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 2013  dicembre 08 Domenica calendario

NUOVO BUSINESS SVIZZERO: I BUNKER PER PROTEGGERE DATI


Il segreto bancario è sempre più in pericolo nella Svizzera dei conti cifrati e delle cassette di sicurezza? Poco importa, perché il Paese sta già trovando una nuova e fiorente economia nell’era delle tecnologie digitali. Si stanno infatti riciclando i tanti bunker antiatomici costruiti per la mai avvenuta Terza guerra mondiale: siti perfetti per lo stoccaggio di dati sensibili che governi e imprese vogliono proteggere dal controllo di occhi e orecchi delle agenzie di sorveglianza, prima fra tutte l’americana Nsa. Ed ecco quindi che grazie alle rivelazioni della «talpa» Edward Snowden che hanno innescato il Datagate i rifugi svizzeri stanno diventando fra i più ricercati dove trovare un porto sicuro. Sono 55 quelli dismessi dall’esercito: inespugnabili oltre che di fatto introvabili se non per gli addetti ai lavori.
A cogliere questa occasione, come ha raccontato Le Matin, quotidiano di Losanna, sono state alcune società, fra cui la Deltalis, che offre ai suoi clienti quello che definiscono come «un centro dati superprotetto». Si trova ad Attinghausen, a sud di Zurigo, e si sviluppa su 15mila metri quadri sotterranei, sebbene i server si concentrino in uno spazio molto ridotto, in una sorta di «caveau» per pc. Penetrarvi non invitati è impossibile. Al suo interno ci lavorano solo 12 persone. I pochi visitatori esterni che ci mettono il naso devono lasciare documenti e perfino l’impronta venosa, molto più sicura di quella digitale, che può venire contraffatta. Sembra di muoversi in un film di James Bond o in Matrix. Le telecamere sono ovunque, a controllare ogni movimento.
E gli imprenditori di questo settore fanno un po’ di politica antiamericana ma intanto devono ringraziare la Nsa e lo spionaggio di Washington. «Devo dire due cose, come cittadino europeo, trovo incredibile quello che fanno gli americani, nonostante questo è per noi molto positivo perché abbiamo triplicato la nostra attività in un tempo molto ridotto», ha detto Christoph Oschwald, dirigente di Mount10, società che propone altri bunker inespugnabili, a prova di bombe e terremoti, nelle Alpi. E che vede fra i suoi clienti anche il Parlamento svizzero.
Tutto questo però ha costi molto alti. Per l’affitto di un bunker si parla di 250 mila euro al mese, per comprarlo invece si devono sborsare 15 milioni di euro. Secondo Dominik Hauri, dell’Istituto studi economici di Basilea, la Svizzera, grazie alla sua stabilità e le sue eccellenti infrastrutture elettriche e informatiche, può diventare un «rifugio sicuro» per la protezione dei dati in queste strutture sotterranee. Dati che poi sono inaccessibili anche dal punto di vista legale. «Da noi serve il permesso di un giudice», ha spiegato Peter Gruter, presidente dell’Associazione svizzera per le telecomunicazioni, «e questo è un gran vantaggio rispetto a quello che accade negli Stati Uniti». È emerso che anche la Fbi, oltre alla Nsa, usa metodi al limite del lecito. Dai loro uffici a Quantico, in Virginia, gli agenti speciali sono in grado di inviare un malware, ovvero un virus, nei computer dei sospetti che intendono prendere di mira, riuscendo così a «perquisirli» e anche ad attivarne la webcam, con una tecnica abbastanza sofisticata, ma che ha sollevato nuove polemiche.