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 2013  dicembre 10 Martedì calendario

Memoria per Sette - Si è svolta a Croydon, sobborgo londinese non lontano da Wimbledon, la ventiduesima edizione dei Campionati mondiali della memoria

Memoria per Sette - Si è svolta a Croydon, sobborgo londinese non lontano da Wimbledon, la ventiduesima edizione dei Campionati mondiali della memoria. I concorrenti – divisi nelle categorie bambini, junior, adulti - hanno memorizzato immagini astratte, volti, date, codici binari, numeri casuali e mazzi di carte. Hanno partecipato 120 persone, ha vinto lo svedese Jonas von Essen (8.534 punti). Gli italiani erano tre: Matteo Salvo (2.920 punti), Mara Brescianini (2.166), Simone Rosati (1.227). Matteo Salvo, ingegnere meccanico di 37 anni, nato a Genova ma torinese di adozione, al liceo classico non era un granché: «Studiavo, ma facevo una fatica cane a ricordare tutto». Prima di prendersi la laurea, in tre anni riuscì a superare appena sette esami: «Non per cattiva volontà. Non ero in grado di immagazzinare le nozioni che mi erano richieste. La memoria non è una dote naturale. È una dote che si costruisce e si perfeziona». Trucchi? «Nessun trucco. La tecnica si acquisisce. È utile associare immagini che rievochino una storia, per ogni immagine un soggetto. Costruire una sorta di percorso e di storia attraverso i numeri o le altre cose da ricordare». Il poeta lirico greco Simonide Di Ceo, sfuggito al crollo di una sala in cui si trovava a banchettare con altri invitati, seppe identificare i corpi dei vari commensali ricordandosi del posto che occupavano a tavola. Secondo Cicerone, Simonide fu l’inventore della tecnica mnemonica dei loci: « Egli consiglia di fissare nel cervello dei luoghi e di disporvi quindi le immagini delle cose che vogliono ricordare. Con questo sistema l’ordine dei luoghi conserverà l’ordine delle idee, le immagini delle cose richiameranno le cose stesse, i luoghi fungeranno da tavolette per scriverci sopra e le immagini serviranno da lettere con cui scrivere». Mnemotecnica (da Mnemosine, dea greca della memoria, madre delle Muse): tecnica per memorizzare rapidamente. Cicerone, grazie alla tecnica dei loci, memorizzava le sue “orazioni”, lunghe ore. «Memoria minuitur nisi eam exerceas» (Cicerone). Il re persiano Ciro era capace di ricordare il nome di migliaia di soldati. La memoria «pazzesca» di Luca Cordero di Montezemolo confermata da Carlo Rossella: «Lo vedi quando entra in fabbrica, parla con l’ultimo operaio e lo chiama per nome e cognome. Ha una capacità di ricordare facce, nomi, ruoli e mansioni che ho visto solo in un’altra persona: Berlusconi». Pietro da Ravenna, con le tecniche di memoria, imparò tutto il corpo del diritto canonico e decine di orazioni ciceroniane. Ormai proverbiale la memoria di Pico della Mirandola che, tra le altre cose, sapeva recitare la Divina Commedia dal primo verso all’ultimo e al contrario. «Il re Enrico III mi chiamò un giorno, e mi chiese se questa memoria che possedevo e che insegnavo era una memoria naturale o se fosse piuttosto ottenuta per mezzo di magia; gli dimostrai che non mi derivava dalla magia ma dalla scienza» (Giordano Bruno, che pubblicò cinque libri sulle mnemotecniche). Eulero, matematico e fisico svizzero, sapeva tutta l’Eneide e riusciva a dire la prima e l’ultima riga di ogni pagina dell’edizione su cui l’aveva appresa. Vittorio Gassman sapeva recitare a memoria circa 70 ore di varie opere teatrali. Marlon Brando dimenticava sempre le battute e così obbligava tutti a ripetere le scene. Disse una volta Liz Taylor: «Forse faceva solo finta di scordarle, per rifare le riprese fino a quando era soddisfatto della sua recitazione». Brando tappezzò il set del Padrino di cartoncini con le sue battute, perché rifiutava di impararle a memoria. La volta che Andrea Camilleri incontrò il mafioso siculo-americano Nick Gentile, in Sicilia conosciuto come «zu Cola». Il boss, a Roma, riconobbe lo scrittore per averlo visto una sola volta tanti anni prima. Gli spiegò: «Una faccia la vedo una volta e non me la scordo più». Fedele Confalonieri per esercitare la memoria in passato ogni mattina imparava una terzina di Dante o dei versi in inglese. Wolfgang Amadeus Mozart, dopo aver ascoltato a 14 anni i 15 minuti del Miserere di Allegri a una messa nella Cappella Sistina, fu capace di tornare a casa e trascriverlo a memoria. Eclatante il caso del russo Solomon Serasevskij, che riusciva a ricordare tutto. Dopo un po, però, manifestò il problema contrario: non riusciva a dimenticare. Serasevskij poteva ricostruire sin nel minimo dettaglio le esperienze passate, riusciva a ricordare esattamente numeri e cifre visualizzandoli come su una lavagna, ma aveva difficoltà a cogliere il significato di una frase perché ogni parola gli richiamava alla memoria mille immagini che lo distraevano da ciò che stava facendo. Il suo caso fu studiato da Aleksandr Romanovic Lurija, il precursore della neuropsicologia. Una donna americana di nome Jill Price ricorda tutto quello che le è successo. Ai medici che la ascoltavano rapiti, disse che «molti chiamano questo un dono. Per me, è un peso. La mia vita scorre nella mia testa tutti i giorni, e questo mi fa diventare pazza». La signora inglese Michelle Phipots, 47 anni, nel 1994, dopo due incidenti stradali ha perso la capacità di imprimere nuovi ricordi nella sua memoria. Non ricorda neppure di essere sposata dal 1997 con Ian. Costui, tutti i giorni, le ricorda che sono innamorati e le mostra le foto del loro matrimonio. Nel 2010 un gruppo di ricercatori americani sentenziò che le donne con il sedere abbondante hanno meno memoria delle altre. In particolare vanno meglio quelle che lo hanno a forma di mela, peggio quelle con la forma di pera. Il 17% degli inglesi dice di non ricordare il nome di qualcuno con cui ha fatto sesso. Secondo uno studio del Trinity College di Dublino, un terzo degli inglesi sotto i 30 anni non sa dire qual è il proprio telefono di casa senza consultare l’agendina del cellulare. Tre tipi di memoria: 1) sensoriale (informazioni uditive, visive, tattili, ecc. per la durata di qualche secondo); 2) a breve termine (capace di conservare pochi elementi per circa 20 secondi); 3) a lungo termine. Immagazzina informazioni con una durata variabile da qualche minuto a decenni. Questa può dividersi in “dichiarativa” e “procedurale”. La prima riguarda tutte le conoscenze esprimibili a parol che si hanno sul mondo (dalla collocazione del barattolo del caffè a come si chiama la capitale dell’India), mentre la memoria procedurale non è verbalizzabile e riguarda il fare qualcosa, come l’andare in bicicletta o il disegnare. Uno studio dice che si degrada più velocemente la memoria di chi va in pensione prima. Gli anziani, pensionati e no, dovevano ricordare un elenco di nomi: riuscivano a farlo meglio quelli che ancora lavoravano o erano andati in pensione di recente. Gli autori della ricerca fanno anche notare che i paesi con peggiori performance mnemoniche sono quelli con politiche contributive, pensioni, sussidi per i disabili e provvedimenti che incoraggiano la gente a lasciare il posto di lavoro in età più bassa. Uno studio pubblicato su Science ha dimostrato che il gossip cattivo permette di ricordare meglio il volto della persona vittima della maldicenza. Poesia francese per ricordare il valore del π: «Que j’aime à faire apprendre / Un nombre utile aux sages! / Glorieux Archimède, artiste ingenieux, / Toi, de qui Syracuse loue encore le mérite!» («Quanto tengo a far imparare/Un numero utile ai saggi!/Glorioso Archimede, artista ingegnoso/Tu, di cui Siracusa ancora loda il merito!»). Contando le lettere di ogni parola, trattando “j” come una parola di una lettera e ponendo una virgola dopo la prima cifra, otteniamo: 3,1415926535897932384626. «Un tale, in Virginia, ha stabilito un record recitando a memoria 8.784 decimali del π greco. Indovinate un po’ ragazze: è single!» (David Letterman). Ricercatori della Northumbria University hanno fatto bere a 30 studenti, per alcuni mesi, un boccale di birra al giorno. Risultato: la loro memoria era migliorata del 50% («Però non bisogna superare la dose: se si esagera la testa va in confusione e l’effetto svanisce»). Secondo i ricercatori della Glasgow Caledonian University bere una bibita gassata aumenta temporaneamente la memoria fino a 5 volte. Cose che aiutano la memoria, secondo gli scienziati: fare ginnastica, muovere gli occhi da un lato per 30 secondi, tre tazze di caffè al giorno (vale per donne con più di 65 anni), ascoltare qualche minuto di Mozart tutti i giorni (per gli studenti), fare pisolini pomeridiani, ingerire poche calorie. «La memoria è la madre di ogni saggezza” (Eschilo) «Il segreto per essere felici è una memoria corta» (Rita Rusic).