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 2013  dicembre 11 Mercoledì calendario

Ciao a tutti devo fare un tema su come passavano le giornate i deportati nei campi di concentramento

Ciao a tutti devo fare un tema su come passavano le giornate i deportati nei campi di concentramento...Cosa facevano....Cosa gli ordinavano di fare...ecc...Potete scrivere tutto quello che sapete voi su questa storia??Anche notizie personali mi vanno bene!! 4 anni fa Segnala abuso Alis Alis Miglior risposta - Scelta dai votanti Le persone deportate nei campi di concentramento erano sottoposte a condizioni proibitive: la sottile casacca carceraria non proteggeva gli internati dal freddo; i cambi di biancheria si succedevano ad intervalli pluri-settimanali e persino mensili, e gli internati non avevano la possibilità di lavarla. Ciò era causa di diffusione di epidemie e di diverse malattie, in particolare del tifo, della febbre tifoidea e della scabbia. Molti malati non venivano accettati in ospedale per il troppo affollamento; in tale situazione i medici delle SS conducevano periodicamente delle selezioni, sia tra i malati ed i convalescenti in ospedale, sia tra gli internati alloggiati in altri blocchi. I più deboli e coloro che non davano speranze di pronta guarigione erano portati nelle camere a gas, oppure soppressi in ospedale con iniezioni di fenolo al cuore. Per questo motivo i detenuti avevano soprannominato l’ospedale ‘anticamera del crematorio’.Oltre alle esecuzioni ed alle camere a gas, un efficace mezzo di sterminio era il lavoro. I detenuti erano utilizzati in diversi settori lavorativi. Inizialmente lavoravano all’ampliamento del campo di concentramento livellando il terreno, costruendo nuovi blocchi e baracche, strade, canali di prosciugamento. Successivamente cominciò a far sempre più uso di detenuti, quale manodopera a basso costo, l’industria del III Reich. Durante il ritorno al campo delle squadre di lavoro, i morti ed i feriti venivano trascinati, trasportati su carriole e su carri.Il primato nell’occupazione dei detenuti spetta al gruppo industriale tedesco IG-Farbenindustrie che costruì a Monowice, vicino a Oswiecim, una fabbrica per la produzione di gomma sintetica e la raffinazione della benzina: la Buna-Werke. Le condizioni abitative, sebbene differenti nei vari periodi di esistenza del campo, furono sempre disastrose. I detenuti arrivati con i primi convogli dormivano sulla paglia sparsa sul pavimento di cemento, successivamente si usarono pagliericci. A seconda dei motivi dell’arresto i detenuti erano contrassegnati da triangoli di diverso colore, cuciti sulle casacche degli internati insieme al numero di matricola. Una parte degli internati portava triangoli di colore rosso assegnato ai prigionieri politici. I triangoli neri erano destinati agli zingari ed ai detenuti ritenuti asociali dai nazisti. Agli studiosi delle Sacre Scritture erano destinati dei triangoli viola, agli omosessuali rosa ed ai criminali verdi. Il valore energetico della razione quotidiana di un detenuto nel campo era di circa 1300 - 1700 calorie. A colazione il detenuto riceveva circa mezzo litro di caffè, ovvero un decotto di erbe; a pranzo circa un litro di minestra senza carne, spesso con verdure avariate. La cena consisteva in circa 300 - 350 grammi di pane nero duro come pietra, in quantità irrisorie di un altro alimento e da una bevanda d’erbe. Il lavoro pesante e la fame causavano l’esaurimento totale dell’organismo. La carenza di alimenti sufficienti portava spesso alla morte per fame. Alcune fotografie scattate dopo la liberazione del campo, mostrano detenute divenute quasi cadaveri e con un peso variabile dai 23 ai 35 Kg. A tal riguardo è utile riportare la giornata tipo di un detenuto del campo di Mauthausen. In estate, la sveglia avveniva da Lunedì a Sabato, alle 4.45. Alle 5.15 si effettuava l’appello. Le ore lavorative: dalle 6 alle 12 e dalle 13 alle 19. fra le 12 e le 13 vi era la pausa meridiana che comprendeva la marcia per raggiungere il campo dal posto di lavoro, quella del ritorno e l’appello per certe squadre che lavoravano nella zona del campo. Dopo le 19 vi era un altro appello e il rancio. Alla domenica lavoravano soltanto alcune squadre addette all’industria bellica ed i prigionieri che erano in punizione. In inverno la sveglia avveniva alle 5.15; l’inizio e la cessazione del lavoro nella cava di pietra dipendeva dalla durata della luce del giorno. Nell’industria bellica il puro lavoro era di 11 ore giornaliere. spero di esserti stata utile=) *** Cosa si mangiava ad Auschwitz e il valore nutritivo? I detenuti ricevevano 3 pasti al giorno (mattino, pomeriggio, sera), il cui valore nutritivo dipendeva da molti fattori, in particolare dalla relativa normativa vigente nei lager nazisti, modificata varie volte. In base a queste norme veniva stabilito il vitto giornaliero e settimanale, con specificati gli ingredienti e i prodotti necessari alla preparazione dei pasti e il loro valore calorico. Questo in teoria. La realtà era completamente diversa. I depositi dei generi alimentari e le cucine dipendevano dal personale delle SS le quali, come risulta dalle relazioni e dalle testimonianze degli ex prigionieri, prelevavano dai magazzini i prodotti e gli alimenti migliori (carne, margarina, zucchero, farina, salsicce). Per tanto già la preparazione dei pasti avveniva con una quantità di prodotti minore di quella prevista. Un altro problema era poi la distribuzione dei pasti e degli alimenti; la normativa del lager prevedeva che se ne occupassero "incaricati", delinquenti comuni tedeschi senza scrupoli che portavano via dalle cucine i pentoloni con la zuppa, il "caffè", il "tè", ed altri alimenti, per poi distribuirli tra i prigionieri, non prima di averne prelevato per sé una buona parte. Così, invece, delle regolamentari 1700- 2150 calorie i detenuti ricevevano pasti che oscillavano tra le 1300 e le 1700 calorie. Dalle relazioni di ex prigionieri e dalle liste delle rancio conservatisi, apprendiamo che a pranzo era prevista quattro volte a settimana una zuppa "di carne" e"di verdure", dove per verdura si intendeva patate e rape, con l’aggiunta di orzo perlato, semola di miglio, farina di segala, e "awo", cioè estratti alimentari. Dopo il 1942 per cucinare le zuppe vennero impiegati i prodotti che si trovavano nei bagagli degli Ebrei gassati. La zuppa di circa tre quarti di litro aveva un valore di 350-400 calorie; poco appetitosa e acquosa, era consumata con ripugnanza dei nuovi arrivati, non ancora stremati dalla fame. A cena si distribuiva ai prigionieri circa 200 grammi di pane con l’aggiunta di circa 25 grammi di salsiccia o di margarina o ancora un cucchiaio di marmellata o formaggio, spesso ammuffiti o stantii, per un valore complessivo di 900- 1000 calorie. La porzione di pane era doppia, comprendendo anche quella del mattino, ma erano ben pochi coloro che, vincendo i morsi della fame, riuscivano a conservarne la metà per l’indomani. Le norme vigenti per i detenuti impiegati in lavori più pesanti prevedevano porzioni maggiori, che comunque venivano regolarmente diminuite durante la distribuzione. Con queste razioni da fame, dopo alcune settimane la maggioranza degli internati cominciava ad accusare sintomi di debilitazione, fino a ridursi a scheletri buoni, ormai, solo per la selezione. Migliaia di prigionieri macilenti e scheletriti tentavano disperatamente alla minima occasione di conquistare qualcosa da mangiare, rovistando persino nei rifiuti delle cucine. Ma bucce crude, rape e patate ammuffite, lungi dal sedare la fame, provocavano la diarrea."