Fulmini 11/12/2013, 11 dicembre 2013
EREDE «È
un uomo che colpisce per semplicità e profondità. Sono importanti persone come lui sul campo, perché danno un esempio di integrità, lavoro, rispetto degli altri. Lo considero l’erede di Facchetti» (Javier Zanetti secondo il ministro per gli Affari Regionali Graziano Del Rio).
VICINO «Non voglio morire amministratore delegato. Guido un’azienda e finché potrò gestirla, continuerò a farlo. Ma se mi accorgerò che non ci riuscirò più, la lascerò a qualcun altro. Il mio successore? Potrebbe essere Marco Piccinini. Perché è stato manager alla Ferrari per 12 anni vicino, vicino, vicino, vicino a Mister Ferrari» (Bernie Ecclestone).
PENSIONE «Ho la fortuna di poter decidere se e quando pensionarmi davvero, perché sono sempre rimasto anche contadino e quindi potrei essere autosufficiente nei miei masi, con la famiglia e pure gli amici. Ma chissà se limitarmi a coltivare la terra mi renderebbe del tutto soddisfatto» (Reinhold Messner, 69 anni).
CAMPI «La mia famiglia ha un’azienda agricola, nella zona di Oporto. Coltiviamo legumi, patate, pomodori, lattuga. Anche io ci ho lavorato. Anche la bici è sofferenza. Sono questi i principi che hanno dato un senso alla mia vita, e li ricordo sempre quando devo pedalare e soffrire. Quando mi sembra di non farcela, penso alla fatica che hanno fatto i genitori nei campi per comprare la prima bici e farmi correre» (il ciclista portoghese Rui Costa, campione del mondo in linea).
ALBERO «È come abbattere un albero. Non basta un colpo d’ascia. Ci vorrà del tempo, spero poco, ma tornerò al top» (il recupero di Kobe Bryant, tornato in campo dopo otto mesi per la rottura del tendine d’achille).
EQUILIBRIO «Facevo yoga, la mia insegnante mi ha fatto scoprire un mondo nuovo: il buddismo è una dottrina che mi cattura perché non ci sono dogmi. Ero un ragazzo vivace e irrequieto, ho trovato l’equilibrio interiore, ora frequento una comunità buddista di Genova. Leggo molto. Progetto grandi viaggi» (Massimo Giacoppo, argento con la Nazionale di Pallanuoto a Londra 2012).
PAROLA «Il calcio per Papa Francesco è un modo attraverso il quale aprire un canale per comunicare qualcosa. È quella che lui chiama la cultura dell’incontro. È entusiasta quando incontra calciatori e sportivi. Diventano essi stessi veicoli della sua parola» (Elisabetta Piqué, biografa di Bergoglio).