Giulio Giorello, La Lettura - Corriere della Sera 8/12/2013, 8 dicembre 2013
COSI’ LA TERRA COMINCIO’ A GIRARE
«Quello che adesso è dato per provato un tempo fu soltanto immaginato», diceva il poeta William Blake. Ma quanto tempo deve passare tra la conferma sperimentale e una qualche audace congettura? Il caso più interessante è quello della rivoluzione scientifica per eccellenza, la sostituzione della concezione di Tolomeo con quella di Copernico, che coinvolge il dibattito sui movimenti della nostra Terra: un lungo cammino in cui spiccano irregolari del pensiero come l’«ostinato eretico» Giordano Bruno, il «maligno pisano» Galileo Galilei e un gigante della matematica come Isaac Newton.
Quest’ultimo modellò la sua descrizione del movimento dei pianeti (incluso il nostro Globo) intorno al Sole sulla falsariga del moto attorno a Giove dei suoi satelliti (o «lune medicee», come diceva Galileo, che li aveva individuati con il suo cannocchiale). Ma si dovettero aspettare per la rivoluzione terrestre intorno al Sole la scoperta dell’aberrazione annua delle stelle (1729, James Bradley) e per la rotazione in 24 ore della Terra l’esperimento con il pendolo del 1851 al Panthéon di Parigi (per mano di Jean-Bernard-Léon Foucault). Occorreva lo smantellamento di pregiudizi assai radicati; ma anche il miglioramento degli strumenti di osservazione. Insomma, atteggiamento critico e progresso tecnologico, come è mostrato dal grafico.
Così, l’intuizione che vi sono stelle al di fuori della nostra Via Lattea ha aspettato secoli; ma l’idea di Edwin Hubble che l’Universo sia popolato di galassie ha richiesto poco più di un ventennio! E la concezione dello spazio-tempo incurvato dalla gravità, che non pochi colleghi avevano inizialmente salutato come la maggior «follia» di Einstein, è stata qualche anno fa confermata dalla Nasa.
Ci sono anche esempi che non riguardano i cieli. Tra il 1928 e il 1931, facendo forza alle sue stesse idee iniziali, Paul Dirac definì matematicamente l’antielettrone (o positrone): il primo caso di antimateria. La «prova» venne nel 1932 (Carl Anderson) quasi per un colpo di fortuna. Grandi fisici si sono così aggiudicati il Nobel; oggi l’antimateria salva le nostre vite, come mostra l’impiego diagnostico della tomografia a emissione di positroni (Pet).