Justin Elliot; Mark Mazzetti, la Repubblica 10/12/2013, 10 dicembre 2013
A CACCIA DI TERRORISTI SU SECOND LIFE COSÌ GLI 007 SI TRASFORMANO IN AVATAR
NON contente di limitare le proprie attività al mondo terreno, spie americane e britanniche si sono infiltrate negli universi virtuali di World of Warcraft e Second Life per condurvi azioni di sorveglianza e raccolta dati. Secondo quanto dimostrato da alcuni documenti appena resi pubblici, gli agenti dei servizi segreti, temendo che terroristi o criminali potessero servirsi dei giochi per comunicare di nascosto, trasferire denaro o progettare attentati, si sono infiltrati in mondi popolati da avatar digitali dalle sembianze di elfi, gnomi e supermodelle.
Le spie, stando a quanto emerge dai documenti resi pubblici dall’ex collaboratore della National Security Agency Edward Snowden, avrebbero adottato delle identità credibili per curiosare indisturbate e tentare di reclutare nuovi informatori, raccogliendo al tempo stesso dati e contenuti delle comunicazioni tra i giocatori. Poiché i videogiochi danno l’opportunità di usare identità fittizie e scambiarsi messaggi in chat per condurre in segreto delle transazioni finanziarie, le agenzie dell’intelligence americana e britannica temevano che nel mondo dei games si potessero nascondere dei malintenzionati.
Già nel 2008, un documento top secret della Nsa metteva in guardia sui giochi online: «Possono apparire innocui», vi si leggeva. «Tuttavia, rappresentano potenzialmente una rete di comunicazione privilegiata», che fornisce ai sospettati «la possibilità di nascondersi in pieno sole ». Tuttavia, malgrado l’entusiasmo — su Second Life le spie della Cia, dell’Fbi e del Pentagono erano talmente numerose che per evitare collisioni fu richiesto l’intervento di un gruppo di “deconflitto” — le agenzie di intelligence potrebbero aver sopravvalutato la minaccia. Da quanto si apprende dai documenti, l’opera di controterrorismo non avrebbe fruttato alcun successo. Sia alcuni ufficiali dell’intelligence americana che i dipendenti passati e presenti delle società di videogiochi che alcuni esperti esterni hanno affermato che non vi sono molte prove a conferma del fatto che i giochi fossero considerati dai gruppi terroristici un luogo dover poter comunicare liberamente e pianificare operazioni.
I giochi “sono progettati e gestiti da società a scopo di lucro, che seguono le identità e le attività dei giocatori”, spiega Peter W. Singer della Brookings Institution. «I gruppi terroristici che desiderano scambiarsi comunicazioni private dispongono di modi ben più efficaci e semplici, che non richiedono di indossare i panni di un troll». L’opera di sorveglianza, che ha interessato anche Xbox Live della Microsoft, potrebbe suscitare qualche preoccupazione riguardo alla privacy. Una società americana, creatrice di World of Warcraft, ha dichiarato che né la Nsa né la sua controparte britannica, il Gchq, sono state autorizzate a raccogliere dati all’interno del gioco.
L’interesse degli agenti dell’intelligence per i giochi è sorto in seguito all’enorme successo di alcuni di questi, che hanno attratto anche decine di milioni di persone di tutto il mondo, di età compresa tra la preadolescenza e la pensione. In World of Warcraft i giocatori condividono lo stesso universo virtuale — nel quale si aggirano uccidendo mostri controllati da computer o avatar di altri giocatori, dalle sembianze di elfi, animali od orchi. I giocatori di Second Life si dotano di avatar personalizzati dalle sembianze umane, che possono avere le loro stesse fattezze o, come spesso accade, avere invece l’aspetto di supermodelle e culturisti. Questi avatar sono in grado di socializzare, acquistare e vendere beni virtuali.
Secondo i funzionari americani e i documenti consegnati da Snowden al Guardian—che li ha poi condivisi con il New York Timese ProPublica—le agenzie di spionaggio temevano che gruppi terroristici potessero prendere piede nei mondi virtuali, per stabilirvi dei canali di comunicazione sicuri. Intanto, i giocatori si dicono preoccupati dalla possibilità di essere spiati dalla Nsa. «Se mai leggeranno questi forum”, ha scritto un prete-folletto il cui username è Diaya, «si renderebbero conto che stanno solo sprecando il loro tempo».
(© 2013 New York Times News Service Traduzione Marzia Porta)