Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  dicembre 10 Martedì calendario

DETROIT A FARI SPENTI


Il buio cala su Detroit. È una delle conseguenze della più grande bancarotta di un municipio americano: l’amministrazione comunale non sostituisce più neppure le lampade rotte dei lampioni stradali, e sulla capitale storica dell’industria automobilistica cala l’oscurità. La bancarotta di Detroit apparve inevitabile già quest’estate, però la procedura formale di liquidazione fallimentare della grande metropoli è comincia ora. E il primo atto del giudice fallimentare è gravido di conseguenze per altre città, enti e istituzioni pubbliche: «Non sono intoccabili i diritti acquisiti dei pensionati pubblici ». Per la prima volta nella storia, si applica allo Stato una regola che vale da sempre per i privati: con la bancarotta arrivano tagli massicci anche per chi è già andato in pensione da anni. E intanto lì vicino un «Villaggio Potemkin» diventa la soluzione estetica contro la depressione. Nelle città del Midwest colpite dal declino delle vecchie industrie figura anche Flint, resa celebre da Michael Moore (che ci è nato) nei suoi documentari. Ex «seconda capitale dell’auto» dopo Detroit, Flint ha trovato una soluzione originale per mascherare il degrado dei suoi quartieri: finte facciate, decorate come quelle degli edifici in corso di restauro. Dietro non c’è più nulla...