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 2013  dicembre 10 Martedì calendario

FELICE PER IL PAESE, NON PER ME GLI ITALIANI SONO IN BUONE MANI


«Non sono felice per me. Sono felice per tutte le persone oneste e perbene che ogni giorno vanno a lavorare in questo paese. Persone che hanno creduto in Matteo e che da oggi avranno qualcuno che si occupa e si preoccupa per loro». Agnese Renzi, la moglie che ha scelto di vivere nell’ombra, di non dare interviste, di non farsi fotografare nei momenti di vita familiare, la donna che appare al fianco del marito solo in poche e selezionatissime occasioni ufficiali, il giorno dopo il trionfo delle primarie accompagna i tre figli a scuola e poi va al lavoro, come se questo fosse un lunedì come gli altri.
Agnese ha 37 anni, è una docente precaria, anche lei nel 2012 ha superato il concorsone per l’abilitazione come migliaia di suoi colleghi. Mentre Matteo raggiunge Roma per presentare la segreteria, lei esce dal portone del Poggio Imperiale, il liceo classico pubblico dove insegna Lettere. Proprio lì vicino poco tempo fa è stata colta in fallo su una corsia preferenziale con l’auto del sindaco, un errore per cui ha chiesto scusa, una forma di pubblicità di cui avrebbe volentieri fatto a meno. Pur essendo sposata all’uomo politico più mediatico d’Italia Agnese riesce a sottrarre se stessa e i suoi figli ai teleobiettivi. È stata lei ad insistere per non spostare la residenza a Firenze e rimanere a vivere a Pontassieve, un comune alle porte del capoluogo dove Francesco, Emanuele ed Ester non sarebbero stati etichettati come “i figli del sindaco” e avrebbero potuto studiare, giocare, fare amicizie e camminare per strada senza pensare di essere speciali. E con Agnese Matteo evita di discutere, sa che ha la testa dura. Il loro matrimonio va avanti dal ’99, si erano conosciuti negli scout e la forte fede cattolica fa ancora da cemento alla loro unione. Insieme a don Enrico Deidda, padre gesuita, fanno gli esercizi spirituali almeno una volta l’anno.
È una mattina fredda, il vento fa volare la cascata di riccioli neri di Agnese, dalla sciarpona grigia restano scoperti solo gli occhi sorridenti. Indossa jeans e un piumino blu, semplicissima. Ha un fisico da modella, alta, magra, gambe lunghissime. Quando i paparazzi in estate vanno a caccia di Renzi per immortalarlo in costume da bagno la sua linea perfetta stride un po’ accanto alla “pancetta” del marito. Si ferma a parlare con un’anziana che la riconosce. «Dica a Matteo di fare le cose perbenino ora che è là», si sente dire. «Viviamo giorno per giorno ma certo sentiamo tutto il peso della responsabilità» è la sua risposta. Usa il plurale e non è un caso, in fondo è lei a portare il peso maggiore di questa nuova situazione, con tre bambini di 12, 10 e 7 anni a cui spiegare perché il padre a casa si faccia vedere così poco. Nel discorso della vittoria, domenica sera, il primo pensiero di Renzi è stato per loro: «Ringrazio i miei figli perché quando un papà o una mamma pensa anche agli altri bambini sta cercando di costruire un mondo più giusto. E dico grazie a mia moglie, lei sa il perché». Lei lo sa. «Non sono felice per me», confessa. Matteo adesso avrà ancora più impegni di prima. «Sì ma non voglio passare per quella che si lamenta sempre, non mi lamento. Sono felice per chi crede in lui, per chi lo ha votato, per chi ora avrà una speranza in più». Anche se Agnese, forse, avrà qualcosa in meno.