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 2013  dicembre 09 Lunedì calendario

L’IRLANDA ESCE DAL PIANO DI SALVATAGGIO EUROPEO


L’Irlanda è fuori dal tunnel: dopo aver scongiurato grazie ai fondi europei due anni fa l’insolvenza, sfiorata a causa di una paurosa crisi bancaria, è il primo Paese a tornare finanziariamente autonomo. Finita durante la fase più buia della crisi «sotto programma» come si dice in gergo, cioè salvata dal default dai fondi della Ue, Dublino ha concluso «con successo» il piano di riforme concordate in cambio dei soldi europei. Lo ha annunciato ieri il fondo salva-Stati temporaneo Efsf.
L’uscita dell’Irlanda dal programma «è un grande successo per l’Irlanda e per l’area dell’euro nel suo complesso» ha commentato Klaus Regling, capo dell’Efsf, aggiungendo che «l’impegno del governo irlandese ad attuare il programma di aggiustamento e il sostegno della popolazione sono state le vere chiavi del successo». Per Regling l’esempio irlandese dovrebbe essere «una fonte di ispirazione per il resto della zona euro».
Da febbraio del 2011, quando il salvataggio pubblico delle banche irlandesi scivolate sull’orlo dei crac per la crisi da derivati americani, aveva fatto impennare il debito e provocato una crisi di fiducia sul mercato tale da far impennare i rendimenti sui titoli sovrani a livelli insostenibili e costringendo Dublino a chiedere il supporto dell’Europa, sono stati stanziati 17,7 miliardi di euro.
Per rimarcare ulteriormente la propria indipendenza finanziaria, l’Irlanda ha deciso inoltre di non affidarsi alla linea di credito precauzionale europea che le garantirebbe anche l’accesso allo scudo anti-spread Omt. Ha preferito sottoscrivere un accordo con la Cassa depositi e prestiti tedesca, la Kfw, a sostegno delle imprese.
Tra i Paesi che restano invece sotto programma e che stentano a rialzare la testa dalla recessione c’è sicuramente la Grecia. Dopo gli aggiustamenti record dei conti pubblici degli ultimi anni, giunta al sesto anno di crescita negativa, ieri Atene ha approvato il bilancio 2014, che si annuncia di nuovo pesante.
Il governo Samaras ha approvato sul filo (153 voti su 300) una finanziaria con nuovi tagli da 3,1 miliardi di euro. Il premier conservatore ha parlato di «giornata storica». Ma la notizia è arrivata a poche ore dalla decisione della troika, che sta monitorando il progresso delle riforme e del risanamento, di congelare l’ultima trance di prestiti da un miliardo. Gli emissari di Fmi, Bce e Commissione Ue hanno approvato il bilancio approvato ieri ma sono insoddisfatti degli sforzi fatti su altri fronti. Un copione già visto.
twitter@mastrobradipo