Carlo Laudisa, La Gazzetta dello Sport 8/12/2013, 8 dicembre 2013
CASSANO A SAN SIRO, AMORI E TRADIMENTI
Gli amori e i tradimenti di FantAntonio. C’è di tutto e di più in questo suo ritorno a San Siro. Stasera giocherà contro l’Inter, la sua fiamma di sempre. Soprattutto sfida Walter Mazzarri, il tecnico che l’aveva rivitalizzato alla Samp (dopo la débacle di Madrid), salvo poi non opporsi alla sua cessione l’estate scorsa. Fatti e misfatti. Sì, perché nel mezzo c’è il suo enorme talento e le sue immancabili cassanate. Mettiamoci anche l’esperienza al Milan, anch’essa giunta al momento giusto per risollevarlo da un lacerante strappo a Genova.
L’approdo In questo viaggio nel tempo riportiamo Antonio Cassano al gennaio 2011, presentazione in rossonero: «Se sbaglio al Milan sono da manicomio», è la sua sentenza. Parte bene, ma s’immalinconisce presto. E le polemiche sotterranee con Allegri pesano quanto la sua bilancia. Al latente dissidio dà corpo il sopravvenuto feeling con Andrea Stramaccioni che FantAntonio aveva conosciuto a Roma.
Il sogno e la realtà Nell’agosto 2012 si materializza lo scambio con Giampaolo Pazzini e lui tocca il cielo con un dito. Al debutto ad Appiano pizzica Galliani: «Al Milan mi hanno preso in giro: solo promesse, non fatti. L’Inter è sopra il cielo». I colori nerazzurri per lui sono speciali. Interista dall’infanzia, proprio contro la squadra del cuore si rivela in A con una rete da favola. I primi mesi sono da luna di miele. A Strama dà del tu, le imitazioni del tecnico lo rallegrano e la navicella interista viaggia veloce. Ma l’alba del 2013 porta i primi scricchiolii. L’esuberante Cassano nello spogliatoio si muove da re e irride compagni e allenatore. Il 1° marzo il patatrac. La soglia d’attenzione nell’allenamento è già bassa, ma quando Cassano ironizza («Ahò, è arrivato Mourinho») i nervi saltano. La rissa non troverà mai conferme, ma il contatto fisico tra i due è certo. Il barese viene subito escluso e poi emarginato. Lo stratega romano sente franare il terreno sotto i piedi e a fine stagione accuserà Cassano e Mazzarri di una congiura ai suoi danni. In effetti FantAntonio si sfrega le mani. A Genova i suoi rapporti con l’allenatore di San Vincenzo sono stati alterni, ma mai conflittuali. Cassano punta al Mondiale nel club che considera il suo punto d’arrivo. Invece al mercato Mazzarri dà il suo assenso allo scambio con Belfodil. E il forzato trasloco a Parma gli brucia. Stavolta non se la prende con Moratti o con il club. Invece va giù duro su chi ritiene l’abbia abbandonato. «Mazzarri mi ha fatto fuori. Prima di firmare con l’Inter mi ha detto “sarai titolare”, ma poi sono stato cacciato. Comunque a Parma farò grandi cose».
A Parma Ritrova Roberto Donadoni, il tecnico che in Nazionale gli ha dato fiducia più di tutti. L’avvio è all’insegna dei superlativi. Gol, assist e 10 chili persi negli ultimi 4 mesi sono l’emblema della ripartenza. Il Brasile, con la recente apertura di Prandelli, rappresenta la meta di una carriera. A 31 anni il suo genio non è più sbarazzino. Sa di non poter più eliminare certi difetti caratteriali. Così questa settimana ha tenuto un basso profilo mediatico. Lascia la rabbia agonistica per il campo e imprigiona le parole. Attenzione, però, ai gesti. La sua partita ancor prima che contro l’Inter, sarà contro Mazzarri. Dura, insomma, che i due galli si salutino all’ingresso. Cassano si sente tradito, mentre Walter è offeso. «Mai parlato con Antonio. L’ultima volta l’ho visto per Inter-Napoli: come potevo dirgli chi gioca e chi no?», aveva puntualizzato al suo arrivo. Ieri ha ribadito: «Non ho mandato via nessuno: se Cassano fosse rimasto, l’avrei valutato e allenato come faccio con tutti. Con lui ho avuto zero problemi: se la pensa diversamente, non dovete chiederlo a me. Da avversario l’ho già affrontato: è un giocatore di grande classe, non bisogna dargli la possibilità di giocare». Si parlano solo a distanza, non risulta si siano mai più sentiti. Il fuoco cova sotto la cenere.