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 2013  dicembre 09 Lunedì calendario

SILVIO, SILVIO E ANCORA SILVIO ALL’AUDITORIUM VA IN SCENA L’AUTOCELEBRAZIONE DEL LEADER


E di che altro vorreste parlare? Di quale altro argomento, in una domenica di Immacolata concezione, di crisi economica e di campionato di calcio? Noi qui, all’Auditorium della Conciliazione, a duecento metri da San Pietro, abbiamo fatto un pomeriggio immersivo nel più spettacolare delirio egotista degli ultimi decenni. Non che all’uomo sia mai mancata una buona considerazione di sé. Silvio Berlusconi si è sempre stimato moltissimo, ma ora ha affinato il giudizio. Non c’era scampo: è arrivato col ritardo di un regionale delle Fs, sessantacinque minuti, durante i quali i maxischermi hanno proiettato il più recente documentario di Silvio su Silvio prodotto da Silvio. Per sessantacinque minuti abbiamo visto Silvio a Natale con gli amici estasiati, Silvio clownesco fra i bambini raggianti, Silvio in lacrime sulle tragedie, Silvio coi grandi della terra, muti ad ascoltare la lezione Silvio. È il medesimo documentario di Silvio su Silvio diffuso prima del discorso di Silvio il giorno della decadenza, e il medesimo documentario di Silvio su Silvio da cui siamo stati intrattenuti all’Eur prima che Silvio parlasse il giorno della scissione. Ecco Silvio in cravatta, Silvio sul palco, Silvio fra la gente, Silvio giovane, quando ancora non aveva i capelli.
Uscendo si distribuiva non il kit di Forza Italia, come venti anni fa, ma di Forza Silvio, perché era l’occasione celebrativa dei mille e mille club risorti a ricondurre Silvio in gloria. E non è mica colpa sua, lui farebbe pure esercizio d’umiltà, ma i sondaggi hanno indicato che «Forza Silvio è molto più gradito di Forza Italia». E quindi nel kit la bandiera è di Forza Silvio, le spillette di Forza Silvio. Vi sono contenuti i testi sacri della formazione silviesca, l’Agendiario 2014, un vademecum dei «primi vent’anni con Silvio». C’è l’autografo di Silvio, le foto di Silvio, i giornali che parlano di Silvio con evidenziati in rosso i titoli su Silvio; poi i poster elettorali di Silvio, le foto delle manifestazioni di Silvio, le frasi celebri di Silvio e su Silvio, i momenti storici di Silvio immortalato con la mamma di Silvio, la squadra di Silvio, gli amici potenti di Silvio. Dell’Agendiario c’è pure il bignami, una trentina di pagine tascabili con tutti i successi, le riforme, le leggi di Silvio. C’è il libro illustrato su Come Berlusconi ha cambiato le campagne elettorali in Italia (c’è scritto Berlusconi perché è di un anno e mezzo fa, se no sarebbe stato “Silvio”). C’è il libro sui «più importanti interventi di Silvio Berlusconi», ossia i Discorsi per la libertà da non confondere con I discorsi della libertà, tomo nel quale Silvio si fa timidamente da parte e, eccetto qualche pagina dedicata al suo intervento nel decennale della caduta del Muro di Berlino, lascia spazio alle parole di altri leader di qualche fama: Abraham Lincoln, Gandhi, Winston Churchill, John Fitzgerald Kennedy, Martin Luther King, Nelson Mandela, Alcide De Gasperi, più un altro paio di presidenti degli Stati Uniti.
Fra il documentario di Silvio su Silvio e il kit di Silvio c’è stato, da non trascurare, l’atteso intervento di Silvio. Il quale, non considerandolo sufficientemente eviscerato, ha proposto un argomento che gli sta a cuore: Silvio. Ha elencato i quattro colpi di Stato organizzati dalla sinistra allo scopo di fare fuori Silvio. Primo colpo di Stato: l’invito a comparire inviatogli a Napoli con annesso ricatto di Oscar Luigi Scalfaro a Umberto Bossi. Secondo colpo di Stato: i brogli delle elezioni del 2006. Terzo colpo di Stato: la congiura europea che portò al governo dei tecnici. Quarto colpo di Stato: la condanna in Cassazione e la decadenza. Ecco - dice - vedete che la democrazia e la libertà sono a rischio? Tutto coincide in Silvio, la libertà di ognuno di noi non è tale senza la libertà di Silvio, la democrazia dipende dalla salvezza di Silvio, e Silvio è pertanto l’unica fonte di libertà e democrazia. La gente si alza, sventola le bandiere di Forza Silvio, tambureggia il coro Silvio-Silvio. Vuole solamente Silvio, lì attorno a lui c’è giusto qualche rimasuglio, Deborah Bergamini che è la portavoce, Annagrazia Calabria che è la capa dei giovani, la senatrice Manuela Repetti, le sentinelle storiche e cioè Sestino Giacomoni e Valentino Valentini. Ci si arrampica sulle vette della mania, niente è impossibile, la minaccia comunista che preme ancora alle nostre frontiere, l’epopea criminale e antisilviesca di Magistratura democratica, le istituzioni contro Silvio, l’Europa contro Silvio, quanti traditori contro Silvio, un mostro planetario che perde bava bramando di divorarsi Silvio. Chi altro se non Silvio può opporsi al drago? Daniela Santanchè non c’è e nemmeno Denis Verdini, non Raffaele Fitto, nessuno dei pretoriani che gli fanno vanamente scudo con il loro corpo. È Silvio che riscatta la storia dai suoi errori, e lui che allarga le braccia, e accoglie in salvezza tutti quanti. E lui, che tramite sé, trova la catarsi di Silvio.