Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  dicembre 09 Lunedì calendario

«NESSUNO DOVRA’ ESSERE COSTRETTO A BLOCCARE FORZATAMENTE L’ATTIVITA’»

L’allarme lo lancia il presidente di Conftrasporti e vice presidente di Confcommercio, Paolo Uggè. Perché nonostante le principali associazioni dell’autotrasporto, che rappresentano il 95% della categoria, abbiano revocato il fermo dopo l’accordo raggiunto al ministero delle Infrastrutture, il rischio di una paralisi sulle strade italiane resta alto. Come pure quello di possibili degenerazioni della protesta
Presidente, su cosa si basano le sue preoccupazioni?
«Sui volantini e sulle dichiarazioni dei movimenti che continuano ad appoggiare la protesta, circolati negli ultimi giorni. Dai Forconi ai Cobas del latte, da Alba Dorata Italia a Forza Nuova, tutte inneggianti ad obiettivi rivoluzionari. A pagare le conseguenze di questa scelta non saranno solo gli autotrasportatori ma anche commercianti e cittadini, per di più nel particolare momento di crisi e che precede le feste».
Lei ha sollevato addirittura il rischio che le strade vengano bloccate da persone armate…
«C’è il precedente del 2011, quando in Piemonte c’è scappato addirittura il morto. E poiché i movimenti che appoggiano questa protesta sono gli stessi, con l’aggiunta di altri sigle, il rischio è concreto. Noi non contestiamo la libertà di manifestare, ma rivendichiamo anche il diritto di non farlo. Se invece si ricorre alle minacce, costringendo le persone ad interrompere forzatamente la propria attività si ricade nel codice penale».
Per questo vi siete rivolti al ministero dell’Interno?
«Le forze che sono preposte a far rispettare le leggi devono fare il proprio dovere. Diversamente rischiano l’omissione in atti d’ufficio. Nei giorni scorsi, riscontrato il proliferare di sigle e movimenti intorno a questa protesta e i toni minacciosi spesso utilizzati, abbiamo allertato le Prefetture. In alcuni casi la risposta è stata preoccupante: “Vedremo cosa si può fare”. Allora abbiamo messo in guardia il ministero dell’Interno».
E non escludete neppure di chiedere le dimissioni del ministro?
«Mi pare ovvio che, qualora dovesse succedere qualcosa, la responsabilità politica sarebbe evidente».
L’accordo raggiunto con il ministro Lupi vi soddisfa?
«Abbiamo ottenuto la soluzione di alcune questioni urgenti con il maxiemendamento alla Legge di stabilità. Annullamento della norma che impediva il recupero dell’accisa sui carburanti: valore 350 milioni. Altri 330 milioni per allineare i costi italiani a quelli europei. Ripristino dell’Albo per evitare abusi ed episodi di concorrenza sleale. La verifica è fissata al 31 gennaio».