Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport 7/12/2013, 7 dicembre 2013
I PROGETTI DI CAIRO
Dal Filadelfia ai biglietti scontati, dallo scouting a Ventura. Urbano Cairo, presidente del Torino, risponde ai tifosi, denuncia la disparità economica tra big e medio-piccole, incassa le critiche e rilancia. Con un’idea suggestiva su cui sta lavorando assieme al Comune: intitolare al Grande Torino lo stadio Olimpico.
Quando verrà risolta la questione del Filadelfia?
(da Gianfranco di Parma, Luca Maio di Benevento, Daiano Santini di Empoli, iena1906, Leonardo Daga, Dbt)
«Non siamo mai stati più vicini di adesso all’approvazione del progetto. Molti passaggi sono stati superati, ci sono i commitment del Comune, nostri, della Regione, che consentono di dotare la Fondazione delle risorse necessarie per far partire i lavori. E poi si reperiranno altri fondi con la vendita dei posti nominali. Far rinascere il Fila è la nostra priorità».
Come mai non ha pensato di creare sui social network un mezzo con cui il Torino possa comunicare con i tifosi magari in un giorno stabilito, come per esempio fa il suo collega De Laurentiis?
(da vitangelo)
«È un’idea da considerare. Comunque, non deve esserci un giorno dedicato. Il contatto è sempre aperto coi tifosi, ogni qualvolta lo desiderano. I canali di collegamento sono molti, da Facebook a Twitter a Google+».
Potremo noi tifosi del Torino sperare di ritornare competitivi per almeno un posto nelle coppe europee?
(da Alessandro Mosetti di Ronchi dei Legionari)
«L’obiettivo è di fare sempre meglio per rinverdire il passato granata. Va ricordato, però, che il Torino rispetto alle 6-7 squadre che competono per l’Europa ha un fatturato decisamente inferiore. Noi incassiamo poco più di 40 milioni, la Juve e il Milan sette volte di più, l’Inter e il Napoli quattro, la Roma tre, la Lazio due. Nel calcio moderno l’elemento economico è diventato importantissimo. La gente ricorda i bei tempi degli anni Settanta quando il Torino possedeva giocatori che non potevano decidere di cambiare squadra a loro piacimento. Dopo la Bosman i rapporti di forza si sono invertiti. E l’impennata dei diritti tv ha avvantaggiato le big. Ora non è facile competere con società che hanno budget molto superiori. Nell’editoria non c’è la stessa disparità e io, che quando cominciai fatturavo 1/30 della Mondadori, ora ho il 20% del mercato dei periodici. Capisco che i tifosi siano irrequieti, ma chi può permettersi di mettere 100 milioni l’anno? Io sicuramente no. E anche uno come Moratti ha deciso di fare un passo indietro».
Quando si degnerà di investire qualche euro nel Torino?
(da sarasofia07)
«In 8 anni e mezzo di attività, la società controllante (U.T. Communications, ndr ) ha versato 60 milioni nelle casse del Torino. Non sono pochi».
Cosa manca per fare quel piccolo salto di qualità per non soffrire?
(da Davide)
«In estate abbiamo fatto innesti importanti spendendo più di quanto incassato con Ogbonna. La squadra sta dimostrando compattezza e qualità e ha metabolizzato il cambio di modulo. Con Ventura s’è aperto un ciclo, a un certo punto parleremo di rinnovo. Da parte mia c’è molta disponibilità».
Esiste un progetto Torino? Riusciremo a costruire una squadra intorno a Cerci e posizionarci nella parte sinistra della classifica?
(da Emiliano Branciforte e ToniRese)
«Da 3 anni il Torino ha ottenuto gli obiettivi prefissati. Siamo tornati in A, l’anno scorso abbiamo fatto un buon campionato, quest’anno siamo partiti col piede giusto. Quanto a Cerci, lo ammiro molto ma ho imparato a ragionare più di squadra che non di singoli. Comunque, preferisco non fare proclami. Dico solo che abbiamo imboccato un percorso che ha dato dei frutti e continueremo su questa strada, investendo sempre di più su vivaio e scouting».
Il nostro vivaio che rappresentava metà della squadra nella finale ’92 di Coppa Uefa con l’Ajax chi ha prodotto ultimamente?
(da mauribrasileiro e fandellosport)
«Quest’anno abbiamo mandato dieci giocatori del settore giovanile in Serie B. Alla Juve Stabia ci sono Suciu, Diop e Parigini, un ‘96. Il portiere Gomis sta facendo benissimo al Crotone, come Stevanovic al Palermo. Poi abbiamo una buona Primavera, 1a nel girone davanti alla Juve. Un tempo il vivaio era appannaggio di realtà come Torino e Atalanta, adesso tutti vi investono perché hanno capito che dà i rendimenti maggiori».
Perché non crea finalmente una buona rete di osservatori in giro per il mondo?
(da Corrado)
«L’estero è stato un terreno di caccia importantissimo per club come l’Udinese. Anche noi vogliamo dire la nostra. Abbiamo Luciano Zavagno in Argentina, un ex Toro, che ci sta coprendo il Sud America. In Italia c’è Cavallo: ci ha suggerito di acquistare Farnerud che sta facendo bene».
Dal momento che la sua gestione mi è sempre sembrata attenta, come ha potuto permettere la malagestione dei casi Bianchi e D’Ambrosio?
(da Alfa251068, mauven e Hermann Rubiano)
«Con Bianchi abbiamo deciso di non rinnovare prendendo Immobile. Con D’Ambrosio abbiamo cominciato a trattare a gennaio, alla fine gli abbiamo proposto un contratto da top player del Torino per altri 4 anni oltre a questa stagione. È ora che si decida».
Allo stadio i prezzi non sono alti, ma bisogna fare iniziative volte a riempirlo.
(da Pipponunni)
«Domenica con la Lazio parte un’iniziativa che verrà replicata col Chievo: nella curva Primavera prezzo dimezzato, 10 euro intero e 5 ridotto. Vogliamo essere sempre più vicini al pubblico».
Perché non si circonda di gente che il Toro sa cosa significhi? Un Pulici, uno Zaccarelli…
(da fabtoro83)
«Abbiamo Comi direttore generale, Benedetti responsabile della scuola calcio, Ferri team manager. Cerchiamo di inserire in azienda figure che hanno un passato granata. Quando ho incontrato Pulici non l’ho visto interessato ad assumere un ruolo diretto nel Torino».
Se dovesse fare un bilancio della sua esperienza al Toro che voto si darebbe?
(da Urcfc)
«Per il primo anno, con una promozione insperata, mi do 10. Nei due anni di A 6 e mezzo, poi 4 per la retrocessione. L’anno dopo ci fermammo solo in finale: 8. Poi ancora 4 e 9 per il campionato vinto. Quindi 7 lo scorso anno. La media fa quasi 7, diciamo 7-».
Le suggerisco un memorial Grande Torino con River Plate e Benfica. Sarebbe bellissimo.
(da Daniele_TO83)
«Sono eventi difficili da organizzare ma è un’idea da raccogliere. Piuttosto, posso dire che stiamo lavorando per intitolare lo stadio Olimpico al Grande Torino. Credo che il sindaco Fassino possa prendere in considerazione questo grande gesto».