Max Colchester, Milano Finanza 7/12/2013, 7 dicembre 2013
I TRADER? MEGLIO SPIARLI
Dire «voglio un take-away cinese» in una sala delle contrattazioni può non essere più un’affermazione così innocente. È la tipica frase che, se ripetuta più di una volta, potrebbe saltar fuori in una nuova forma di sorveglianza utilizzata da alcune società finanziarie, che, in seguito a una serie di scandali, cercano di vigilare sui trader senza scrupoli.
Queste società si rivolgono a quelle aziende di software che utilizzano complessi algoritmi per monitorare le chiamate e le e-mail dei trader, cercando di individuare frasi tipiche o cambiamenti di tono, per rilevare segnali che indichino che i trader si stanno accordando o piazzando scommesse illegali. La hot list di frasi comprende espressioni esplicite e altre invece più oscure: «Scorie nucleari» e «parliamone offline» sono potenziali segnali di pericolo, secondo il Chase Information Technology Services, una piccola società tech britannica. Ma anche frasi ripetute che non hanno niente a che vedere con il lavoro possono essere sospette. In altre parole, i trader devono avere una buona ragione per accennare più di una volta ai loro progetti per il pranzo. «Fine del mondo» e «in sospeso» potrebbero allo stesso modo essere frasi dubbie. Secondo Chase IT il suo software riesce a ricercare frasi insolite e ad aiutare a rilevare informazioni quando il personale è in difficoltà. Il software, chiamato Intelligent Voice, misura anche i livelli di stress nelle voci dei trader, che possono subire un controllo incrociato con il traffico di messaggi elettronici per qualsiasi atto illecito. Il software tiene conto anche delle ambiguità culturali. I britannici, per esempio, tendono a interrompere un collega a metà di una conversazione solo quando sono altamente stressati, dice Nigel Cannings, direttore tecnico di Chase IT, aggiungendo che «questo non avviene con gli italiani».
La società americana di software Sas offre «punteggi di rischio» personalizzati sui singoli trader basati su fattori che includono il numero di trattative che cancellano rispetto i loro colleghi. Altre, tra cui HP, Autonomy, Nice Actimize, con sede negli Stati Uniti, e la società spagnola Fonetic hanno prodotti che permettono alle banche di esaminare attentamente in poco tempo ore di telefonate e messaggi istantanei per scoprire potenziali problemi. L’utilizzo di questo tipo di software da parte delle banche è dovuto a un insieme di fattori che comprende pressioni da parte dei regolatori, l’innovazione tecnologica e il fatto che anche molti investigatori governativi hanno adottato tecniche avanzate di monitoraggio, osserva David Remnitz, a capo del servizio di tecnologia forense di Ernst & Young. Banco Santander riferisce di aver firmato un contratto con Fonetic per testare i suoi servizi negli uffici degli scambi commerciali della tesoreria della banca. Mentre Chase IT vende una versione della sua tecnologia vocale a Kcg Holdings, che incorpora la società con scambi ad alta frequenza Knight Capital, per le sue operazioni nel Regno Unito (Kcg non ha rilasciato dichiarazioni in merito). Rabobank e Morgan Stanley sono tra coloro che hanno acquistato il software da HP Autonomy, che permette loro di scansionare le registrazioni di comunicazioni scritte. Le banche registrano le telefonate dei trader e le e-mail da molto tempo. Negli ultimi anni, però, hanno utilizzato altre tecniche per frenare i comportamenti scorretti. Alcune misure includono il divieto dell’uso di telefoni cellulari nelle sale delle contrattazioni e l’invito forzato a lasciare i propri uffici per andare in vacanza, rendendo così difficile una continuativa attività finanziaria non autorizzata. In seguito alle accuse secondo cui molte banche hanno cercato di manipolare tassi di interesse ufficiali, i compliance officer hanno ottenuto ruoli più pratici, sedendo nelle sale delle contrattazioni per monitorare meglio le attività, secondo i funzionari dell’industria. Lo scandalo sempre più grande sulla potenziale manipolazione dei tassi di cambio, che forse ha visto un accordo tra i trader presso banche diverse, ha spinto alcune banche a limitare l’uso delle chat room elettroniche. Dato che le banche assumono migliaia di nuovi addetti alla compliance, le società di software cercano di sfruttare la situazione a loro vantaggio: un computer che possa analizzare registrazioni di telefonate e messaggi istantanei per creare un database su cui si possono fare ricerche e che possa permettere ai compliance officer di seguire su uno schermo tutta l’attività di una sala delle contrattazioni. Tutto questo avviene attraverso un controllo incrociato del maggior numero di informazioni possibili da una varietà di fonti e utilizzando un algoritmo che riesce a capire il gergo del trading per decifrare comportamenti strani. Per sviluppare il suo algoritmo che analizza la voce, Chase IT ha impiegato 100.000 ore di conversazioni finanziarie e trascrizioni di messaggi istantanei. Una volta installato in una banca, l’algoritmo sviluppa una traccia vocale di ogni persona che chiama o riceve una telefonata dalla sala delle contrattazioni. Inoltre, trascrive le conversazioni e scansiona parole in codice, cercando combinazioni atipiche di parole. Oltre alla ripetizione di frasi senza alcun evidente collegamento con il lavoro, altri segnali di comportamento scorretto potrebbero includere l’improvviso uso di una lingua straniera da parte di un trader durante una conversazione. Questa informazione viene presentata ai compliance officer sotto forma di diagrammi che mostrano chi sta parlando a chi e grafici che indicano i livelli di stress nella sala delle contrattazioni.
I segnali di allarme possono essere inviati per e-mail o tramite un aggiornamento giornaliero dei grafici. Questo tipo di sorveglianza non è ancora molo diffuso. Installare la tecnologia può essere un processo lento e costoso. Inoltre, il successo degli algoritmi è ancora in gran parte determinato dalla qualità dei compliance officer che li utilizzano, dice Simon Hunt, chief operating officer dell’unità dei servizi finanziari di PricewaterhouseCooper. «C’è bisogno della persona che faccia la domanda giusta». Un compliance officer che ha utilizzato il programma di Chase IT ha dichiarato che era ottimo per trascrivere la voce ma quando segnalava un problema, cominciava a generare molti falsi allarmi. Cannings afferma che l’algoritmo impara da solo a diventare più accurato con il tempo e che il software ha già avuto un buon successo, sebbene non abbia voluto rivelare il nome dei clienti che hanno trovato le prove di comportamenti scorretti.