Mario Sconcerti, Corriere della Sera 7/12/2013, 7 dicembre 2013
Ci è toccato un girone difficile che l’Italia comunque passerà. Prandelli ha ragione quando dice che è un girone con dentro tre squadre campioni del mondo, ma dimentica di aggiungere che l’Uruguay ha vinto nel 1950 e l’Inghilterra nel ’66
Ci è toccato un girone difficile che l’Italia comunque passerà. Prandelli ha ragione quando dice che è un girone con dentro tre squadre campioni del mondo, ma dimentica di aggiungere che l’Uruguay ha vinto nel 1950 e l’Inghilterra nel ’66. È passato del tempo. L’Inghilterra ha il più grande movimento calcistico del mondo, il più ricco e popolare, non una grandissima nazionale. E disperde lungo la sua stagione interminabile quasi tutta l’energia. È questa fatica che l’ha sempre portata a fallire le grandi competizioni estive a cui arriva sfinita. Più quadrato e forte l’Uruguay di adesso che gioca insieme da anni e ha due tra i migliori attaccanti del mondo, Suarez e Cavani. Gioca come una squadra di club, tenendo lo stesso gruppo, quindi grosso affiatamento, e una tattica da vecchi italiani che limita l’energia. Un Mondiale è quasi soltanto questo, resistenza. Si gioca ogni tre-quattro giorni e si è costretti a dare sempre il massimo. Uno sforzo atletico immenso a cui va aggiunta la pressione nervosa e i colpi che si prendono. Sono quelli che decidono la qualità del recupero tra una partita e l’altra. Per questo penso toccherà a Italia e Uruguay andare avanti, sono le più organizzate, le più attente a gestirsi, le più realistiche. In un mondiale infine contano soprattutto gli attaccanti. L’Uruguay ha i migliori, noi balliamo intorno a Balotelli e Rossi, due che saranno un mistero per motivi diversi dopo dieci mesi di calcio continuato; Osvaldo fa fatica a giocare nel Southampton, Gilardino è una buona riserva. Ma gli inglesi quasi storicamente hanno più problemi in attacco. È sempre stato l’altro loro limite oltre all’energia dispersa. Tra i piccoli vantaggi del girone non è disprezzabile l’accoppiamento che potremmo trovare agli ottavi di finale. L’avversario dovrebbe essere uno tra Costa d’Avorio e Colombia a seconda dei vari incastri. Due squadre forti, la Colombia è l’astro nascente, molti scommettitori la mettono tra le quattro finaliste, ma entrambe non abituate alla competizione. Potrebbero dare il meglio nel girone iniziale per poi calare. La vera incognita sono il clima e l’ambiente. Manaus è in piena foresta amazzonica, fascia equatoriale, temperature alte, spesso il novanta per cento di umidità. Nessuno può davvero sapere che effetto faccia a un europeo giocare una partita all’incrocio tra il Rio delle Amazzoni e il Rio Negro. Questo è un punto a favore del Costa Rica. Serviranno buoni giocatori, ma soprattutto grandi atleti. E massima padronanza del pallone perché i ritmi saranno lenti. Fu comunque proprio l’Uruguay a vincere gli altri mondiali organizzati dal Brasile. Campione in carica era da dodici anni l’Italia, nel mezzo c’era stata la guerra. Partimmo in piroscafo perché un anno prima il Grande Torino si era schiantato contro la collina di Superga, nessuno voleva volare. Facemmo un’amichevole alle Azzorre, gli allenamenti erano previsti sul ponte della nave. Dopo dieci giorni di traversata tutti i palloni erano finiti in mare. In Brasile arrivammo pigri e svogliati, guardammo vincere gli altri. Stavolta almeno prenderemo un Airbus. In generale i gironi più equilibrati sembrano quelli della Spagna (con Cile, Olanda e Australia) e della Germania (Ghana, Stati Uniti, Portogallo). Non leggero nemmeno quello del Brasile (Camerun, Messico, Croazia), ma la differenza resta grande. Ha trovato un buon girone la Francia, arrivata a questa fase finale con difficoltà e reduce come noi da un mondiale inguardabile in Sudafrica. Sulla sua strada la Svizzera, che potrebbe essere una delle sorprese .