Enrico Deaglio, la Repubblica 8/12/2013, 8 dicembre 2013
Riusciranno le democrazie a sopravvivere nel prossimo futuro? Fosche previsioni vengono dagli accademici dell’università di Cambridge, Inghilterra
Riusciranno le democrazie a sopravvivere nel prossimo futuro? Fosche previsioni vengono dagli accademici dell’università di Cambridge, Inghilterra. Secondo loro, i regimi democratici sono seriamente minacciati, prima ancora che dal terrorismo islamico o dalla evidenza di crescenti disparità sociali, da una insidiosa malattia che toglierà loro credibilità e fiducia, la “complottocrazia”, terribile neologismo nutrito dalle più svariate “teorie del complotto”. Sia che si parli dell’11 settembre, del cambiamento climatico, del potere delle banche, queste teorie ci spiegano che gli attuali governi (democratici) sono in realtà soltanto marionette manovrate da una potente organizzazione segreta, un gigantesco complotto, un “nuovo ordine mondiale” in grado di spiare le nostre vite, di spargere malattie, fomentare guerre, affamare il pianeta; il tutto allo scopo di mantenere il proprio potere economico e finanziario. Secondo il professor David Runciman, che guida un team di profesori di Cambridge, la forza demolitrice della “complottocrazia” è moltiplicata da Internet, usa armi spregiudicate, argomenti insidiosi, e fa già ora sentire il suo peso nella politica quotidiana. Come dire, il tarlo lavora e i nuovi Hitler sono già tra noi. Ma ecco alcuni temi di “complottocrazia” in azione. Oggi negli Stati Uniti, circa il 20 per cento degli americani si dice convinto che Obama sia stato eletto illegalmente (non sarebbe nato negli Usa, ma in Kenya), che sia di religione musulmana, e che sia un agente del socialismo mondiale. Questa credenza è coltivata in particolare dall’ala estrema del partito repubblicano e ha portato recentemente al radicale boicottaggio parlamentare della riforma sanitaria del presidente. La teoria, tutta africana, che l’Aids non sia un virus che si trasmette sessualmente, ma un qualcosa di inoculato subdolamente dai bianchi, non solo è diffusissima, ma è anche sostenuta di diversi governi. Il risultato è che le misure di prevenzione non sono attuate, o sono fortemente limitate. La maggioranza del mondo islamico è convinta che gli attentati dell’11 settembre siano stati orditi dalla Cia e dal Mossad israeliano per poter scatenare la guerra in Iraq e acchiappare così il suo petrolio, ovvero il dono che Allah aveva fatto alla sua gente. Hanno poi anche parecchia circolazione le teorie che spiegano il dominio del mondo, da parte di società segrete, di Illuminati, di massoni, e soprattutto di ebrei. Piccole, ma tenaci minoranze continuano poi a sostenere che non c’è mai stato uno sbarco di uomini sulla luna, che Elvis Presley non è morto, Roosevelt sapeva perfettamente dell’attacco a Pearl Harbor, gli alieni sono effettivamente sbarcati sulla terra e noi tutti siamo loro schiavi, John Kennedy è stato ucciso da un complotto in cui sono stati coinvolti, a scelta o tutti insieme, la Cia, il Kgb, la mafia, i castristi e gli anticastristi, Lyndon Johnson e l’Fbi. (In occasione del cinquantenario, sono stati contati 48.000 libri scritti per sostenere le tesi più disparate). Le teorie del complotto spaziano nei campi più diversi – dalla diffusione di malattie, all’inquinamento dei cibi, alla possibilità di controllo capillare delle persone e dei loro pensieri, alla perversione dell’Opus Dei (Il Codice da Vinci) – ma il modello continua ad essere quello dei “Protocolli del Savi di Sion”, un falso documento costruito della polizia zarista all’inizio del XX secolo, in cui si portavano le prove di un complotto internazionale degli ebrei per appropriarsi del mondo attraverso la stampa e la finanza. Nonostante fossero stati immediatamente individuati come falsi, i Protocolli ebbero una straordinaria diffusione in Europa, e furono lettura obbligatoria nelle scuole della Germania nazista. I Protocolli sono stati l’unico caso in cui una teoria complottista si è trasformata in verità di Stato, implementata poi con la deportazione e lo sterminio. (Prima a nascere e sicuramente ultima a morire, la teoria del complotto giudaico si estende ora al negazionismo, sostenendo che l’Olocausto non è mai esistito, ma che è stato inventato dagli ebrei per poter sfruttare il senso di colpa degli europei e costruire lo stato di Israele). Abbiamo sviluppato abbastanza anticorpi, si chiedono a Cambridge? Pare di no. Ma, detto questo, c’è anche da registrare come le teorie del complotto si formino, quali strumenti usino e come si diffondano. Sicuramente esse sono sempre antidemocratiche, ma in realtà coeve della democrazia e reazioni alla stessa (nelle dittature il complotto, in realtà, non esiste più, essendosi inverato nello Stato medesimo); sono in genere reazioni di avversione alla modernità e spesso alla sua assurdità, di fronte alle quali l’individuo si sente abbandonato, e privato della sicurezza che si aspettava dallo Stato. (Come è stato possibile che un solo uomo abbia potuto uccidere il presidente degli Usa? Come è stato possibile che due aerei di linea abbiano potuto distruggere i grattacieli di New York?) Altra caratteristica della teoria del complotto è il suo aspetto paranoico e, in fin dei conti cinico. (Se io sto male, la colpa è dell’ebreo che mi ha soffiato il posto; della banca che mi ha fregato; della cricca in cui sono tutti raccomandati, della polizia che non mi ha difeso. Ma che ci posso fare? Comanderanno sempre loro…). Se il “nuovo ordine mondiale” è così forte, pervasivo, posso forse io, piccolo uomo, pensare di batterlo? No, però la mia consolazione è qualcuno che mi spieghi che c’è una ragione per cui io (e quindi tutti) perderemo sempre. (E infatti, la “complottocrazia”, più che a prendere il potere, pensa al business). Evidente il fatto che ci sono però condizioni reali che favoriscono il complottismo. Grande disparità sociale unita al finanziamento scandaloso della politica, non aiuta la fiducia nella democrazia. Scoprire che la Cia ti spia anche sul tuo cellulare, neanche. Internet fa dilagare tutto ciò? Indubbiamente sì: milioni di persone vanno a cercare filmati che dimostrano che le scie chimiche sono la prova della irrorazione di sostanze clima-alteranti; che i grattacieli di Ground Zero cadono in modo innaturale, come se fossero stati minati; che il buco nel Pentagono è troppo piccolo per essere causato da un aereo, che gli americani per legge hanno già un microchip sotto la cute. Internet, si sa, è il regno di tutte le cretinate, ma è anche vero che produce, al suo interno, i suoi stessi anticorpi. (E poi, suvvia: appena ieri lodavamo Internet e Facebook come gli artefici della democrazia in Egitto…). E in Italia, come stiamo? Forse non dovremmo dirlo ai professori di Cambridge, ma probabilmente siamo la prova vivente della loro teoria. Non solo una parte della popolazione italiana giudica credibile che ci sia un complotto di Magistratura Democratica per far fuori Berlusconi; non solo la maggioranza della popolazione è stata indotta a credere che il “porcellum” fosse un sistema democratico di voto; non solo una parte di popolazione crede che Mario Monti e Lilli Gruber facciano parte di un’associazione segreta che decide i nostri destini e si riunisce all’hotel Bilderberg; non solo non abbiamo creduto ai complotti anche quando c’erano («la P2, ma quale complotto? Era un club»), non solo crediamo che Maria fosse vergine, ma anche che sua mamma lo fosse, ma adesso il personaggio del momento – e che piace tanto ai giovani – è un bolso comico che grida vaffa, vaffa, vaffa e che i complotti li sposa tutti: gli gnomi dell’euro, il signoraggio bancario, la congiura dei banchieri, il potere di Israele sui media, il piano diabolico per far naturalizzare gli immigrati, la trattativa di Napolitano con la mafia. Il suo socio Casaleggio, detto “il guru”, ha prodotto pure un film (si chiama Gaia, è suYou Tube: imbarazzante) dove si prevede una guerra mondiale con due miliardi di morti, dopodiché ci sarà la democrazia elettronica. Beh, non ci crederete: quella coppia lì ha preso otto milioni di voti, e hanno scelto loro chi mandare in parlamento. Speriamo che a Cambridge non se ne siano accorti, ma da noi la complottocrazia è da mo’ che ha vinto.