Silvia Ognibene, Il Sole 24 Ore 7/12/2013, 7 dicembre 2013
ENTE MPS, SÌ ALL’AUMENTO MA SOLO SE SARÀ RINVIATO
La Fondazione Mps, principale azionista della banca, voterà a favore dell’aumento di capitale da 3 miliardi solo se il periodo di sottoscrizione partirà «non prima del 12 maggio 2014». Lo ha comunicato ieri la stessa Fondazione, spiegando che «se venisse tenuta ferma la proposta di eseguire l’aumento nel primo trimestre del 2014 il voto in assemblea sarà contrario». Nuova mossa, dunque, in quella che somiglia sempre più a una partita a poker tra l’istituto di Rocca Salimbeni e il suo primo azionista, che possiede il 33,5% del capitale ma ha bisogno di tempo per vendere le azioni e ripagare alle banche un debito da 339 milioni.
La banca, al contrario, preme per lanciare velocemente l’aumento perché l’impegno del consorzio di pre-sottoscrizione per l’intero importo di tre miliardi scade a fine gennaio.
La Fondazione ha quindi autorizzato la presidente Antonella Mansi a partecipare all’assemblea della Banca, convocata per il 27 dicembre, per esprimere voto favorevole all’aumento di capitale «unitamente all’inscindibile proposta oggetto della richiesta presentata dalla Fondazione» di spostare l’operazione al prossimo maggio e «voto contrario a ogni altra e diversa proposta di deliberazione».
La Fondazione ha dichiarato di condividere «le valutazioni drasticamente contrarie all’ingresso dello Stato nel capitale della banca» e di essere «assolutamente favorevole all’ipotesi di ricapitalizzazione», ribadendo supporto al management di Mps, ma ha anche sottolineato ancora una volta di voler procedere alla dismissione della propria quota seguendo un processo «equilibrato e graduale».
Fondazione ha infatti un accordo con le banche creditrici in base al quale, se il valore del titolo Mps arrivasse a 0,12 euro, le banche potrebbero escutere il pegno posto a garanzia del prestito su tutte le azioni della Fondazione, pari al 33,5% del capitale di Rocca Salimbeni.
Ieri il titolo quotava 0,16 euro, al termine di una settimana che ha registrato un calo complessivo di circa il 12%. Tra le banche che partecipano al consorzio di garanzia per la sottoscrizione dell’aumento di capitale della banca ce ne sono quattro (Mediobanca, Jp Morgan, Barclays e Goldman Sachs) che figurano anche tra i dodici istituti creditori della Fondazione.
Se in vista dell’aumento il titolo scendesse sotto la soglia di 0,12, alla prossima assemblea della banca siederebbero dunque alcune banche chiamate a votare per un aumento di capitale del quale sono anche garanti.
La Fondazione, che ha recentemente dichiarato di non aver venduto azioni Mps in suo possesso, dovrà depositare entro venerdì prossimo le sue azioni per partecipare all’assemblea: se dovesse trovare un compratore dopo il 13 dicembre, manterrebbe comunque i diritti di voto.