Giuseppe Pennisi, ItaliaOggi 10/12/2013, 10 dicembre 2013
IL SUCCESSO DE LA TRAVIATA È STATO PURE UN GRANDE AFFARE ECONOMICO. ED È ANCHE GRAZIE AD ESSO SE IL BILANCIO DELLA SCALA SARÀ IN PAREGGIO
È stata una Traviata da record: un record di ascolti in televisione con una media di 654 mila spettatori e incassi in sala per 2 milioni 482 mila euro. Anche grazie a Traviata, il bilancio scaligero di quest’anno si chiuderà in pareggio e sarà pagato l’integrativo ai dipendenti. Su questa scia, c’è l’emendamento proposto dal Governo alle legge di stabilità, in esame alla Camera, per permettere alla Scala di non perdere fondi privati (evitando di ridurre i membri nel CdA). Attualmente, la Scala è la terza realtà produttiva di spettacoli nel nostro Paese ed è il solo teatro in grado di confrontarsi per dimensioni e volume di attività con gli omologhi internazionali: la Scala ha avuto un volume di attività nel 2011 di 113,8 milioni di euro e il secondo teatro italiano per dimensione dopo la Scala, l’Arena di Verona, ha un fatturato della metà. La struttura di ricavo della Scala è confrontabile con quella dell’Opéra di Parigi e della Royal Opera House. A fronte di una progressiva contrazione dei fondi pubblici, la Scala ha saputo, prima e più degli altri teatri lirici italiani, aumentare l’incidenza dei ricavi da biglietteria e commerciali, che rappresentano oggi circa il 40% del suo volume di affari.
Il pubblico del Teatro (di oltre 400 mila persone) è composto, per il 70% circa, da residenti a Milano e provincia; un terzo quasi di loro sono abbonati, a riprova dell’attaccamento del pubblico locale al proprio teatro. La crescita delle vendite online ha permesso un allargamento del pubblico internazionale, che rappresenta il 45% dei biglietti venduti online. Negli ultimi dodici anni è aumentata la varietà dei Paesi di provenienza del pubblico straniero ed è in particolare cresciuto il pubblico proveniente dalla Russia. L’analisi dell’impatto economico, affidata ad una società di ricerca affiliata all’Università Bocconi, mostra che la Scala genera, oltre al fatturato, ricchezza economica pari a circa 2,7 volte rispetto alle risorse che riceve, risorse che peraltro non sono fornite dallo Stato, dagli enti pubblici e dai donors privati con finalità di ritorno economico. Questa ricchezza deriva dagli acquisti di Scala presso i fornitori, in gran parte localizzati sul territorio milanese, dall’attività economica generata dalla presenza a Milano degli allievi dell’Accademia e delle orchestre ospitate dal Teatro, dall’indotto prodotto dal pubblico italiano e straniero. La Scala è, per Milano, una risorsa importante, un pezzo di storia e parte del suo orgoglio.
Sul fronte dei costi, la Scala è confrontabile con i principali teatri europei in termini di composizione dei costi; il contributo dello Stato copre a Milano circa la metà dei costi del personale e a Parigi quasi il 100%. La Scala un costo totale di 118.482.313; Parigi di 191.640.000 e Londra di 137.013.049. Il grado di copertura del finanziamento statale dei costi del personale è rispettivamente del 51%, del 98% e del 63%. Una analisi condotta sui cartelloni del teatro alla Scala negli ultimi quattro anni, mostra che il teatro è attore di un circuito internazionale di produzioni di spettacoli che coinvolge teatri anche molto prestigiosi. La rete internazionale di cui la Scala è parte, sostiene scambi di natura produttiva, culturale, artistica, nella prospettiva di una diplomazia culturale allargata globale. Testimonianza di questo è la crescente vocazione globale del Teatro nelle sue tournée. Circa il 50% delle tournée extra europee è stato organizzato negli ultimi 15 anni,pari a una programmazione del 36% sul totale delle rappresentazioni messe in scena, all’estero. Negli ultimi 15 anni, vi è stata un’apertura di Scala prevalentemente verso il continente asiatico, in primis in Giappone. Negli ultimi tre anni vi è stata una presenza ripetuta di Scala in America Latina (Argentina 2010, Brasile 2012) e Centrale (Messico, 2005 e 2008).