil apre uno sportello per tutelare i lavoratori che intendono immigrare in Italia. Con i soldi dei nostri operai i sindacati aprono uffici in Nord Africa per tutelare chi vuole venire in Italia dove non c’è lavoro. Ed ecco l’altra faccia. Il ministero del Lavoro ha certificato che 500 mila immigrati sono disoccupati e che la domanda di determinate mansioni potrebbe essere soddisfatta pienamente dalla domanda interna senza nuovi arrivi di immigranti. Quando certe istituzioni e certe organizzazioni prenderanno coscienza dei milioni di italiani in cerca di un lavoro?
Massimo Puricelli

Ho raccolto qualche informazione e mi è stato spiegato che anche in Tunisia, come in molti altri Paesi, la Cgil è presente con un patronato (Inca) che, tra l’altro, assiste gli italiani all’estero per le loro pratiche pensionistiche. In Tunisia, in particolare, la Cgil ha stretto accordi con un sindacato locale (Ugtt) che consentono alle organizzazioni sindacali agro-alimentari dei due Paesi di collaborare per una migliore informazione ai migranti. L’obiettivo è quello di evitare che i tunisini cadano nel girone del lavoro irregolare. Può darsi che questa collaborazione aiuti qualche tunisino a trovare lavoro in Italia. Ma può servire a evitare il lavoro nero. E questa mi sembra una buona cosa.