Sergio Romano, Corriere della Sera 11/12/2013, 11 dicembre 2013
IL «PARGOLO» DELLE MONETE OGGI L’EURO, DOMANI IL BITCOIN
Riguardo alla moneta virtuale denominata «bitcoin», vorrei capire: come viene creata, come se ne viene in possesso, come si determina il suo valore, su cosa si basa la fiducia — da parte dei possessori — che dall’oggi al domani non diventi carta (virtuale) straccia.
Severo Ferrari
Caro Ferrari,
Se non una risposta esauriente e puntuale, posso darle forse qualche utile notizia. Come tutti sanno, il valore di una moneta dipende dalla materia di cui è fatta (per molti secoli l’oro) o dall’autorevolezza dello Stato emittente insieme ad altri fattori fra cui la fiducia dei mercati. Nel caso del bitcoin il suo valore, in ultima analisi, non può che dipendere dal numero delle persone disposte ad accordargli la loro fiducia.
Come nel caso di altre imprese virtuali (Facebook e Twitter) anche il bitcoin è figlio delle rete. Ha visto la luce nel 2009 grazie a un gruppo di programmatori che hanno scelto per se stessi un nome collettivo giapponese (Satoshi Nakamoto) e il suo uso richiede alcune procedure. Occorre anzitutto aprire sul proprio computer, tablet o iPhone un conto non nominativo a cui il «governatore del bitcoin» (il titolo non esiste, ma può servire a rendere la spiegazione più comprensibile) attribuisce un numero identificativo. Da quel conto è possibile effettuare, all’interno dell’«universo bitcoin» tutte le operazioni che possono essere realizzate con un conto corrente ordinario: acquisti, vendite, bonifici. Ma occorre, beninteso, disporre di bitcoin, e questi possono essere acquisiti in due modi: vendendo beni e servizi a un altro correntista bitcoin o comprandoli in uno speciale Ufficio cambi. Il loro valore nelle altre valute è fissato grazie a un complicato sistema di algoritmi. Secondo un articolo del C ourrier International , i bitcoin sarebbero oggi dodici milioni e il «governatore» non avrebbe l’intenzione di superare i 21. Sembra quindi di capire che questa è soltanto una fase sperimentale e che Satoshi Nakamoto vuole verificare il funzionamento del sistema prima di avanzare verso traguardi più ambiziosi. Ma qualche Paese, nel frattempo, si chiede se questo sistema non possa essere un nuovo strumento per riciclare denaro sporco. I primi segnali d’allarme sono giunti negli scorsi giorni dalla Cina e dalla Francia.
Su un altro fronte più terra-terra le segnalo, caro Ferrari, che nel comune ligure di Seborga (320 abitanti) si continua a coniare il luigino, una moneta che non ha valore legale, ma viene usata come una sorta di buono per acquisti nei negozi del paese. Le viene attribuito il valore di sei dollari.