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 2013  dicembre 07 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - PRIMARIE E CONVENTION DI FORZA ITALIA


PRIMARIE DELLA LEGA
MILANO - Matteo Salvini è il nuovo segretario della Lega Nord. Il vicepresidente del Carroccio ha vinto il duello con Umberto Bossi incassando l’82% dei voti alle primarie di oggi. Roberto Calderoli, responsabile federale organizzativo della Lega Nord, ha spiegato che l’esito delle consultazioni sarà ’’sottoposto al voto dei delegati al congresso’’ domenica 15, i quali ’’dovranno approvarlo a maggioranza assoluta’’.
Ma a caldo, le prime dichiarazioni rese da Salvini riguardano il fondatore del Carroccio: "La prima persona che cercherò al telefono - ha detto - è proprio Bossi: senza di lui non saremmo qua". A ruota, il vincitore ha tenuto a ringraziare "uno per uno tutti i diecimila militanti che hanno votato per la prima volta nella storia della Lega".
Mandato ridotto. In caso di conferma, Salvini ’’non avrà un mandato di tre anni, ma, trattandosi di un congresso straordinario, di un anno e mezzo’’ fino al luglio del 2015 (che sarebbe stata la scadenza naturale della segreteria di Roberto Maroni). Inoltre Calderoli ha spiegato che, il giorno prima del congresso, sabato 14, si terrà a Torino una riunione del consiglio federale del movimento per decidere le regole dell’assise.
Si è votato in 58 seggi. Due i candidati in corsa: Matteo Salvini, vicepresidente uscente, e il presidente e fondatore del movimento Umberto Bossi. Il vincitore succede a Roberto Maroni, che ha deciso di lasciare la guida del Carroccio per occuparsi a tempo pieno della presidenza della Regione Lombardia. Maroni era stato eletto segretario federale al Congresso che si è tenuto ad Assago, alle porte di Milano, nel luglio 2012, in seguito agli scandali che hanno coinvolto la Lega. "Questo è un giorno importante per la Lega - ha detto il sehgretario uscente -. Le primarie sono un’operazione di democrazia interna, è la prima volta che si fa e sono contento", ha concluso soddisfatto.
In 17mila al voto. Sono stati 17.047 i militanti, con un’anzianità di iscrizione al movimento di almeno un anno, chiamati alle urne, ma alle votazioni ha partecipato solo il 60%, ovvero 10.221 militanti. Per Salvini hanno votato 8.162 iscritti; per Bossi 1.833 I 58 seggi aperti sono stati allestiti nelle sedi provinciali del movimento.
All’ultimo minuto. Umberto Bossi ha votato pochi minuti prima della chiusura del seggio in via Bellerio a Milano, mentre Salvini aveva già votato in mattinata. ’’Io lavoro per la Lega’’ ha detto il fondatore ai giornalisti che gli chiedevamo cosa farà in caso di sconfitta. Con le primarie di oggi ’’la Lega cambia perché si è ridotta male, quindi quando ci sono troppi errori poi le cose per fortuna cambiano’’. Stamani Bossi aveva dichiarato che solo lui capisce i veri problemi che stiamo vivendo: "Solo io posso salvare la Lega".
I risultati in dettaglio. In Lombardia il 79% dei voti è andato a Salvini mentre il 21% a Bossi, in Veneto Salvini ha ricevuto l’84% delle preferenze, in Piemonte l’83%, in Friuli il 90%, in Emilia il 79%, in Liguria il 91%, in Toscana l’89%, in Romagna il 93%, in Trentino il 72%, nelle Marche l’86%, in Umbria il 67%, in Val d’Aosta l’80%.

PRIMARIE DEL PD
ROMA - Tutto pronto alla vigilia delle primarie del Pd. I candidati Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati sono alle ultime battute, tra interviste e dichiarazioni, prima del voto che eleggerà il nuovo segretario dei democratici e i membri dell’Assemblea nazionale. Si voterà domenica dalle 8 alle 20 in oltre novemila gazebo allestiti in tutta Italia.

"Se nessuno prenderà il 51% alle primarie Pd io non darò il mio voto né a Renzi né a Cuperlo. Il ritorno di Prodi un bene per tutti. Perché è l’unico modo per cambiare davvero e radicalmente il partito democratico. Nel segreto dell’urna penso che persino Renzi alla fine voterà per me" ha detto Pippo Civati intervistato da Globalist.it. E alla domanda se pensa di essere l’unico di sinistra tra i tre candidati, Civati ha risposto: "Non devo essere io a dirlo. A volte me lo domandano come se fosse un insulto, io ne sono orgoglioso. La sinistra è anche una pratica quotidiana, non basta ’dire qualcosa di sinistra’, lì son buoni (quasi) tutti, occorre che quelle cose si facciano".

Matteo Renzi, dato come favorito, ha scritto sul suo profilo Facebook: "Meno 1 al nuovo Pd che sogniamo insieme da sempre". Oggi il sindaco di Firenze a Reggio Emilia per chiudere la campagna elettorale ha parlato di lavoro e ha detto: "Chi vota per me toglie un miliardo di euro alla politica". Ieri a La7 e oggi sul alcuni quotidiani nazionali ha affrontato anche il tema della legge elettorale: "Che c’entra il governo? La fa il Parlamento la riforma, partendo da una proposta che farà il Pd" ha detto. "Quello che si è capito è che le commissioni dei saggi servono solo a perdere tempo. Sono un modo per dilazionare le scelte. Domenica c’è la commissione di saggi più credibile di questo mondo: il milione e mezzo, due milioni di italiani che domani andranno a votare alle primarie". E "se alle primarie decidiamo l’abolizione del Senato, il bipolarismo e il maggioritario perché vince il candidato che propone queste cose, i gruppi non possono mettersi di traverso" ha dichiarato.

Quanto a Romano Prodi che ha cambiato idea e andrà a votare alle primarie, "sono felice", ha commentato Renzi, "penso voterà per me o Civati. Io la penso come lui: il bipolarismo va preservato".

Infine Gianni Cuperlo, ospite della trasmissione Omnibus su La7 questa mattina, ha ammesso che "la cosa che più mi ha addolorato è che Io ho cercato di parlare di futuro, dell’idea di partito e di Paese che ho in testa. Della necessità di cambiamento. Ma io continuo ad essere descritto come l’uomo dell’apparato e della continuità. Ma se mi guardo attorno io trovo la continuità nelle ricette di Renzi".

E in occasione della manifestazione del popolo Lgbt in programma oggi a Roma ha affrontato il tema dell’omofobia e dei diritti civili: "L’Italia deve fare passi avanti sul tema dei diritti civili perché ha ritardi seri. Quindi, pari diritti per le coppie gay e lesbiche, tutela della genitorialità omosessuale, una buona legge contro l’omofobia e la transfobia, revisione della legge 40, riforma della legge 164 sui dati anagrafici per le persone transessuali, sono scelte ineludibili che vanno nella direzione di rendere l’Italia un Paese più libero e giusto".

Per i ministri niente primarie. Quando mancano meno di 24 ore all’apertura dei gazebo la commissione per il congresso del Pd mette a punto e vota una delibera che definisce i membri di diritto in Assemblea: c’è il presidente del Consiglio Enrico Letta, ci sono gli ex segretari nazionali, ma anche i ministri Pd in carica (Franceschini, Delrio, Kyenge, Zanonato, Carrozza, Bray e il ’tecnico’ Trigilia) - tranne quello dell’Ambiente Orlando che corre per le primarie a Genova - e persino il sottosegretario ai servizi di sicurezza Marco Minniti, il segretario nazionale dei giovani democratici, il dirigente del settore organizzazione.

Insomma, mentre i candidati si preparano alla battaglia finale, una quota dell’Assemblea è già prenotata sulla base di un accordo tra i rappresentanti dei candidati stessi. Il tutto in base a una delibera, la numero 60, votata online dai membri della commissione.

La norma ’salva ministri’ entra in contraddizione con lo svolgimento delle primarie? Dei tre candidati alla competizione, sul tema interviene solo Pippo Civati che sostiene una linea contraria alla prosecuzione del governo Letta. "Ma non ne faccio un dramma - spiega Civati- significa che tra qualche mese in assemblea ci saranno ministri diversi. Quelli di un altro governo". Più dura è invece la reazione dei popolari. Luigi Madeo, membro della commissione congresso vicino a Beppe Fioroni si chiede "perché i ministri siano stati tenuti fuori dalle primarie. E perché è stato scelto un solo sottosegretario? Altro che primarie, qui siamo alla lottizzazione bella e buona, con scelte ad personam", spiega il giovane dirigente dem.

La curiosità: il seggio-igloo. Sarà ultimata solamente nella serata di domani la scultura in ghiaccio dedicata al vincitore e che da domani sarà esposta all’esterno del seggio più alto d’Italia, sul ghiacciaio Presena a quota 2600 metri, dove sorge un gazebo-igloo. Un’iniziativa della sezione del Pd della Vallecamonica (Brescia) che, dopo aver annunciato la volontà di far realizzare una statua in ghiaccio raffigurante Matteo Renzi, ha deciso di rispettare la par condicio tra candidati. "Il viso della scultura verrà ultimato solamente quando sapremo il vincitore" ha dichiarato il consigliere regionale del Pd, Corrado Tomasi, legato a Matteo Renzi.
Primarie Pd, tutto pronto per l’election day. Ministri di diritto in Assemblea, è polemica

Il seggio-igloo più alto d’Italia sul ghiacciaio Presena, a quota 2600 metri, nel complesso sciistico dell’Adamello (Brescia)

Come si vota. Per votare è indispensabile portare con sé un documento di identità e la scheda elettorale. Chi è iscritto al Pd non pagherà, mentre chi non lo è verserà due euro.

Per conoscere qual è il seggio dove si può votare basta andare sul sito e inserire il numero della propria sezione elettorale cliccando nella sezione "Trova il seggio". I nomi degli aspiranti leader saranno prestampati sulla scheda, con accanto la lista a sostegno. Il voto disgiunto non è permesso e quindi per esprimere la propria preferenza basterà mettere una croce sul nome di uno dei tre candidati (si estenderà alla lista a sostegno) oppure sulla lista a sostegno (si estenderà al candidato).

Sarà eletto segretario il candidato che avrà ottenuto la maggioranza assoluta delle preferenze (e quindi dei delegati all’assemblea nazionale del Pd). Qualora nessuno la raggiunga, l’assemblea procederà con il ballottaggio a scrutinio segreto tra i due candidati collegati al maggior numero di delegati.

1. BERLUSCONI TENTATO DALL’ASSE ANTI QUIRINALE CON I GRILLINI
Sonia Oranges per "Il Messaggero"

«E’ stata una sentenza politica, hanno trovato il modo per blindare le larghe intese a vita»: un Silvio Berlusconi furibondo, ieri, ha riunito il gotha di Forza Italia per far aprire il dossier sulla legge elettorale, alla luce della sentenza della Corte costituzionale. Dietro la quale, ancora una volta, il Cavaliere sospetta esista una «regia» del Colle. E c’è chi, all’interno del partito, ora gli sussurra che, tramontata l’ipotesi di un ritorno alle urne, tanto vale giocarsi il tutto per tutto e appoggiare il Movimento 5 Stelle che ha annunciato di voler chiedere l’impeachment del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
napolitano letta renzinapolitano letta renzi

«Non so...», aveva glissato mercoledì sera a chi gli chiedeva lumi in proposito. Senza smentire. Anche perché, davanti a quest’ennesima strettoia, il Cavaliere non esclude nulla. Nemmeno di dare ascolto ai falchi forzisti, a cominciare da Daniela Santanchè, che avrebbero parlato apertamente di creare un asse anti-Quirinale, con i grillini. E di certo ieri il capogruppo alla Camera Renato Brunetta ieri strizzava l’occhio ai grillini in aula, nella concitazione della protesta per trasferire il file elettorale da Palazzo Madama a Montecitorio.
napolitano renzinapolitano renzi

«Mi chiedo se sia legittimo il presidente della Repubblica nominato due volte da un Parlamento votato con il Porcellum, dichiarato illegittimo dalla Consulta», ha detto, mentre i berlusconiani facevano fronte comune con i pentastellati. «Non c’è alcun dialogo con il Movimento, decideremo volta per volta se opporci insieme», frena una fonte vicina al Cavaliere, confermando però che il clima nei rapporti tra i due gruppi è mutato, più cordiale, per evitare di consegnare al M5S il monopolio dell’opposizione. Non a caso, ieri mattina, Luigi Zanda commentava alla buvette del Senato con Anna Finocchiaro: «Tra un po’ Forza Italia e i grillini voteranno allo stesso modo...».
MATTEO RENZI E GIORGIO NAPOLITANOMATTEO RENZI E GIORGIO NAPOLITANO

IL KIT DEL CANDIDATO
Nel frattempo, il leader pensa al partito e fino a tarda sera ha presieduto una riunione operativa in vista della convention di domenica, in cui sarà celebrata la nascita ufficiale dei primi mille club Forza Silvio. Sul palco ha fatto sapere che non vuole senatori e deputati, ma solo «volti nuovi» e giovani. Prenderà per la prima volta la parola pure Marcello Fiori, ex braccio destro di Bertolaso, cui il Cav ha affidato la macchina organizzativa. L’idea però che Fiori parli dal palco non piace al vertice azzurro.

La riunione di ieri serviva anche a sedare il malumore con lo stato maggiore di Fi assente dalla manifestazione di domenica. Che senso ha lanciare una novità sei poi si vedono sempre gli stessi?, sarebbe la motivazione addotta dall’ex capo del governo. Ecco dunque l’idea di affidare la presidenza dei club a dei giovani a cui verranno dati dei kit sul modello di quelli che furono distribuiti con la discesa in campo nel 1994.
BERLUSCONI NAPOLITANOBERLUSCONI NAPOLITANO

2. NAPOLITANO: MINZOLINI, IMPEACHMENT? SE M5S CONVINCE PERCHE NO?
(AGI) - "Leggerò attentamente la motivazione M5s sull’impeachment di Napolitano. Se mi convince, non escludo di votarlo". E’ il senatore FI Augusto Minzolini a uscire allo scoperto, via Twitter, per dire che "e meglio la Repubblica che una strana monarchia". Anche perche, osserva ancora il falco ’azzurro’, "Napolitano ora si erge a difensore del maggioritario e del Parlamento delegittimato: in realtà gli interessa solo che il governo Letta vada avanti".

3. L. ELETTORALE: SANTANCHÉ, NAPOLITANO SIA ARBITRO E NON GIOCATORE
(AGI) - "Dopo la sentenza della Corte Costituzionale siamo tutti illegittimi e tutti decaduti, e il Presidente della Repubblica dovrebbe prenderne atto", ha ribadito Daniela Santanché nel corso di un incontro che si e tenuto stamattina presso la sede del coordinamento regionale Lombardia per lanciare la manifestazione dei comitati ’Forza Silvio’ dell’8 dicembre, a Roma. "Le sentenze non si commentano, ma si applicano, e allora mi viene sempre più la certezza che in questo paese ci sono due pesi e due misure", ha proseguito Santanché. "Siamo nel caos assoluto, di questo bisogna prendere atto, e dovrebbe prenderne atto il Presidente della Repubblica e comportarsi da arbitro e non da giocatore", ha detto ancora.
BERLU E SANTANCHE images jpegBERLU E SANTANCHE images jpegBERLUSCONI E NAPOLITANOBERLUSCONI E NAPOLITANO

Santanché ha rilevato che "se anche questa sentenza verrà addomesticata o giustificata, se si ritiene che l’interesse sia quello di tenere in piedi un governo di ’sottintese’ e non un governo per l’Italia e per gli italiani, allora significa che il Presidente Napolitano può tutto". A proposito delle primarie Pd, invece, l’esponente FI ha detto che "Renzi sembra un rivoluzionario solo a parole, ma nei fatti sembra molto predisposto all’inciucio, cosa che a me personalmente non piace"

ANALISI DI DAGOSPIA
Primarie o fiera delle vanità?
A poche ore dalla consultazione nel Partito democratico per scegliere il nuovo segretario, l’interrogativo sembra tornato d’attualità. Di sicuro la "cavalcata ambiziosa" (Giuliano Ferrara su "il Foglio") di Matteo Renzi così estraneo all’apparato del partito (fino al punto di essere detestato) ma grande favorito nella corsa alla leadership dei post demo-sinistri sembra far pendere il giudizio (in sospeso) sul piatto della bilancia della vanità.
DALEMA E RENZIDALEMA E RENZI

Di là dai meriti (o demeriti) del candidato-favorito, è stato il sindaco di Firenze e il suo giornale di riferimento, "la Repubblica" di Ezio Mauro e Carlo De Benedetti, a trasformare la sua scesa in campo in un défilé mediatico dove la sua faccia da bamboccione faceva premio sulla sostanza delle idee (che pure ci sono e ci saranno).

"Nell’iconografia del giovane leader, la copertina di Vanity Fair rischia di rimanere come pietra miliare e punto di non ritorno nell’estetizzazione del potere", ha osservato puntuale Filippo Ceccarelli nella sua rubrica sul "Venerdì".
Ezio MauroEzio Mauro

Nel magazine de "la Repubblica" ha trovato spazio anche una delle rare voci uscite fuori dal coro delle laudi renziane. "Mancano pochissimi giorni alle primarie per eleggere il segretario del Pd. Una carica che non esiste. Il quasi sicuro vincitore, Matteo Renzi, infatti, non ha alcuna intenzione di ricoprirla. Ha deciso di continuare a fare il sindaco di Firenze", ha scritto pungente Curzio Maltese.
Capovolgendo il ragionamento di Maltese, il vero rischio che corre il Pd dalle tante anime inquiete è quello di ritrovarsi un giovane generale avendo alle spalle un’armata rossa in rotta.

E chissà, allora, se oggi il politologo Arturo Parisi tornerebbe a fare l’elogio delle primarie quando nell’autunno del 2007 i militanti furono consultati per eleggere il segretario (Veltroni con il 75,82%) e i membri della costituente del nuovo partito.
CARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIOCARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIO

In quell’occasione il numero dei partecipanti fu di 3 milioni e mezzo. Che, due anni dopo (2009), scese di poco, oltre 3 milioni, nella scelta del segretario Pierluigi Bersani (1.623.239 preferenze). E la soglia dei tre milioni è stata toccata pure nel novembre dello scorso anno per indicare il leader della colazione per palazzo Chigi.

Già, la prima volta di Renzi che al secondo turno fu battuto da Bersani (60,9%) contro il 39% del sindaco di Firenze.
Curzio MalteseCurzio Maltese

Ora sarebbe facile ironizzare sul destino avaro cui sono andati incontro nel giro di qualche anno i vincitori delle primarie in casa del Pd. Prima Walter Veltroni poi Culatello Bersani, indicati dalla base, sono stati "liquidati" in fretta con le solite pratiche interne al partito.
Pierluigi BersaniPierluigi Bersani

Adesso tocca al "rottamatore" Renzi ribaltare questa feroce tendenza auto-distruggitrice nella sinistra. E domenica sera quando si spegneranno le luci sulla passerella delle primarie, sarà l’affluenza alle urne dei militanti e dei sostenitori della causa (bassa, nella media o alta) Pd a indicare quanto brillerà in futuro e di che luce la nuova stella Renzi.

Anche perché osservava Machiavelli ogni "innovatore ha i propri nemici fra i conservatori e ha solo tiepidi difensori tra coloro che sperano di trarre vantaggio dalle nuove leggi".

PRODI RIVOTA
ANSA) - "Domenica, di ritorno dall’estero, mi recherò a votare alle primarie del Pd. In questa così drammatica situazione mi farebbe effetto non mettermi in coda con tanti altri cittadini desiderosi di cambiamento". Lo annuncia Romano Prodi.
MATTEO RENZI ROMANO PRODIMATTEO RENZI ROMANO PRODI

"I rischi aperti dalla recente sentenza della Corte - spiega l’ex presidente del Consiglio- mi obbligano a ripensare a decisioni prese in precedenza. Le primarie del Pd assumono oggi un valore nuovo. Nella situazione che si è venuta a determinare è infatti necessario difendere a ogni costo il bipolarismo. Pur con tutti i suoi limiti, il Pd resta l’unico strumento della democrazia partecipata di cui tanto abbiamo bisogno".