Vittorio Sabadin, La Stampa 9/12/2013, 9 dicembre 2013
IL PRIMO SOLSTIZIO D’INVERNO IN 3D NELLA STONEHENGE RISTRUTTURATA
Migliaia di persone vanno ogni anno in questo periodo a Stonehenge per assistere al solstizio d’inverno nel sito archeologico più misterioso della preistoria. Ma quelle che saranno lì tra pochi giorni avranno il privilegio di essere le prime a celebrare la ricorrenza astronomica in un luogo completamente rinnovato, e spiegato ai visitatori senza preclusioni e pregiudizi, anche nei confronti delle teorie giudicate finora più fantasiose.
Dopo 30 anni di polemiche e di discussioni tra gli archeologi, l’English Heritage ha finalmente completato il progetto di ristrutturazione dell’intera area, costato 27 milioni di sterline, circa 30 milioni di euro. Le innovazioni sono considerevoli. I visitatori saranno accolti in un grande museo che espone per la prima volta centinaia di reperti trovati nella zona e altri oggetti provenienti dai musei di Salisbury.
Nell’edificio si potrà provare l’esperienza di stare al centro del cerchio originale di pietre megalitiche, grazie ad una proiezione in 3D a 360 gradi. E, soprattutto, si accederà a una grande sala nella quale sono illustrate tutte le leggende e le teorie sull’origine e sulla funzione del sito, che si sono accavallate per secoli senza che nessuna offrisse una spiegazione convincente.
Gli interventi dell’English Heritage hanno anche ripristinato l’antica strada di accesso ai cerchi di pietre, che da secoli era stata tagliata in due dalla sempre trafficata A334. Già oggi era emozionante percorrere in auto questa strada statale e vedere all’improvviso, superata la cima dell’ultima collina, la piana di Salisbury con i giganteschi megaliti al suo centro. Ma dal solstizio di quest’anno la visione delle pietre sarà ancora più strabiliante: il nuovo edificio di accoglienza si trova a quasi due chilometri a ovest del sito, al quale i visitatori saranno condotti con un bus elettrico. Dopo 10 minuti di viaggio, cominceranno a vedere le pietre emergere oltre un dosso, con una apparizione che lascerà senza fiato.
Due anni fa furono duemila le persone che il 21 dicembre si radunarono a Stonehenge per il solstizio. L’anno scorso vi andarono in cinquemila, anche perché molti attendevano la fine del mondo profetizzata non senza qualche errore dai Maya. Ma quest’anno si batteranno tutti i record del gelido solstizio invernale: in via eccezionale, l’English Heritage ha infatti deciso di aprire gratuitamente a tutti il sito archeologico prima dell’alba, che avverrà esattamente alle 8,09.
Il 21 dicembre è il giorno più corto dell’anno, quello dopo il quale le giornate riprendono ad allungarsi, ed è stata una ricorrenza pagana da quando l’uomo esiste. È il vero Capodanno, lo spartiacque tra il buio e il ritorno della luce, che ha condizionato anche la collocazione in questo periodo di dicembre della maggiore festività cattolica. Decine di associazioni di neo druidi e moderni celti celebrano l’appuntamento ogni anno e Stonehenge è da sempre il luogo preferito per farlo, visto che comunemente si ritiene che la sua funzione fosse quella di un calendario, progettato per segnalare le date dei solstizi e degli equinozi. Di solito si ride di queste anacronistiche cerimonie, ma niente - quando ci si trova a Stonehenge - sembra buffo, e molti dei suoi misteri sono ancora oggi irrisolti.
Le pietre megalitiche elevate nel sito, pesanti decine di tonnellate, provengono ad esempio dalle montagne Preseli, che si trovano nel Galles a 200 chilometri di distanza. Ci si domanda ancora per quale ragione, e con quale tecnologia, una comunità preistorica abbia dedicato tutte le proprie risorse a trasportare per centinaia di chilometri su terreni impervi decine di megaliti con il solo scopo di erigere un calendario solare, che si può ottenere con sistemi molto meno impegnativi.
Recentemente, tra le tante, è stata avanzata l’ipotesi che Stonehenge abbia qualcosa a che fare con la propagazione del suono, visto che le pietre delle cave di Preseli hanno una struttura che favorisce l’emissione di onde sonore, ma non c’è alcuna prova al riguardo. Anche la datazione del sito, collocata tra il 3100 e il 2000 avanti Cristo, è controversa. La stessa collocazione delle pietre non rispetterebbe il progetto originale, visto che quelle cadute a terra sono state rimesse a posto in modo del tutto arbitrario dagli ingegneri vittoriani che a metà dell’Ottocento si interessarono a quella curiosa costruzione.
Stonehenge sembra insondabile e nessun tentativo di spiegarlo è riuscito a convincere tutti. Così come restano un mistero (anche questo «risolto» nel solito modo, ridicolizzandolo), i complessi e armoniosi disegni che ogni estate compaiono nei campi inglesi, i più belli e intricati proprio intorno alla zona di Salisbury, a poche centinaia di metri dalle pietre di Stonehenge.
Simon Thurley, direttore dell’English Heritage, ha detto che i lavori effettuati al sito «cambieranno per sempre il modo di vedere le cose». E daranno forse un po’ di ragione a chi, avvolto in una coperta, attende ogni anno che il sole sorga sopra a un’antica pietra, in una delle pianure più affascinanti della Terra.