Stefano Bartezzaghi, la Repubblica 8/12/2013, 8 dicembre 2013
In fondo una nota di Paolo Conte Arthur Wynne (Anni Dieci) Come si chiama la fibra della palma Gomuti? Un secolo fa, il 21 dicembre del 1913, se lo chiesero i lettori del New York World, supplemento Fun (divertimento) con giochi, vignette e novelle
In fondo una nota di Paolo Conte Arthur Wynne (Anni Dieci) Come si chiama la fibra della palma Gomuti? Un secolo fa, il 21 dicembre del 1913, se lo chiesero i lettori del New York World, supplemento Fun (divertimento) con giochi, vignette e novelle. Il numero natalizio del domenicale conteneva un nuovo gioco, il “Word-Cross Puzzle”. Un casellario a forma di diamante, con la scritta FUN circondata da caselle vuote. Il lettore doveva leggere vaghe definizioni (sul genere: Un uccello. Soluzione: Colomba) e ricostruire le parole che si incrociavano in orizzontale e in verticale. Era il primo cruciverba, conteneva uno spazio che si sarebbe presto evoluto in casella nera: l’espediente che rendeva il gioco delle parole crociate duttile e replicabile pressoché all’infinito. L’autore era il capo del Fun, il giornalista angloamericano Arthur Wynne (1871-1945). L’invenzione ebbe successo solo nel 1924 e per meriti altrui. Piccato perché i suoi capi non gli avevano consentito di metterla per tempo sotto copyright, quell’anno Wynne rivendette i suoi cruciverba al Sunday Express di Londra. Furono i primi a uscire in Europa: il misconosciuto Wynne fu così il primo cruciverbista sia del Nuovo sia del Vecchio Mondo. (P. S.: La fibra della palma Gomuti si chiama “doh”, ci facevano le spazzole e oggi è ricordata quasi soltanto per essere stata menzionata nel primo cruciverba della storia). Margareth Petherbridge (Anni Venti) Sul Fun Wynne pubblicava cruciverba suoi o dei lettori, senza correggerli bene. Uscivano molti errori, con proteste dei solutori e soprattutto le ironie pubbliche dei commentatori di costume dell’epoca. Così Wynne passò a una giovane segretaria di redazione l’incarico di rivedere il Cross-Word Puzzle settimanale (proprio un errore tipografico aveva cambiato il nome al gioco, invertendo l’ordine di Word Cross). La ragazza si chiamava Margareth Petherbridge, prese con serietà il suo impegno e codificò norme stilistiche che alzarono la qualità dei cruciverba. Nel 1924 Richard Simon e Lincoln Schuster, due neolaureati e aspiranti editori, proposero a Petherbridge di pubblicare una raccolta di cruciverba. Il libro vendette 110mila copie in pochi mesi e innescò una mania, nota come “crossoword craze”. Nel 1942 Petherbridge (divenuta Farrar dopo il matrimonio con un altro importante editore) lanciò il cruciverba del New York Times. Durante la guerra, per i suoi meriti enigmistici, fu eletta pin-up girl del mese da un equipaggio della Marina Usa, che probabilmente non l’aveva neanche mai vista in foto. Nel cinquantenario del primo libro fu festeggiata a New York con uno storico raduno enigmistico. Era il 1975 e un sondaggio stimava in più di 30 milioni gli appassionati Usa di cruciverba. La signora del Crossword Puzzle morì nel 1984, a 87 anni. Stava preparando la sua 134ma raccolta di cruciverba per Simon & Schuster (divenuta intanto una delle maggiori case editrici al mondo). Torquemada e Ximenes (Anni Trenta) Gli inglesi ritennero i cruciverba Usa troppo banali sino a che l’orientalista Edward P. Mathers non capì che occorreva fare definizioni non piatte e dizionariali ma enigmatiche. Per dire: sull’Observer firmava gli schemi con il nome di un inquisitore, Torquemada. Il suo metodo fu perfezionato dal suo successore Derrick S. Macnutt (firmava Ximenes, l’inquisitore che prese il posto del Torquemada storico), che dal 1939 codificò la tecnica dei cryptic clue, capziosa variante britannica del cruciverba. Esempi: “Cocaine Mixture”. Sol.: oceanic (che è un anagramma di cocaine). “Città importante in Cecoslovacchia”. Sol.: Oslo (cecOSLOvacchia). Nacque una British crossword craze, paragonabile all’americana. NLeonard Sidney Dawe (Anni Quaranta) el maggio del 1944 i servizi segreti alleati arrestarono e interrogarono duramente Leonard S. Dawe, un mite professore di fisica del Surrey (Inghilterra). Erano insospettiti perché nei suoi cruciverba per il Daily Telegraph erano appena comparse Utah, Overlord, Omaha e altri termini impiegati come segretissimi nomichiave dell’imminente sbarco in Normandia. Fu quella la principale insorgenza di una diffusa sindrome di paranoia per i possibili usi spionistici o propagandistici del cruciverba. Dawe, per spiegarsi, deve avere avuto il suo bel daffare. Piero Bartezzaghi (Anni Cinquanta) Quando nel 1946, a 13 anni, pubblicò il suo primo cruciverba sulla Domenica del Corriere Piero Bartezzaghi (1933-89), padre di chi scrive, era sempre vissuto in un ambiente dialettofono. Figlio di operai, incontrava la lingua italiana solo a scuola e sui libri presi alle biblioteche ambulanti. Nel 1950 era l’autore di punta della Settimana Enigmistica. Introdusse neologismi, usò l’alfabeto a 26 lettere, scandalizzando i puristi. Perito chimico della Montecatini, divenne un enigmista a tempo pieno nel 1960, firmando regolarmente le “parole crociate a schema libero” di pagina 41, le più difficili della Settimana Enigmistica. Grazie anche alla rarità del cognome, “il Bartezzaghi” è diventato un modo di dire per “difficoltà inestricabile” (per casi come la compilazione della dichiarazione dei redditi, o analoghi). Corrado Tedeschi (Anni Sessanta) Mentre la rigorosa Settimana Enigmisticadominava il mercato italiano dei cruciverba, fra i concorrenti si segnalò il fiorentino Corrado Tedeschi (1899-1972). Personaggio estroso, fondò la Nuova Enigmistica Tascabile, rivolta a un pubblico non sofisticato (tipica definizione: “Scodinzola e abbaia”), target di un coinvolgente marketing pionieristico: rubriche di posta, diplomi, medaglie, titoli onorifici, club, raduni, gite sociali. Alla N. E. T. venivano allegati dischi a 45 giri (ne pubblicarono Mina e Battiato). Tedeschi presentò alle elezione del ’53 il Partito Nettista Italiano, noto come “Partito della Bistecca” perché il programma prometteva 450 grammi di carne bovina al giorno a ogni italiano. Più costate per tutti. Georges Perec (Anni Settanta) ella bibliografia del grande scrittore francese Georges Perec (1936-1982) compare il libro Mots Croisés, parole crociate. È una raccolta degli schemi che Perec pubblicò sul settimanale Point dal 1976. I cruciverba di Perec rispettavano la tradizione francese del cruciverba con definizioni argute, basate su doppi sensi (Un esempio “Era sempre contento di essere in vena”. Sol.: Nosferatu). La collaborazione al Point consentì a Perec di lasciare il suo posto da impiegato e scrivere il complesso romanzo che aveva in testa. Uscì nel 1978, N N era: La vita, istruzioni per l’uso. Eugene T. Maleska (Anni Ottanta) el Bronx c’è una scuola decorata con motivi cruciverbistici e intitolata a Eugene T. Maleska (1916-1993). Erudito provveditore agli studi, Maleska divenne editor dei cruciverba del New York Times alla fine degli anni ’70 e governò il parco degli autori imponendo parametri severi e inflessibili. Pubblicò le sue corrispondenze con i solutori in un libro in cui li classificò in cinque categorie: i dormiglioni (a cui va bene tutto), gli stridenti (non sopportano di non saper risolvere), i sussultori (si agitano per presunti errori), i cavillosi (badano alle sfumature), i “ Gotcha!” (“Ti ho beccato!”, convinti di aver trovato un errore). Chi trovava un vero errore in uno schema edito da Maleska entrava a far parte del Gotcha Club, con diritto a tessera e carta intestata. IWill Shortz (Anni Novanta) l successore di Maleska nella prestigiosa cattedra del NYT è stato Will Shortz (1952). Laureato in Enigmatology alla Indiana University, esperto e studioso di giochi di ogni tipo, Shortz ha adottato una politica più liberale di Maleska. Ha avvicinato il “cruciverbese” alla lingua di tutti i giorni, slang e marchi commerciali compresi. A urne presidenziali aperte, nel 1996, pubblicò un cruciverba che dichiarava in anticipo il vincitore. In realtà schema e definizioni erano ordite in modo che potesse risultare come soluzione centrale sia “ Clinton elected” sia “ Bob Dole elected”. Appassionato di cruciverba egli stesso, Bill Clinton accettò nel 2007 di scrivere di suo pugno le definizioni di un cruciverba, per Shortz. Esempio: “Un party a cui non parteciperò”. Sol.: GOP (Grand Old Party, il partito repubblicano). Bruno Makain (Anni Duemila) L’enigmista Bruno Makain (1915-2008) morì più che novantenne, subito dopo aver ricevuto in anteprima il numero 4000 della Settimana Enigmistica, a cui ancora collaborava. Ne aveva letto anche il numero 1, nel 1932, e aveva cominciato a pubblicarvi giochi dal numero 35. Una collaborazione, molto assidua, in un arco di 76 anni, probabilmente un record pubblicistico a livello mondiale. La rivista lo celebrò con un “Forse non tutti sanno che...” a lui dedicato. Questo ferrarese, modesto e forbito, figlio di cappellai, autore di innumerevoli giochi enigmistici, parlava delle parole crociate con entusiasmo e gratitudine, come di uno stimolo a informarsi e a mettersi alla prova, nella sfida settimanale, e leale, fra autori e solutori. Probabilmente è lui il migliore testimonial per un gioco che ha dominato l’editoria periodica dell’ultimo secolo e le ha inoculato il virus dell’interattività, sempre senza parere. *** PAOLO CONTE Pochecose posso dire a proposito del cruciverba, essendo io un maniaco di rebus e crittografie, forse i due soli giochi, a mio parere, che contengono l’enigma. Ho giocato in passato ai cruciverba finché, proprio per colpa del grande Piero Bartezzaghi, mi diventavano troppo difficili, obbligandomi a fare ricorso a dizionari ed enciclopedie. Ho ripiegato sugli “incroci obbligati”, piccolo schema intrigante e scacchistico in cui le definizioni sono fornite alla rinfusa. Non ho avuto l’opportunità di conoscere personalmente Piero Bartezzaghi, ma conosco e tantissimo stimo Stefano, che anni fa mi ha fatto l’onore di pubblicare delle mie crittografie sulla rubrica che teneva su La Stampa — Ricordo un episodio curioso: gli avevo scritto una lettera a conclusione della quale gli avevo lasciato una mia creazione piuttosto bella e francamente non tanto facile, senza indicargli la soluzione. Nella sua risposta non si faceva cenno a quella crittografia, si parlava d’altro, ma sul retro della busta stava scritta la soluzione, come se all’ultimo minuto prima di spedirla gli fosse arrivato il lampo di genio. Buon sangue non mente.