ItaliaOggi 9/12/2013, 9 dicembre 2013
PECHINO LI METTE AL BANDO E CHIUDE LE PORTE DELLE BANCHE
La Cina mette al bando i Bitcoin. Almeno per le banche. Mentre Europa e Stati Uniti si avviano verso l’accettazione della cyber-valuta come moneta reale, la principale piazza di scambio dei Bitcoin, Pechino, ha deciso di chiudere loro la porta in faccia. La People’s Bank of China ha vietato a banche e istituzioni finanziarie del Paese di garantire investimenti o di investire in prodotti legati ai Bitcoin innescando una caduta verticale delle loro quotazioni scese in un colo giorno sotto la soglia dei 1.000 dollari. Nessun cambiamento invece per i privati che potranno continuare a utilizzare la cyber-valuta per le loro transazioni. «I Bitcoin non rappresentano un rischio per l’economia cinese ma sono pericolose per le possibilità che aprono alle organizzazioni criminali di riciclare gli introiti delle loro attività illegali», si legge nel documento della Banca Centrale. Negli ultimi mesi era stata proprio la forte domanda nel mercato cinese a proiettare al rialzo le quotazioni dei Bitcoin, tanto da trasformare la Btc China nella prima piattaforma al mondo in termini di volumi di scambio su questa valuta. «Anche se alcuni la chiamano moneta, il Bitcoin non è emesso da una autorità centrale, e soprattutto, non possiede gli attributi di una divisa con corso legale come la capacità di essere strumento di pagamenti», ha sottolineato Yi Gang, vice governatore della Bank of China. «Quindi in base alla sua natura, è uno specifico prodotto virtuale. Non ha lo status legale di moneta e non deve essere autorizzato a circolare sul mercato come moneta».